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Come comportarsi con un bambino dispettoso

di Rosy Maderloni - 20.12.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Fa perdere la pazienza e sembra non ci siano soluzioni: come comportarsi di fronte a un bambino dispettoso? Risponde la pedagogista e formatrice.

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Come comportarsi di fronte a un bambino dispettoso

Si fa presto a dire che un bambino è una piccola peste indisponente e indisciplinata, soprattutto quando la pazienza è al limite. Come comportarsi con un bambino dispettoso senza perdere le staffe? Ci aiuta Maria Valeria Napolitano, pedagogista, formatrice e fondatrice del CPN, Centro Pedagogico Napolitano di Morbegno.

Cosa si intende per bambino dispettoso?

Nella maggior parte dei casi i bambini definiti "dispettosi" hanno una personalità speciale, con il loro comportamento svelano molte cose e lanciano tanti messaggi: bisogna saperli interpretare - dichiara Napolitano -. Però è necessario avere anche la capacità di capire cosa succede in famiglia e qual è la situazione ambientale e sociale che alimenta certi atteggiamenti insopportabili per altre persone: 'essere dispettosi' è un comportamento "di confine". Questi bambini mettono a dura prova i genitori perché si mettono spesso nei guai, vanno verso i maggiori 'pericoli domestici' e hanno un'energia infinita: la buona notizia è che di frequente sono personalità creative che hanno bisogno di essere indirizzate con molta pazienza e attraverso il dialogo verso il rispetto delle regole e dei genitori. 

Perché i bambini fanno i dispetti?  Ci sono diversi motivi che provocano un 'effetto tsunami': 

  • A volte sono stanchi per regolare ogni pulsione, qualche volta la gelosia verso fratelli o sorelle fa commettere gesti spiacevoli: in questi casi bisogna far emergere il problema e far capire ai bambini la loro importanza, dando maggiori attenzioni. 

  • In altri casi è, invece, una semplice necessità di muoversi dopo ore trascorse in spazi ristretti (in classe, ad esempio) e hanno bisogno di sfogare la loro energia. In questi casi è bene portarli in un parco a giocare e a stancarsi. 

  • Altre volte, il disturbo continuo delle attività che svolgono i genitori, il danneggiamento degli oggetti e l'eccessiva esuberanza nascono da una necessità di ricevere maggiori attenzioni.

    Capita quando papà e mamma sono troppo impegnati o con la mente occupata da mille pensieri: questi bambini chiedono sguardo e attenzione". 

Emozioni e dispetti dei bambini

"C'è sempre un'emozione nascosta dietro al comportamento aggressivo: che sia rabbia, desiderio, bisogno, curiosità, interesse - chiarisce l'esperta -. Un primo consiglio nella gestione dei 'dispetti' è incominciare a verbalizzare tutte le conseguenze, anche sul piano emotivo. Lavorate sul rispetto e sui sentimenti dell'altro, ma tenete anche presente che il bambino quasi sempre si esprime per capacità emulativa: il modo di esternare le emozioni, quali sono approvate o disapprovate, viene  osservato in famiglia e poi a scuola. Evitate di farlo assistere a comportamenti poco rispettosi nella vostra relazione coniugale, ma quando questo avviene (dal momento che siamo esseri umani), non esitate a riconoscere i vostri errori, e a spiegare il vostro comportamento. Potete, se lo ritenete necessario, chiedere l'aiuto di un esperto che vi suggerisca come lavorare su questi aspetti. Il comportamento dispettoso sottende spesso una richiesta di attenzione, ma è bene in questo caso lavorare anche sul come esprimere i propri bisogni in modo opportuno". 

Bambini dispettosi con i genitori

"Altra caratteristica che attribuiamo ai bambini è quella di volersi deliberatamente opporre ai genitori - commenta la pedagogista -. Quasi che le loro proteste fossero fatte apposta per non dare soddisfazione ai grandi. In realtà, si potrebbe anche pensare che siamo noi, gli adulti, a opporci ai bambini: basta un piccolo no del genitore per innescare una protesta esagerata. Il bambino ha tutte le ragioni per manifestare il proprio scontento, il proprio dispiacere, il proprio desiderio di comportarsi diversamente. E questo non per far torto a noi o perché è testardo o capriccioso. Ma perché anche lui ha le sue idee, le sue preferenze, i suoi desideri. Perché non dovrebbe esprimersi con i genitori, che sono le persone che più di chiunque altro dovrebbero essere pronti ad ascoltare i suoi bisogni? Certo, i bimbi piangono, a volte urlano o si buttano per terra perché non hanno abbastanza parole per esprimere emozioni molto forti.

Perché controllare le emozioni, incanalarle, gestirle è difficile. Ci sono adulti che ancora non riescono a gestire bene la collera, come possiamo pretendere un buon controllo da un piccoletto di due anni? Non giudichiamo male i bambini alle prese con questa tappa impegnativa della crescita. Accettiamo queste manifestazioni come una parte del percorso. Una parte non facile, che a volte mette davvero a dura prova la nostra pazienza, ma che fa parte della relazione tra genitori e figli".

I capricci sono un’opportunità educativa?

"Sì, perché ci danno l'occasione per aiutare i bambini a esprimere desideri ed emozioni come la frustrazione, la delusione e la rabbia in modo diverso. Per imparare ci vuole tempo: un attacco di dispetti è un'esplosione emotiva straripante che avviene quando il vostro bambino sente di aver perso il controllo. E' la dimostrazione pratica di ciò che il piccolo prova in quel momento: caos, confusione e sconforto e si verifica in presenza della persona che si ama di più. Se li accompagniamo con pazienza e affetto, mostrando con l'esempio come si mantiene la calma e accettandoli anche nei loro momenti no, impareranno più facilmente. E saranno più sereni".

Bambino dispettoso: come contenerlo

"Con i bambini ultravivaci non serve a nulla il tono nervoso, stizzito e la faccia da duri - aggiunge Napolitano -: bisogna avere una grande pazienza per spiegare loro le cose. La loro testardaggine deve essere gestita con dolcezza, calma e autorevolezza. Castighi eccessivi e atteggiamenti di sfida non portano a nulla con questo tipo di personalità. Il tono di voce deve essere fermo e deciso ed è inutile urlare. Si possono adottare alcune tecniche per spezzare i momenti di crisi, magari facendo una cosa che non si aspettano: donando loro un abbraccio. Inutile anche inventarsi punizioni esagerate in tenera età, che non comprenderebbero: quando sono troppo piccoli c'è il rischio che vengano interpretate male.

Fare il genitore è un mestiere molto difficile: bisogna utilizzare empatia e connettersi con il complicato mondo dei bambini. Certo, bisogna saper intervenire con determinazione, lucidità, prendendo dei provvedimenti quando è necessario, ma senza farci travolgere da istinti rabbiosi e violenti. L'autocontrollo è d'obbligo per un buon genitore, soprattutto con piccole pesti. Del resto, i bambini dispettosi non esistono, esistono adulti stanchi, occupati, frettolosi e senza pazienza".

L'intervistata

L'intervistata è la d.ssa Maria Valeria Napolitano, pedagogista, formatrice e fondatrice del Centro Pedagogico Napolitano a Morbegno, Sondrio.

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