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Consigli per allenare i figli ad affrontare gli imprevisti della vita

di Sara De Giorgi - 25.02.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
È possibile aiutare i bambini a fronteggiare i cambiamenti non previsti della vita, tra cui anche quelli portati dalla pandemia. Abbiamo intervistato il professore Alberto Pellai, chiedendogli validi consigli per aiutare i genitori ad allenare i più piccoli ad affrontare gli imprevisti.

In questo articolo

L'arrivo del Covid-19 ha stravolto la vita di tutti. E, in modo particolare, la vita di bambini e ragazzi. Ma, per quanto sia grande e terribile il rischio del virus, la vita è comunque ricca di imprevisti. Tutto può cambiare e in qualsiasi momento. Detto ciò, come aiutare i più piccoli a fronteggiare gli eventuali imprevisti dell'esistenza? 

Alberto Pellai, scrittore, medico, psicoterapeuta e ricercatore presso l'Università degli Studi di Milano, e Barbara Tamborini, psicopedagogista e autrice di diversi testi sull'età evolutiva, hanno recentemente scritto un libro intitolato Noemi nella tempesta (De Agostini), romanzo con l'obiettivo di aiutare i genitori ad "allenare" i ragazzi a fronteggiare la vita e gli imprevisti di questa, insegnando loro che, anche a distanza e nelle difficoltà, è sempre importante fare squadra.

Il libro racconta la storia di Noemi, una ragazza come tante che si ritrova all'improvviso a vivere una quotidianità diversa dal solito, obbligata a stare chiusa in casa a causa di un virus chiamato Covid-19 che sta contagiando moltissime persone. Si tratta di una storia di coraggio e determinazione.

Abbiamo intervistato il professore Alberto Pellai, chiedendogli di darci alcuni validi consigli per aiutare i genitori che leggono Nostrofiglio.it ad allenare i più piccoli ad affrontare gli imprevisti.

Aiutare i bambini ad imparare dagli imprevisti

«Uno dei messaggi del libro riguarda i cambi di copione, le disavventure, le avversità che ci accadono: nel momento in cui non ci rompono e non ci frantumano del tutto, comunque ci cambiano, ci trasformano, ci fanno evolvere e a volte ci rendono anche migliori.

Ciò accade a Noemi e a Luca e agli altri compagni della storia: a loro non piace nulla del brutto copione che arriva nella loro esistenza, ma attraversarlo e accogliere le sfide che questo mette nelle loro vite significa anche arrivare a un livello superiore di elaborazione, capendo le cose nuove che sono state apprese, sentendo il desiderio di ciò che si dava per scontato e che magari sembrava faticoso, che - invece - nella deprivazione diventa invece importantissimo.

È il caso della scuola». 

Perché è fondamentale fare squadra, soprattutto nelle difficoltà?

«Perché questo è il modo con cui gli essere umani hanno imparato ad affrontare i tempi difficili e le sfide. L'evoluzione ha messo all'interno del nostro codice genetico il fatto che noi umani abbiamo bisogno dell'altro, costruiamo reti relazionali e diventiamo una squadra.

Il coomportamento degli esseri umani è diverso rispetto a quello di altre specie viventi. Nel caso degli animali si fa branco e ciò porta all'affermazione del più forte a scapito del più debole. Gli esseri invece umani imparano a fare squadra e nella squadra il più forte protegge il più debole, il più vulnerabile.

Di fronte agli eventi sfidanti e alle tragedie la forza degli esseri umani è che, dopo essere stati impattati dall'onda che fa loro molto male e rischia di farli sentire persi e dispersi, ritrovano comunque la forza di generare la catena della solidarietà, la rete della cooperazione, la capacità di fare squadra». 

Consigli per allenare i figli ad affrontare gli imprevisti della vita

Ecco i consigli del professore Pellai per allenare i figli ad affrontare gli imprevisti della vita.

  1. «Il primo consiglio è per i genitori: nella tempesta non bisogna mai smettere di essere i "capitani coraggiosi" dei più piccoli. Bisogna avere un buon monitoraggio delle nostre reazioni emotive, delle parole che scegliamo per raccontare i fatti che ci accadono, sentire che siamo un modello cui i nostri figli si ispirano. Se vogliamo insegnare loro il coraggio, dobbiamo sentire che quel coraggio è dentro di noi non come una finzione, ma come qualcosa che anche noi abbiamo imparato e che vogliamo condividere. 
  2. Il secondo consiglio è non rimanere soli. Noemi e Luca nel romanzo sono apparentemente nemici giurati, c'è molta conflittualità anche per le diverse età, ma piano piano poi riescono a prendersi per mano e a viversi come supporto reciproco. Noi come genitori dobbiamo pensare a chi c'è vicino a nostro figlio, di pari età, che può essere per lui di supporto e di sostegno in questa fase della crescita.
  3. Il terzo è permettere sempre di dare parola a quello che stiamo vivendo, che stiamo attraversando, che stiamo sentendo e sperimentando. Il libro può essere davvero un buon esempio: i passaggi cruciali della storia, i personaggi, tristi, arrabbiati o impauriti (e che quindi evocano stati emotivi), possono aiutarci per aprire una porta su stati emotivi che anche noi abbiamo sperimentato con i nostri figli, o che abbiamo visto nei nostri figli. Possiamo, ad esempio, dire loro: "È capitato anche a te di provare la stessa rabbia di Noemi? Come hai reagito?". E, attraverso i processi di identificazione con i personaggi, è possibile favorire in loro i processi di elaborazione.
  4. Il quarto è permettere ai bambini di sentirsi dentro alle difficoltà, non impotenti, ma competenti, quindi capaci di avere un potere d'azione. L'idea è quella non solo di usare la parola come strumento di protezione nella crescita, ma di dare costantemente proposte, attivare i bambini nel fare qualcosa. Questo farli sentire attivi, competenti, capaci di fare cose anche nel tempo complesso consente loro di non essere in balia degli eventi, ma capaci di starci sopra».

“Noemi nella tempesta”

«Il libro è nato con l'idea di offrire una storia a bambini e ad adolescenti in cui potersi riconoscere e identificare rispetto alle molte sfide evolutive che hanno dovuto vivere in questo periodo di emergenza.

I piccoli così si ritrovano nelle vicende di Noemi e di Luca, raccontate non solo attraverso i fatti che hanno sconvolto il mondo, ma anche attraverso eventi che quei fatti (che hanno sconvolto il mondo) hanno messo nelle vite di tutti i bambini e i ragazzi che hanno visto modificata all'improvviso la loro esistenza».

A. Pellai - B. Tamborini, "Noemi nella tempesta" (De Agostini)

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