Per migliorare il linguaggio dei nostri bimbi non è importante il tempo passato a parlare al bebè, ma la qualità della conversazione.
A dirlo è uno studio dello University of Washington's Institute for Learning & Brain Sciences che ha voluto analizzare i benefici del cosiddetto parentese, una forma d'inglese pensata appositamente per comunicare con i pargoli.
Secondo i risultati della ricerca infatti, i bimbi esposti a questa particolare forma di comunicazione presenterebbero in poco tempo perfomance linguistiche e un vocabolario sensibilmente migliori rispetto agli altri coetanei.
Una lingua per genitori
Il parentese non è il semplice "baby talk", fatto di vezzeggiativi e parole pronunciate con toni cantilenanti, ma
un linguaggio codificato basato sull'utilizzo di parole reali, un'intonazione adeguata e vocali molto pronunciate, per aiutare il bimbo a recepirle meglio.
Lo studio, pubblicato su Developmental Science, ha provato a verificare se l'apprendimento di questo linguaggio da parte dei genitori portasse effettivi vantaggi allo sviluppo comunicativo dei figli.
L'esperimento
Per fare ciò, il team di ricercatori coordinati da Naja Ferjan Ramírez ha radunato un campione di 77 genitori con rispettiva prole, la cui età si aggirava intorno ai 6 mesi di vita.
I partecipanti sono poi stati smistati in due diversi gruppi: il coaching group e il control group.
I genitori di entrambi i gruppi dovevano far indossare un leggero registratore al proprio figlio (o figlia) per un periodo ininterrotto di due settimane a cadenze regolari tra il sesto, il decimo ed il quattordicesimo mese di vita.

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Mentre le mamme e i papà del gruppo "di controllo" dovevano semplicemente limitarsi a registrare ogni suono intorno al bimbo, i genitori del coaching gruop dovevano anche partecipare a sedute nelle quali alcuni esperti offrivano loro consigli e consulenze riguardo l'utilizzo del parentese e la comunicazione diretta con il bambino.
«Mogli genitori sanno che la quantità di linguaggio "percepito" dai loro bambini è importante. Ciò che abbiamo condiviso con loro attraverso l'allenamento mostra che come si parla potrebbe esserlo ancora di più - ha spiegato Naja Ferjan Ramírez - abbiamo spiegato loro la ricerca dietro il parentese, rendendoli consapevoli della connessione tra i loro input linguistici e i risultati ottenuti dai bimbi».
Stando ai dati raccolti, negli 8 mesi dell'esperimento, le facoltà linguistiche dei bambini i cui genitori si erano sottoposti alle sedute di coaching erano migliorate del 15%.
Il metro di giudizio per simili analisi è stato fornito classificando il cosiddetto "babbling" dei piccoli partecipanti, ossia l'uso di consonanti, vocali e sequenze fonetiche riconducibili a parole di senso compiuto.
«L'apprendimento linguistico può essere innescato durante la normale routine giornaliera come il cambio dei pannolini, la spesa al supermercato o il momento della pappa - ha concluso Ferjan Ramírez - Ogni momento d'interazione conta e i genitori possono impegnarsi per crearne il più possibile e lavorarci con metodo».