I capricci sono uno degli aspetti più difficili e comuni che i genitori si trovano ad affrontare durante la crescita dei propri figli. È normale sentirsi impotenti di fronte a una crisi improvvisa del proprio bambino, chiedendosi se si sta agendo nel modo giusto per gestirla. Come distinguere quando un capriccio è una fase normale dello sviluppo e quando diventa un vero problema? Come possiamo gestirli senza commettere errori che rischiano di peggiorare la situazione?
Per rispondere a queste domande, abbiamo intervistato Mario Di Pietro, psicologo e psicoterapeuta specializzato in problematiche emotive e comportamentali dell'età evolutiva. Nell'episodio di 'Genitori dalla A alla Z' – il podcast realizzato da Nostrofiglio.it ed Edizioni Erickson dedicato ai genitori di bambini dai 0 ai 10 anni – abbiamo esplorato insieme le cause e le caratteristiche dei capricci, così come le strategie più efficaci per affrontarli.
In questo articolo, riassumiamo i punti principali emersi dall'intervista: dalla natura dei capricci alla loro gestione, passando per il ruolo del temperamento del bambino e l'importanza della coerenza educativa.
Scopriamo insieme come affrontare questa sfida quotidiana dell'essere genitori.
Ascolta il podcast con i consigli dell'esperto.
Perché a due anni iniziano i capricci?
Perché i bambini intorno ai due anni stanno sperimentando il mondo e ovviamente ci sono vari tipi di capricci a vari livelli di intensità e di frequenza. E' proprio la diversa intensità e frequenza che contraddistingue quando un capriccio è un vero e proprio problema che va affrontato o quando fa parte del normale sviluppo di crescita del bambino. Bisogna dunque tenere d'occhio proprio questi due fattori: intensità e frequenza.
Se i capricci fanno parte di una fase normale della crescita, dovrebbero diminuire verso i sette-otto anni, quando il bambino sviluppa maggiori capacità di autoregolazione. Se i capricci persistono oltre questa età, è possibile che ci sia un problema di fondo che richiede un'attenzione specifica.
Quando i capricci diventano problematici
La problematicità di un capriccio dipende da diversi fattori. Un capriccio può essere considerato più complesso se si manifesta non solo a casa, ma anche in altri contesti, come la scuola, le attività sportive o altri ambienti sociali. Quando un bambino ha difficoltà ad adattarsi alle regole e il suo comportamento capriccioso diventa ricorrente fuori dal contesto familiare, è il momento di affrontarlo più seriamente. Al contrario, i capricci che si verificano solo in casa sono generalmente più gestibili.
Oltre al contesto, anche il temperamento del bambino gioca un ruolo importante nella manifestazione dei capricci. Ogni bambino nasce con caratteristiche temperamentali proprie, identificabili fin dai primi mesi di vita. Queste caratteristiche possono essere smussate e modificate attraverso le esperienze, ma restano sempre riconoscibili. Ad esempio, un bambino con un temperamento collerico sarà più incline a esplosioni di rabbia e capricci. Tuttavia, il temperamento non è l'unico fattore in gioco: anche l'approccio educativo dei genitori ha un grande impatto.
Il legame tra capricci ed emozioni
I capricci sono spesso legati alla difficoltà dei bambini nel regolare le proprie emozioni. Nei casi in cui il bambino fatica particolarmente a gestire le sue emozioni, potrebbe essere il sintomo di un problema più profondo, come un disturbo da deficit d'attenzione con iperattività (ADHD) o un disturbo oppositivo provocatorio. È quindi fondamentale distinguere tra capricci che fanno parte del normale processo di crescita e quelli che indicano un problema emotivo più serio.
Gli errori più comuni dei genitori
Uno degli errori più frequenti dei genitori è la mancanza di coerenza. Questa incoerenza può manifestarsi in due modi: tra i genitori (quando reagiscono in modo diverso allo stesso comportamento del bambino) o nello stesso genitore (che reagisce in maniera diversa a seconda del suo stato d'animo). Mentre una certa flessibilità è necessaria, l'incoerenza può confondere il bambino e impedirgli di avere dei punti di riferimento chiari per imparare a gestire il proprio comportamento.
Un altro errore comune è quello di promettere ricompense per far cessare un capriccio. Ad esempio, se il bambino non vuole uscire perché sta guardando un cartone animato, il genitore potrebbe essere tentato di promettergli un gelato per convincerlo. Questo approccio, però, rischia di insegnare al bambino che i capricci vengono premiati, rafforzando così il comportamento indesiderato.
Le promesse di ricompensa possono funzionare, ma devono essere fatte al momento giusto, quando il comportamento del bambino è neutro o adattivo.
Come gestire i capricci in pubblico
Gestire i capricci in pubblico può essere particolarmente difficile per i genitori, spesso a causa del timore del giudizio altrui. In questi casi, molti genitori tendono a cedere, cercando di accontentare il bambino per far cessare il capriccio il più rapidamente possibile. Tuttavia, è importante imparare a tollerare la frustrazione e non farsi condizionare dalle pressioni esterne. Inoltre, è possibile agire in modo proattivo, preparando il bambino in anticipo a situazioni potenzialmente problematiche, come una visita al supermercato, e lodando il suo buon comportamento durante l'esperienza.
L'importanza del rinforzo positivo
Il rinforzo positivo è un elemento chiave nella gestione dei capricci. Lodare il bambino quando si comporta bene, soprattutto in situazioni potenzialmente difficili, è un modo efficace per incoraggiare comportamenti adattivi. Ad esempio, se il bambino accetta di uscire senza fare capricci, è il momento giusto per lodarlo e, eventualmente, promettergli una piccola ricompensa.
Per concludere, uno dei consigli più importanti per i genitori è quello di favorire lo sviluppo della competenza socio-emotiva del bambino. Spesso ci si concentra solo sull'accudimento fisico o sull'evitare comportamenti problematici, ma è essenziale aiutare il bambino a riconoscere e gestire le proprie emozioni. Un bambino che sviluppa una buona competenza emotiva sarà più capace di affrontare situazioni frustranti e di regolare il proprio comportamento.
I capricci fanno parte del normale sviluppo del bambino, ma la loro gestione richiede attenzione, coerenza e consapevolezza. Imparare a distinguere tra capricci "fisiologici" e comportamenti problematici, evitare errori comuni e promuovere il benessere emotivo del bambino sono passaggi fondamentali per una crescita serena.
Che cosa è genitori dalla A alla Z
"Genitori dalla A alla Z" è un podcast di Nostrofiglio.it e Edizioni Erickson rivolto a genitori di bambini e bambine dai 0 ai 10 anni.
Un podcast per parlare dell'avventura della crescita, tra ostacoli e imprevisti, risorse e possibilità.
Questa puntata è stata condotta da Cristina Zivelonghi con la partecipazione di Mario Di Pietro.
La scena iniziale è stata interpretata da Maura Pettorruso.
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