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Come aiutare i bambini ad alleviare lo stress e le tensioni

di Niccolò De Rosa - 31.01.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Possibili cause, segnali rivelatori e consigli utili per riconoscere stress e tensioni nei bambini e aiutarli a stare meglio

In questo articolo

Lo stress è roba da grandi? Assolutamente no. Anche i bambini possono sentirsi sotto pressione e accusare psicologicamente l'insorgere di problematiche legate all'età (tensioni famigliari, difficoltà scolastiche o relazionali, ecc...), soprattutto in questi anni di pandemia che stanno mettendo a dure prova la salute mentale di milioni d'individui, giovani e meno giovani.

E in questi casi, la figura genitoriale diventa cruciale per il superamento della crisi.

Come accorgersi se un bambino è stressato?

I bambini ci parlano anche senza aprire bocca, bastano i loro atteggiamenti a comunicare la presenza di un disagio. Occorre dunque tenere sempre gli occhi bene aperti, soprattutto in presenza di situazioni ambientali potenzialmente complicate come un lutto, un problema in famiglia o qualche guaio tra i banchi di scuola.

I segnali più comuni per capire se un bambino è stressato infatti sono:

  • Mal di pancia frequenti non giustificati da alcuna patologia in corso.
  • Alterazioni dell'appetito. Se un bimbo inizia a mangiare troppo o troppo poco ci sono buone probabilità la causa sia di tipo psicosomatico.
  • Irritabilità e/o sbalzi d'umore.
  • Problemi del sonno (incubi, difficoltà ad addormentarsi ecc...)
  • Mal di testa frequenti.
  • Denti che si digrignano troppo spesso.
  • Stanchezza cronica.

Stress nei bambini: possibili cause

Anche in assenza di problematiche serie come un lutto o un contesto famigliare complicato, la società moderna favorisce non poco l'incremento di situazioni potenzialmente stressanti per un giovane.

Impegni scolastici

L'ambiente scolastico è la fonte primaria di stress per un giovane, in quanto occupa la maggior parte del tempo e i pensieri di un bambino per almeno cinque giorni a settimana. Compiti, verifiche e interrogazioni rappresentano il primo momento in cui ci si trova a fare i conti con le aspettative di qualcun altro (un insegnante, un genitore, perfino sé stessi), rischiando di deluderle.

Un insuccesso scolastico, un brutto voto o la difficoltà a tenere il passo con gli altri compagni (magari a causa di un DSA) può trasformarsi in un peso insopportabile per un bambino, che quindi reagisce.

Poco tempo libero

Sport (magari più di uno), ripetizioni, lezioni di uno strumento musicale: coinvolgere i bambini in attività extrascolastiche è importante per lo sviluppo e la crescita personale di un individuo, ma non lasciare abbastanza tempo per lo svago può risultare deleterio tanto quanto abbandonare il giovane a sé stesso.

I bambini infatti non solo necessitano di riposo fisiologico, ma è in quei sacrosanto momenti di pausa e di gioco che ricaricano le pile e danno sfogo alla creatività. Persino non fare assolutamente nulla talvolta è necessario: la noia è molto formativa!

Famiglia

Anche le dinamiche famigliari possono rivelarsi grandi fonti di stress. Le tensioni tra genitori o le difficoltà socio-economiche rappresentano i casi più eclatanti, ma anche una famiglia apparentemente felice e senza problemi può stressare un bambino con aspettative troppo elevate, regole comportamentali troppo rigide o la mancanza di tempo di qualità trascorso insieme a causa di ritmi di lavoro troppo intensi.

Relazioni e bullismo

Un bambino preso di mira da un bullo o con difficoltà a stringere nuove amicizie è un soggetto particolarmente esposto allo stress. Nell'era digitale poi, soprattutto per gli adolescenti il rischio è che problemi già esistenti vengano esasperati dalle dinamiche Social, le quali moltiplicano le occasioni per essere vessati (cyberbullismo) o fare i conti con la propria scarsa popolarità (vedendo ad esempio immagini e video di feste cui non si è stati invitati).

Come aiutare i bambini ad alleviare lo stress

Quando un bambino è stressato è fondamentale che percepisca il sostegno incondizionato dei genitori. Anche in caso di un brutto voto, ad esempio, va benissimo impartire una ramanzina o perfino optare per una punizione, ma il giovane non deve veder mai messo in discussione il rapporto con la mamma o il papà deluso. Dunque ok la severità, ma senza esagerazioni.

Sempre in caso di scarsio profitto scolastico, è poi sempre meglio interrogarsi sulle cause: il bambino ha preso un pessimo voto perché non ha studiato o c'é sotto qualcosa di più? Ha difficolà nell'apprendimento? Ci sono problemi con i compagni o la maestra? Farsi queste domande non vuol dire giustificare a priori un figlio poco studioso, ma mantenere uno sguardo a 360 gradi sulla situazione, in modo da non trascorare problemi che potrebbero aggravarsi. Poi se invece il ragazzo è solo svogliato, allora si agirà di conseguenza.

In general dunque, i consigli sempre utili sono:

  • Non ricoprire i bambini di troppe aspettative o responsabilità. 
  • Tenerli fuori da eventuali problemi famigliari. Ciò non significa tenerli all'oscuro da tutto, ma fare in modo che le difficoltà non si ripercuotano sui rapporti interpersonali tra genitori (o familiari) e i bambini.
  • Cercare complicità con i figli, senza stare sempre a giudicarli. Il nido familiare dovrebbe essere un porto sicuro e confortevole anche in caso della più nera delle giornate.
  • Non fare sempre paragoni con altri bambini. Si rischia di avvilire, non di spronare.
  • Incoraggiarli, magari coinvolgendoli in attività in cui possono riuscire.
  • Permettere loro di poter avere il controllo di alcuni momenti della giornata (es: gestione dei momenti di svago o scalta dello sport da praticare).
  • In caso di necessità, non avere vergogna di rivolgersi ad un aiuto esterno (qualificato) per gestire il momento di difficoltà.

Fonti

OMS; Medlineplus

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