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Cos’è l’onoterapia, la terapia con l’asino

di Stefano Padoan - 30.10.2020 - Scrivici

asinoterapia
Fonte: Shutterstock
Interventi terapeutici, attività educative per le persone di qualsiasi età, in buona salute e che presentino problematiche anche gravi ( psico-emotive, relazionali, psico-affettive, cognitive, fisiche, organiche); sono servizi riferiti ai bambini (ma anche agli anziani) i cui benefici sono particolarmente indicati per l’autismo: scopriamo le molteplici applicazioni dell’asinoterapia

In questo articolo

Cos’è l’onoterapia, la terapia con l’asino

Sono ormai note a tutti le potenzialità della Pet Therapy, termine genericamente riferito agli interventi educativi o terapeutici coadiuvati dalla presenza di un animale. Gli animali però non sono tutti uguali e in particolare l'asino ha delle caratteristiche che si adattano perfettamente a tantissime applicazioni. Paolo Regis, Presidente della Cooperativa sociale A Passo d'Asino ci spiega cos'è la onoterapia (da ónos, "asino" in greco) e a chi si rivolge.

Gli Interventi Assistiti con gli Animali

«Seppur molto usato, Pet Therapy è un termine improprio - precisa l'esperto - perché si riferisce ai piccoli animali domestici e quindi non a tutti. In Italia la dicitura corretta, normata nel 2014 dal Ministero della Salute, è Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) e comprende le attività con cani, gatti, conigli, cavalli e asini. E se con le prime 3 specie gli interventi riguardano il prendersi cura dell'animale, negli altri due casi, trattandosi di grandi animali, alla cura si affianca la presa in carico della persona da parte dell'animale (che ad esempio, anche dal punto di vista fisico, è in grado di portare in groppa l'utente). Si tratta sempre di esemplari addestrati in maniera specifica e certificati secondo requisiti sanitari, comportamentali e attitudinali».

I professionisti dell’onoterapia

Le Linee Guida nazionali hanno definito anche le modalità di lavoro: «Inserendosi con il suo temperamento tipico nella relazione educativa, il ruolo dell'asino è quello di mediare tra l'utente e le figure educative: sono équipe di lavoro multidisciplinari che si modulano in base all'intervento previsto; come può cambiare anche l'animale, perché non tutti gli esemplari sono adatti a tutti gli obiettivi. Di norma il responsabile del progetto è uno psicoterapeuta o un medico, poi sul campo possono esserci uno psicologo o un educatore professionale, sempre accompagnati dal coadiutore dell'animale: è colui che gestisce l'animale in sede di intervento, si occupa della sua cura e del percorso di addestramento, dell'eventuale trasporto.

Altra figura professionale è il medico veterinario responsabile della tutela e benessere animale in stretta sinergia con il coadiutore. Tutte queste figure devono essere formate per la specificità degli Interventi Assistiti con gli Animali e per questo essere riconosciute dal Ministero della Salute».

Asinoterapia: in sella ad un animale empatico

Il perno dell'onoterapia è l'asino, animale docile ed empatico: «L'asino fa sentire subito accolti, mette di buonumore. È un animale affettuoso che ha grandi capacità relazionali e ama il contatto fisico. Non è un "piccolo cavallo" come si potrebbe pensare, ma è diverso per atteggiamento e indole: è statico e riflessivo; è più calmo e paziente. Di fronte a stimoli negativi (pensiamo a bambini iperattivi) l'asino sta, non si sottrae mentre il cavallo tende a fuggire: l'asino infatti attorno a sé crea accoglienza e tranquillità, il cavallo invece rimane accogliente ma votato a una maggiore dinamicità. Ecco perché il primo è più orientato alla relazione (adatto ad esempio a interventi di psichiatria), il secondo ad aspetti di riabilitazione motoria».

Per chi è indicata la terapia con l’asino

L'asino è un po' il trait d'union tra le attività di cura e quelle legate alla possibilità di montargli in groppa. Questo lo rende l'animale che arriva davvero a tutti, sia perché non crea selezione (qualcuno può essere intimorito dalla mole del cavallo o un anziano può non avere sufficiente forza fisica), sia perché si adatta ad attività più statiche o in movimento: «Sta all'aperto nel suo centro, ma può anche entrare in strutture come scuole, ospedali o RSA. Ecco perché l'attività di mediazione con gli asini può essere rivolta a ogni età e sia a persone sane che affette da Alzheimer, con disabilità fisiche, psichiche e neuromotorie, disturbi dello Spettro Autistico, Sindrome di Down, difficoltà cognitive, bullismo, Disturbi dell'Apprendimento (DSA), Sindrome da Iperattività e Deficit dell'Attenzione (ADHD)».

Benefici dell’onoterapia, la terapia con l'asino

Gli interventi possono essere dunque terapeutici ma anche educativi o ludico-ricreativi: «Rapportarsi a un essere vivente diverso, con tempi e esigenze sue, aiuta gli utenti a socializzare, aumenta autostima e fiducia in se stessi, è efficace nella riabilitazione fisica quanto nella cura di disagi affettivi e relazionali o nel controllo delle emozioni. L'asino non scalcia, come pensano in molti, ma si impunta: se non vuole fare una cosa non la fa. Qui si impara ad affrontare una difficoltà, una battuta d'arresto, a gestire la frustrazione. La lentezza dei movimenti, il calore corporeo, i tempi lunghi dell'asino poi rilassano e riducono ansia e battito cardiaco, rendendolo adatto ad anziani e cardiopatici. In generale prendersi cura di un animale è un percorso per prendersi cura di sé e mettersi in relazione con se stessi e con gli altri».

Attività con gli asini

Con gli asini si può lavorare da terra o in movimento e le attività vanno dallo spazzolamento con brusca e striglia alla camminata in un prato conducendo l'asino a piedi, in groppa o su un carretto, per lavorare sulla fiducia e sull'affidarsi. «Facciamo la pulizia di occhi e naso, in cui bisogna acquisire manualità e delicatezza e in cui insegniamo perché l'asino lacrima molto e come respira. Piace molto la pulizia dei piedi, perché i bambini sono attratti dagli zoccoli e pulirli per bene li rende orgogliosi per aver superato la paura di un animale grande. Un esercizio che infonde accoglienza, serenità, contenimento e protezione è sdraiare i bambini sul dorso dell'animale, ascoltando il suo respiro. Si possono fare anche piccole gimkane per migliorare le dinamiche di gruppo o attività di inclusione dove l'esperto dell'animale è il compagno di classe diversamente abile».

Onoterapia e autismo: quali benefici?

Proprio per l'attitudine fortemente improntata alla relazione e alla pazienza, l'asino è molto indicato in caso di autismo: «L'animale da un lato rispetta i tempi della persona autistica e dall'altro sopporta di buon grado eventuali comportamenti "molesti".

Molti genitori raccontano come i loro figli, agitati magari dalla reattività di un cavallo o dall'irruenza di un cane, si siano poi trovati a loro agio con un asino. Collaboriamo spesso con Spazio Autismo di Bergamo: gli utenti si sentono accolti e stimolati ad entrare in relazione con l'asino e con gli operatori il tutto attraverso piccoli progressi che per la tipologia dell'utenza sono grandi conquiste».

L’intervistato

Paolo Regis è Presidente della Cooperativa Sociale A Passo d'Asino, che dal 2010 si occupa di onoterapia in ambito terapeutico, educativo, ludico-ricreativo prevalentemente nelle province di Milano, Monza Brianza e Bergamo. I servizi organizzati sono svolti primariamente al Parco Nord Milano così come presso i cortili delle scuole o degli istituti; ulteriori contesti sono rappresentati dall'Oasi di Baggero (Merone), il Parco Regionale della Valle del Lambro. Oltre agli Interventi Assistiti, "A Passo d'Asino" organizza servizi quali Centri Estivi, Team Building, attività per famiglie.

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