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Come insegnare ai bambini a riconoscere le emozioni?

di Giulia Foschi - 09.03.2018 - Scrivici

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Fonte: ipa agency
Il riconoscimento e la gestione delle emozioni sono abilità importantissime che vanno incentivate e sviluppate già dai primi anni di età.  Il linguaggio è la chiave per farlo, giocare a dare i nomi a quello che si prova è una possibile strategia.

In questo articolo

Una fifa blu, rosso di vergogna, giallo di gelosia, verde d'invidia, arancione di gioia e grigio di tristezza. Le emozioni sono come uno spettro di colori, ci attraversano, ma non sempre siamo capaci di dare loro un nome: è importante imparare fin da piccoli a riconoscerle e a gestirle, per uno sviluppo equilibrato. Sara Agostini, insegnante e dirigente scolastico, le racconta in modo semplice e divertente nel libro «Le sei storie delle emozioni», uno strumento utile per giocare a capire quello che si prova insieme ai propri figli.

La difficoltà di comprendere le emozioni


Spesso, in famiglia come a scuola, si presta molta attenzione allo sviluppo cognitivo del bambino, poca a quello emotivo. Il risultato si nota in adulti incapaci di gestire le proprie emozioni, con esiti in alcuni casi anche abbastanza infelici.

«Quando insegnavo filosofia in una scuola superiore ero colpita dalla difficoltà dei ragazzi nella gestione di emozioni anche piuttosto semplici – racconta l’autrice -. Il mio pensiero andava a fatti di cronaca violenti, casi limite chiaramente, che però nascono dalla stessa matrice. Poi, da dirigente scolastica in un istituto comprensivo, ho riscontrato la stessa difficoltà e una diffusa fragilità anche nei bambini. Per questo ho iniziato a scrivere questo libro e a portare avanti all’interno della scuola un percorso sulle emozioni».


Intelligenza cognitiva ed emotiva


«Il progetto di educazione alle emozioni è stato faticoso, perché l’idea di lavorare sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva è ancora visto con sospetto. Eppure, è chiaro che lavorando sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva migliora anche quella cognitiva, perché il bambino che sta bene a scuola impara di più e apprende meglio, mentre se è disturbato da emozioni negative si distrae, non ascolta. Il benessere complessivo è importante, è la base: andrebbe tenuto in considerazione, ma spesso lo si sottovaluta».


Come raccontare le emozioni ai bambini


Come fanno quindi mamma e papà ad "allenare" i propri figli a riconoscere le emozioni?

ASCOLTARE. «Il primo consiglio che mi sento di dare è quello di ascoltare e parlare tanto – continua Agostini –, spronando i bambini a dare un nome alle cose che provano, perché più è vasto il loro linguaggio, meglio riescono a descrivere ciò che sentono, e più saranno capaci di gestirlo. Questo vale anche con i bambini piccoli, che non hanno un vocabolario molto ricco».

DISEGNARE. «Ci si può dedicare al linguaggio in modo giocoso, disegnando faccine e dando un nome alle espressioni: attraverso le parole impariamo a riconoscere quello che c’è dentro di noi.

LEGGERE. «Non dimentichiamoci poi di dedicare tempo alla lettura, che è sempre un ottimo "aggancio" per parlare di mille cose».


La gestione del conflitto


Un esempio di come si può applicare in modo pratico il riconoscimento delle emozioni è la gestione di una situazione di conflitto, ad esempio un litigio tra fratelli, o tra amici.

«A scuola chiediamo ai bambini di mettersi nei panni dell’altro, chiedendogli cosa l’abbia portato a comportarsi in un certo modo. Funziona anche attraverso le storie, immedesimandosi nei personaggi di un racconto. Poi chiediamo ai bambini di aspettare un attimo prima di presentare le emozioni, e prima di reagire. Interiorizzare, parlare, dire come ci si sente. Questo lavoro aiuta a sviluppare una capacità importantissima, che in futuro li aiuterà nelle relazioni, di ogni genere».

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