Spesso la si sente pronunciare dai bambini più piccoli e anche dai più grandicelli: si tratta della frase "Mi annoio". Ed è pronunciata soprattutto in estate, stagione che separa la fine dell'anno scolastico in corso da quello nuovo.
Questa, inoltre, è un'estate molto particolare per l'emergenza epidemiologica legata alla diffusione del Covid-19, poiché gli spostamenti sono stati notevolmente ridotti e tante famiglie con bambini trascorrono a casa più tempo del solito.
Abbiamo intervistato a tal proposito Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva, che lavora come ricercatore presso il Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università degli Studi di Milano, dove è docente di Educazione Sanitaria e Prevenzione.
Come affrontare la noia nei bimbi?
«Intanto noi adulti dobbiamo iniziare ad autorizzarla, cioè a non avere l'ansia del doverla immediatamente rimuovere o cancellare, e a permettere al bambino che la noia diventi uno spazio vuoto che venga percepito e sentito in ciò che ha da comunicare sia nella parte più frustrante sia nella parte più attivante.
In quest'ultimo caso la noia mette in movimento, perché diventa una porta che apre al mondo delle passioni e del coinvolgimento attivo, permettendo al bambino di costruire nuovi percorsi proprio al fine di togliere il senso di vuoto».
Quali sono l'importanza e i benefici della noia?
«In una vita che di solito noi facciamo diventare piena di tantissimi impegni, la noia è quello spazio destrutturato che chiede al soggetto di fare una ricerca attiva, affinché possa essere abitato in maniera soddisfacente. In età evolutiva la noia è proprio un motore forte per imparare l'autonomia e per indirizzare gli interessi verso le attività che danno soddisfazione».
Perché nonostante la situazione particolare la noia resta importante?
«La noia è un'esperienza che i bambini non hanno quasi mai vissuto prima di adesso. Ora, dopo la pandemia, in questi tempi nei quali occorre fare attenzione a tante cose e con la riduzione delle attività che erano già "pronte e proposte", tutto è un po' più destrutturato e la noia arriva di sicuro più frequentemente, obbligando noi genitori a stare di più al fianco dei bambini, mentre prima, ad esempio, si accompagnavano i figli in vari luoghi, si andava di fretta, ci si organizzava in maniera esagerata, ecc.
Oggi, in quello "stare dentro la noia", c'è un "sostare" (un "fare sosta") che piano piano diventa un "saper stare", nell'ambito del quale si acquisiscono competenze e il bambino gradualmente si organizza».
La noia durante le vacanze: come affrontarla?
«Sicuramente permettendo al bambino di avere a disposizione strumenti, possibilità, esperienze che può scegliere e che diventano per lui gratificanti. Come diceva la Montessori, il tema importante per il bambino è avere un ambiente a sua misura, all'interno del quale lui si può muovere ed esplorare. Se ha materiali, strumenti, attività tra i quali può scegliere, la noia scompare.
I genitori devono avere la possibilità di offrire al bambino la relazione, dunque importante è non lasciare i più piccoli da soli, altrimenti la noia diventa più pesante e potente. Infatti, se i bambini sono già due o tre si organizzano e trovano il loro modo per attraversare la noia e per trasformarla in attività condivise.
Se il bambino è solo, è fondamentale che la noia non venga cancellata da uno schermo che si accende, perchè ciò lascia il piccolo nella stessa situazione passiva in cui si trovava quando sperimentava la noia. Con lo schermo il bambino si lascia riempire, mentre la noia impone che lui trovi un suo modo attivo per riempire il senso di vuoto».
Che cosa rispondere a un bambino che dice "Mi annoio"?
«Da un lato si può dire al piccolo: "Sarà così per almeno una mezzora», dunque facendo vedere che l'adulto non arriva subito a riempire il vuoto e dando al bambino il messaggio che la noia è una cosa che bisogna affrontare e attraversare, perché lui stesso troverà il suo modo per gestirla.
Dall'altro si può provare a dire in concreto «Ci sono 2 o 3 cose a disposizione: il libro che stavi leggendo ieri, le matite e i pennarelli e i fogli, il pallone fuori in cortile, ecc.». Dunque, mostrargli che quando lui pensa di non disporre di nessuna attività (perché sicuramente spera che qualcuno gliela indichi), deve invece attivarsi, capendo che ne ha già alcune a disposizione. L'adulto ha in questo caso il compito di indicare al piccolo quali sono le attività fattibili o già intraprese».