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Come fare (e come non fare) promesse ai bambini

di Stefano Padoan - 05.04.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Non bisognerebbe fare promesse ai bambini con leggerezza: la pedagogista Elisabetta Rossini ci spiega che significato hanno per loro

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Come fare promesse ai bambini

Capita a tutti i genitori, ogni tanto, di fare promesse ai bambini. A volte per tranquillizzarli di fronte a una loro paura, altre volte per rispondere a una richiesta o arginare i loro capricci. Ma che valore ha per nostro figlio la promessa di un adulto? E come interpretare le promesse che ci fanno i bambini? La pedagogista Elisabetta Rossini dello Studio Rossini Urso ci spiega quando e come fare promesse ai bambini.

Bambini e promesse: che valore hanno per loro

«Teniamo presente - esordisce Rossini - che i bambini credono a quello che diciamo, a maggior ragione se siamo gli adulti di riferimento con cui hanno una relazione stabile di fiducia. Per questo ogni promessa che facciamo loro va presa con delicatezza e serietà». Il valore che dunque i bambini attribuiscono alle promesse, in particolare alle nostre, è alto; e ricordiamoci che insegniamo loro molto di più con il nostro esempio che con le parole: «Mantenere le promesse è innanzitutto una questione di rispetto di nostro figlio come essere umano, ma ha anche un alto valore educativo».

Promesse ai bambini: due tipi

Possiamo individuare due categorie di promesse:

  • Di rassicurazione. "Hai paura di addormentarti da solo? Ti prometto che sto di fianco a te e se ti svegli e mi chiami io vengo subito" oppure "Oggi non possiamo andare al parco ma so che ti piace: ci andiamo domani". «In questo caso si tratta di una promessa "buona", perché di comprensione emotiva: dice al bambino che avete capito il suo disagio e lo accogliete esercitando la vostra funzione genitoriale di protezione. E' come dire loro "io ci sarò"».

  • Di premio o punizione. Sono quelle promesse che facciamo a volte per svincolarci da situazioni che stanno diventando di difficile gestione: "Se vieni via dal parco senza piangere ti compro il gelato" oppure "se non mangi tutto, non ti porto a calcio".

    «Qui si innesca un meccanismo ricattatorio per convincere il bambino a fare ciò che vogliamo in cambio di qualcos'altro. Può capitare, soprattutto al termine di una giornata stancante, di adottare questo sistema; tenetelo però come eccezione, è pericoloso invece se diventa la modalità di relazione con vostro figlio. Il bambino così - anche se fa ciò che gli chiedete - non impara le regole, ma solo che esiste una strategia per ottenere qualcosa».

Cosa succede se non mantengo una promessa a mio figlio

Ad essere più deleterie, se non mantenute, sono le promesse del secondo tipo: provocano rabbia, delusione e frustrazione. «A lungo andare, se ha provato ripetutamente sulla sua pelle che non rispettate ciò che dite, vostro figlio non vi crederà più. Si sentirà smarrito e non saprà più se credervi anche in situazioni in cui magari state facendo promesse "buone": anche un nostro incoraggiamento ("Ci sono qui io") di fronte alla paura di tuffarsi in acqua rischierà di cadere nel vuoto».

Come fare promesse ai bambini: 5 consigli

Quali promesse fare ai bambini? E come formularle?

  1. Mantenete le promesse. Una promessa a un bambino va mantenuta, altrimenti rischiate di minare la loro fiducia in voi e la vostra credibilità ai loro occhi.

  2. Poche ma buone. Dosate le promesse, provando a non usarle mai per ottenere dei buoni comportamenti da vostro figlio: «Da un lato per dare valore a questo tipo di interazione, dall'altro affinché vi sia più facile rispettarle».

  3. Promettete ciò che potete mantenere. La vostra parola è un impegno: «Non lasciatevi scappare promesse difficilmente realizzabili perché vi siete fatti prendere dalla rabbia o dall'ansia. Ad esempio: "L'anno prossimo andiamo a Disneyland" può essere a metà tra una promessa e un vostro desiderio, ma potrebbero entrare in gioco tante variabili che vi renderanno impossibile il viaggio.

    Meglio una bella sorpresa in questo caso. Evitiamo poi esternazioni come "Non ti porto mai più al parco". Per noi queste frasi possono non avere valore letterale, ma per i bambini sì: se dopo 3 giorni li portiamo al parco, la promessa/minaccia è vanificata».

  4. Promesse concrete. Per questo motivo è importante esercitarsi nel rendere concrete le promesse. «Se vostro figlio vuole usare le forbici, non dite loro "domani te le faccio usare" ma "domani quando avrò più tempo inizio a insegnarti come si usano"».

  5. Promesse vicine nel tempo. Circoscrivete nel tempo la ricaduta delle vostre promesse. «Più i bambini sono piccoli (fino alla seconda/terza elementare) più è necessario fare promesse nel raggio della settimana. Meglio dire "domani non ti porto al parco" che "non ti porto per un mese": non è la durata temporale che conta, ma il fatto che ciò accada davvero. Per i più piccoli anche "domani" non ha un significato temporale forte, ma pronunciatelo pure, perché così iniziano a misurarsi con il tempo. Dopo gli 8-9 anni si può promettere più a lungo termine, sapendo tuttavia che questo provocherà in loro un certo stato di eccitazione e attesa che va limitato».

Cosa fare se non mantengo una promessa a mio figlio

A volte, anche rispettando i 5 consigli visti in precedenza, capita che degli imprevisti ci impediscano di mantenere una promessa a nostro figlio. «Niente paura, i bambini sono in grado di capire: scusatevi, ammettete che è vero, glielo avevate promesso e spiegate che non siete riusciti per alcune ragioni; anche se fossero che vi siete dimenticati o che lo avevate detto con troppa superficialità. Essere onesti e prendersi la propria responsabilità è la migliore forma di educazione per vostro figlio».

Cosa non promettere mai ai bambini

Se minacce e premi non sarebbero mai da promettere, ci sono due argomenti che è ancora più importante non siano mai oggetto di promessa: il cibo e l'affetto.

«"Se finisci il piatto puoi guardare il cartone" è una frase che rende il momento del pasto una fonte di ansia e, talvolta, il cibo un tramite per ottenere l'amore dei genitori e per manipolare la relazione. Se la crescita di vostro figlio è corretta secondo il pediatra, non forzatelo a finire tutto. "Se prendi 10 saremo orgogliosi di te" è un'altra frase molto pericolosa. Un conto è chiedere l'impegno: è educativo, anche e soprattutto se poi il bambino dovesse fallire perché si renderebbe conto che a contare per i genitori è stato il suo sforzo. Un altro è chiedere un risultato che in più viene associato non a una soddisfazione intrinseca di aver fatto bene, ma a un premio/ricatto di tipo affettivo».

Le promesse dei bambini

Capita che anche i genitori chiedano ai figli delle promesse, soprattutto di "fare i bravi" e "non fare più" qualcosa di sbagliato. Ma ha senso far promettere qualcosa ai bambini?

  • Non prendeteli alla lettera. «I bambini quando ci promettono qualcosa vogliono sinceramente mantenerla. Però vivono nel presente e per loro il "mai più" dura fino a sera: se riescono per tutto il giorno a comportarsi bene, ce l'hanno fatta». Dopo due giorni però potrebbero ricadere nei precedenti comportamenti, e a questo punto non ha senso che vi arrabbiate come se avessero tradito la promessa: il loro grado di autocontrollo è ancora limitato, così come la capacità di conoscersi e prevedere le situazioni e le proprie relative reazioni. «Hanno tutta l'infanzia e l'adolescenza per imparare che i comportamenti dipendono dalle emozioni che provano: hanno bisogno di anni per gestire certe emozioni e manifestarle attraverso comportamenti adeguati. Non date loro dei bugiardi ma, quando vi siete calmati, ritornate sull'episodio ricordando anche loro che vi avevano promesso un comportamento migliore».

  • Chiedete impegni sostenibili. Non siate vaghi: dovete aiutare vostro figlio, con richieste concrete e circoscritte nel tempo, a capire cosa volete da lui: «"Fai il bravo" sul marciapiede non lo traducono immediatamente con la richiesta di darvi la mano. "Ti impegni a darmi la mano finché non siamo arrivati al parco?" è invece una richiesta più comprensibile e fattibile».

  • Fare del proprio meglio. "Promettimi che farai il bravo" è una pretesa eccessiva e irrealizzabile: «L'unità di misura delle vostre richieste deve essere il bambino che avete di fronte con i suoi pregi e i suoi limiti. Ecco perché a vostro figlio potete chiedere di promettervi, invece, che "farà del suo meglio": qualcosa di sostenibile e soprattutto educativo, che al centro non mette il risultato ma il suo impegno e la sua volontà».

L'intervistata

Elisabetta Rossini è pedagogista dello Studio Rossini Urso (assieme alla collega Elena Urso). È autrice di numerosi libri dedicati alla genitorialità, tra cui "I genitori devono essere affidabili, non perfetti" (Edizioni Edicart, 2015), "Dudù e la torcia magica" (Edizioni Edicart, 2019) e "Clio e l'arpa magica" (Edizioni Edicart, 2021).

 

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