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10 tipi di comportamenti scorretti nei bambini: che cosa fare

di Niccolò De Rosa - 01.02.2019 - Scrivici

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Fonte: Ipa-agency
Cosa fare quando le abbiamo provate tutte ma i nostri figli continuano ad assumere comportamenti negativi? Ecco qualche consiglio esperto

In questo articolo

Come comportarsi quando le abbiamo provate tutte e nonostante ciò i nostri figli continuano ad assumere comportamenti scorretti?

Ogni genitore prima poi incappa in questo dilemma e non è raro che la soluzione per uscire da simili impasse sia quella meno consigliabile (es: arrendersi o inasprire a dismisura le punizioni).

Per questo motivo il sito BabyCenter ha raccolto le opinioni di alcuni esperti del settore per rispondere a dieci domande esemplificativi proveniente da altrettanti genitori "disperati".

Eccone un riassunto.

1 - Mio figlio litiga con il fratello

Nel primo caso sottoposto agli "addetti ai lavori" una madre lamentava il comportamento aggressivo del figlio di 2 anni nei confronti del fratello maggiore (4 anni). Ultimatum e punizioni non sono servite a placare il bambino.

Che cosa fare? Secondo gli esperti, separare i due fratelli durante la lite è un inizio, ma ovviamente occorre andare più a fondo. Il primo errore da non commettere e continuare nella distinzione "figlio buono", "figlio cattivo", perché ciò non fa altro che istigare la cattiva condotta del piccolo.

A quell'età infatti nessun bimbo fa del male con l'intenzione, quindi la sculacciata non solo è superflua, ma dannosa, perché trasmette prevaricazione e aggressività.

Un espediente per incanalare l'energia del bambino dunque potrebbe essere quella di fare in modo che i due fratelli abbiano un gioco a testa - in modo da evitare liti - oppure utilizzare qualche cuscino o pupazzo come anti-stress per il fratellino un po' esagitato.

Il quadro dipinto dalla seconda madre potrebbe essere comune a molti: figlia molto attiva, fatica a concentrarsi, tempi interminabili per vestirsi al mattino, niente letto o lavaggio dei denti prima di un bel capriccio. Vi ci trovate?

Che cosa fare? Le soluzioni a questo problema risiede nell'instaurare un rapporto di collaborazione con la bambina: rendiamola partecipa dell'esigenza di vestirsi al mattino in tempi utili, magari preparando insieme il necessario la sera prima o chiedendo direttamente a lei in che modo si potrebbe uscire fuori di casa senza troppe storie.

Per facilitare il processo, può essere un'idea anche chiederle di redigere una lista delle cose che servono per andare a scuola: a quel punto la bimba si sentirà responsabilizzata.

Cosa si può fare quando nostro figlio racconta storie esagerate sul suo conto e continua a vantarsi con gli amici di risultati mai effettivamente ottenuti?

Criticare e dirgli che i suoi amici non gli crederanno più serve a poco. Gli esperti consigliano di empatizzare e cercare di ribaltare la prospettiva.

Che cosa fare? Nell'esempio presentato dalla madre rivoltasi a BabyCenter, il bambino si vantava di essere cintura nera di karate (ovviamente falso). Una risposta a simili vanterie dunque potrebbe essere:

«Cintura nera? Wow, è un grande obiettivo. Ti piacerebbe ottenerla per davvero?».

Dietro a questi atteggiamenti però si potrebbe nascondere un bisogno d'attenzione. Far sapere ai vostri figli che li apprezzate anche se non sono perfetti (o, in questo caso, cintura nera) è una gran cosa!

Altro grande classico: «mio figlio rimanda sempre tutti i suoi doveri e fa i capricci».

Che cosa fare? In questi casi serve fermezza e chiarezza. Dopo aver spiegato chiaramente al bimbo il giusto comportamento (es: se c'è una cosa da mettere a posto, la si mette a posto subito), si passa "all'offensiva" proponendo alternative (es: i giochi fuori dal loro posto verranno buttati. Meglio giocare e rimettere in ordine o perdere il giocattolo?).

Essere collaborativi ed empatia servono anche per disinnescare i capricci. Facciamo capire ai bimbi perché una certa cosa non può essere fatta, senza mettersi subito a gridare.

Anche qui la violenza non si combatte con la violenza (ergo: niente sculacciate), Che cosa fare? Meglio isolare il bambino durante gli eccessi di collera e riservargli un angolo dove sbollire e riflettere. Quando poi si sarà calmato, allora si può provare a ragionare.

Ovviamente entrambi i genitori devono remare dalla stessa parte: niente tolleranza quando il piccolo picchia qualcuno! (Leggi anche: la sedia della riflessione, serve o non serve?)

Per alcuni bimbi lo squillo del telefono sembra essere un richiamo per fare baccano e impedire la comunicazione.

Che cosa fare? Se dopo le normali spiegazioni il comportamento persiste, allora il genitore può anche separarsi fisicamente dal bambino quando si comincia una conversazione telefonica. All'inizio il pargolo non la prenderà bene, ma poi metabolizzerà il breve distacco.

Fondamentale poi insegnare la pazienza, il cui apprendimento però richiede tempo. Se il bambino ha qualcosa da fare mentre si sta parlando al telefono, il processo sarà più facile.

Talvolta la troppa sincerità passa per insolenza, ma in ogni caso è bene che ogni bambino impari che non si può dire sempre tutto quello che ci passa per la testa.

Che cosa fare? Se il nostro piccolo ha l'abitudine di ribattere sempre e comunque, occorre contrastare colpo su colpo ad ogni mancanza di rispetto, spiegando sempre perché certe cose non possono essere dette (Es: «non chiamare gli altri stupidi. È davvero offensivo») e invitando il bambino a riformulare la frase denigratoria con toni più gentili e costruttivi.

Molti bambini attraversano quella fase in cui sembra che facciano apposta a comportarsi all'esatto contrario di ciò che gli viene richiesto, mettendosi di traverso ad ogni imposizione e non perdendo occasione per complicare la vita del genitore.

Che cosa fare? Una soluzione al problema potrebbe essere quello di responsabilizzare il piccolo, ricompensandolo (senza esagerazioni) per ogni atteggiamento collaborativo.

Nostra figlia si comporta male, viene punita... E sembra che non gliene freghi niente!

Che cosa fare? In questi casi non serve privare a priori, ma fare in modo che la bambina si guadagni quello che vuole (es: un gelato) comportandosi a dovere.

Niente grida, niente sguardi truci. Di fronte ad una marachella si deve assumere un atteggiamento comprensivo e chiedere cosa verrà fatto per rimediare.

Parallelamente, la chiave vincente può rivelarsi l'elogio di ogni azione positiva, in modo che la piccola si senta apprezzata e invogliata a fare sempre meglio.

Per alcuni bimbi il pianto disperato è la risposta a qualsiasi situazione di disagio.

Che cosa fare? Le strade percorribili da un genitore allora possono essere:

  • Ignorare con ostentazione il pianto
  • Mandare il bambino in camera fino a quando non si sarà calmato (senza però perdere a sua volta il controllo) e non avrà cominciato ad usare una voce non lagnosa
  • Prevenire le lacrime captando le avvisaglie e assumendo atteggiamenti concilianti (es: un caldo abbraccio) prima di spiegare con chiarezza che i problemi vanno risolti, e non seppelliti sotto un'interminabile frignata.

Per approfondire: come educare i bimbi secondo il metodo Montessori e come farsi obbedire senza urlare

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