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Come aiutare i figli a fare le scelte giuste

di Federica Baroni - 06.04.2016 - Scrivici

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Fonte: alamy
Volete iscriverlo a nuoto, ma lui non vuole; pensate di mandarlo a inglese e lui preferisce musica; ha tutti nove e sogna l'alberghiero per diventare uno chef stellato... Insomma i desideri dei figli non sempre coincidono con quelli dei genitori. E allora come si fa? "Intanto dipende dall'età, con i bambini piccoli le decisioni spettano sempre ai genitori, mentre dalla preadolescenza è fondamentale la comunicazione" spiega Daniele Novara pedagogista e fondatore della Scuola Genitori che lunedì prossimo affronterà il tema di come aiutare i figli nelle scelte. 

In questo articolo

"Aiutare i figli nelle scelte. Come i genitori possono sostenere i figli in un proprio progetto di vita" è è stato il tema di un incontro del 2016 della Scuola Genitori fondata da Daniele Novara e Fulvio Scaparro. Leggi anche: Scuola per genitori a Milano: come aiutare i figli nelle scelte

 

Abbiamo chiesto a Daniele Novara, pedagogista e direttore del Centro PsicoPedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, di anticiparci cosa significa aiutare i figli nelle scelte.

 

Leggi anche: Come farsi ubbidire dai figli senza urlare (e perché è meglio)

 



 

Quale deve essere il ruolo dei genitori nelle scelte dei figli?

I genitori sono una risorsa fondamentale, una base, un punto di partenza da cui i figli prendono le mosse per costruirsi un loro futuro.


Il compito del genitore è quindi fornire materiale per il viaggio di questo figlio. E il materiale è sia umano sia educativo, affinché il progetto di vita possa essere costruito adeguatamente. E' giusto quindi che i genitori abbiano sogni futuri per i figli e verso questi devono spingerli, ma senza soffocarli né sostituirsi a loro".


Quando i figli sono piccoli chi sceglie?

devono essere i genitori a prendere le decisioni.


Se, ad esempio, i genitori iscrivono a un corso di nuoto il figlio e questo non vuole andare alla prima lezione, i genitori, sapendo quanto è importante (e anche divertente) saper nuotare, possono scegliere di portarlo ugualmente in piscina nonostante la forte opposizione. Il rifiuto del piccolo a questa età può essere un semplice capriccio o il voler mettere alla prova i genitori. Molto probabilmente, dopo i pianti iniziali, a fine lezione sarà contento e tornerà volentieri.

Certo, se dopo tre lezioni il bambino continua a piangere, a questo punto è forse meglio che i genitori rivedano la loro scelta.

Se, per fare un altro esempio, i genitori hanno scelto di iscrivere il piccolo al corso extrascolastico di inglese e lui desidera fare musica perché ci vanno tutti i suoi amichetti, è possibile che i genitori scelgano di acconsentire al suo desiderio; di per sé non è un decisione sbagliata, basta che i genitori siano consapevoli che sono loro a scegliere di assecondare un desiderio, magari considerando che il corso d'inglese lo farà il prossimo anno.

La cosa fondamentale è che gli adulti non lascino mai scegliere i bambini, altrimenti si crescono piccoli tiranni.

Con un bambino di sei anni non si discutono le scelte ma si cerca di prendere le decisioni giuste per lui tenendo in conto dei suoi desideri".

E con i figli preadolescenti e adolescenti?

"La situazione cambia con l'inizio delle medie. Con la preadolescenza le capacità cognitive dei ragazzi sono maggiori ed è quindi normale che siano loro a voler prendere le decisioni che li riguardano. Ma spesso queste scelte non sono le stesse che vorrebbero per loro i mamma e papà.

Leggi anche: Figli adolescenti: 5 dritte ai genitori

Ad esempio, può capitare che un ragazzo che ha ottimi voti voglia fare l'alberghiero perché ha visto una puntata di un talent di cucina; oppure che una ragazza voglia mollare la danza classica, dove è una piccola promessa, per fare pallavolo per seguire la nuova amica del cuore.

In questi casi i genitori sanno che il figlio o la figlia rischiano di perdere un'occasione.

Gli adolescenti sono per natura poco concentrati, svagati, seguono le mode del momento. Vanno quindi aiutati a prendere le decisioni giuste, ma i genitori non devono sostituirsi a loro.

A questo punto è fondamentale il ruolo del padre (se c'è), meno coinvolto emotivamente, meno portato a vedere il figlio come un bambino e meno iperprotettivo della madre.
In preadolescenza il front office deve essere il padre che deve intervenire in modo da indirizzare il figlio nella scelta migliore".

Ma come deve fare un padre per guidare il figlio a fare la cosa giusta?

"A questa età è fondamentale la comunicazione, che non significa né parlare né fare sermoni o peggio ancora l'amicone dei figli.

Ma comunicare, cioè illustrare in modo asciutto, emotivamente distaccato, senza eccessi di parole, gli scenari che il ragazzo ha davanti.

Solo così il figlio può arrivare da solo a una decisione consapevole.

Leggi anche: Come essere un bravo papà: 5 regole sul ruolo del padre

Per dirla con una battuta tratta dal film Truth – Il prezzo della verità: “Se ti chiedono l'ora, rispondi e non spiegare come funziona l'orologio”.

Come e dove:

Prossimi appuntamenti della Scuola Genitori in cui si parla del libro "Non è colpa dei bambini" di Daniele Novara.
Lunedì 23 ottobre il libro di Daniele Novara "Non è colpa dei bambini" sarà presentato a Milano nell'ambito del primo incontro della Scuola Genitori di Milano.
Sabato 18 novembre, a Milano, Daniele Novara sarà a Book City per presentare "Non è colpa dei bambini", presso il nuovo Teatro in Maciachini.
Altri incontri della Scuola Genitori dove verrà presentato il libro: Casale Monferrato (AL) il 10 novembre; Terranuova Bracciolini(AR) il 19 gennaio; Filottrano (AN) il 23 febbraio. Albino (Bg) e Lecco con date da definirsi.
Per info: www.cppp.it;
email: info@cppp.it ;

Aggiornato il 23.10.2017

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