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Covid-19, l'impatto della pandemia su bambini e adolescenti

di Sara De Giorgi - 22.01.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Qual è stato e qual è l'impatto della pandemia su bambini e adolescenti? Un libro da poco pubblicato ha affrontato la questione.

In questo articolo

L'impatto della pandemia

Siamo ancora in piena emergenza sanitaria, ma già alcuni esperti hanno valutato i primi effetti della pandemia su adolescenti e bambini.

Un volume recentemente pubblicato ha affrontato la delicata questione, offrendo una prima stima dell'impatto del Covid-19 sui più piccoli. Il libro in questione si chiama Bambini, adolescenti e Covid-19. L'impatto della pandemia dal punto di vista emotivo, psicologico e scolastico (Erickson) ed è a cura di Stefano Vicari e Silvia Di Vara.

L'obiettivo del libro è realizzare una valutazione dell'impatto dell'emergenza sugli aspetti emotivi, psicologici e scolastici dei minori e cercare di individuare possibili snodi critici e strategie percorribili: dal salvaguardare il benessere emotivo, familiare e relazionale, al garantire una frequenza scolastica di qualità, anche, e soprattutto, per alunni con disabilità. Con i contributi, tra gli altri, di V. Lingiardi, D. Lucangeli, N. Perini, G. Stella, D. Ianes, R. Bellacicco, A. Sansavini, E. Trombini, A. Guarini.

Abbiamo intervistato uno dei curatori del libro, Stefano Vicari, responsabile dell'U.O.C. di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, Dipartimento di Neuroscienze, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e professore ordinario di Neuropsichiatria infantile, Università cattolica di Roma, che ci ha spiegato qualcosa in più sui risultati offerti dal libro. 

L'impatto della pandemia sugli aspetti emotivi e psicologici dei minori

«Li stiamo ancora valutando. Molti risultati, tratti da studi eseguiti e da osservazioni fatte in ospedale, si riferiscono alla prima ondata. Sappiamo che il lockdown, ossia il periodo della chiusura totale, ha comunque determinato un aumento di disturbi psichiatrici tipici», ossia

  • dell'irritabilità (dato che ricorre spesso),
  • di una difficoltà del sonno
  • e di un aumento degli stati d'ansia e depressivi. 

Soprattutto irritabilità e disturbi del sonno sono trasversali a bambini e ad adolescenti. Negli adolescenti invece c'è stato anche un aumento degli aspetti depressivi, e dunque una maggiore chiusura.

Cosa è accaduto invece a scuola?

«Quello della scuola non è un argomento di cui mi occupo direttamente, ma di certo l'interruzione frequente della didattica e la modalità a distanza non hanno facilitato il livello di apprendimento. 

Posso invece affermare che una fascia di maggiore debolezza è quella di bambini e adolescenti con difficoltà preesistenti al Covid-19, identificabili in disturbi dello sviluppo come l'autismo. La chiusura per loro ha significato anche un'interruzione temporanea o prolungata della terapia, cioè della possibilità di avvalersi di aiuti specializzati. Ciò li ha posti in una condizione di maggiore fragilità.

La chiusura della scuola è un aspetto che andrebbe valutato con grande attenzione, perché con esso viene meno un elemento centrale nella crescita dei ragazzi, ossia la relazione con i coetanei, con la possibilità di sperimentare relazioni positive. Stare chiusi in casa porta a un minore rapporto tra pari e rende dominante invece il rapporto con i genitori». 

Adolescenti e bambini, gli aspetti più difficili durante la pandemia

«Sicuramente gli adolescenti hanno risentito della chiusura più dei bambini.

Per i bambini il rapporto con i genitori è dominante: i genitori sono ancora le persone con cui normalmente ci si confida. Quando si arriva all'adolescenza diventa molto più importante il rapporto con i pari: a 14 o a 15 anni non si parla tanto con papà o mamma, ma con il compagno o con la compagna di banco o della classe accanto. 

Gli adolescenti risentono molto dell'isolamento perché non riescono a compensare, come fanno i bambini, dal rapporto con i genitori. Per gli adolescenti il rapporto con i coetanei è vitale.

I bambini hanno risentito della chiusura e soprattutto della difficoltà a muoversi fisicamente. Sono stati mediamenti meno coivolti degli adolescenti: inoltre, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, durante la seconda ondata, non sono state chiuse.

Le scuole superiori sono state, invece, fortemente penalizzate»., specifica il prof. Vicari.

Strategie per reagire: consigli per supportare i minori in questo periodo delicato

Ecco le quattro strategie, suggerite da Stefano Vicari, per supportare i minori durante l'emergenza sanitaria.

  1. «Occorre che i genitori diano continuità alla presenza con i propri figli. Essere presenti significa essere vigili rispetto alle difficoltà che possono comparire e riguardare il comportamento, la motivazione, ecc.
  2. Importante è anche condividere tempo con i figli: ciò vuol dire mantenere lo spazio e il tempo per il dialogo con loro. Se abbiamo poco tempo, l'interazione può divenire troppo assertiva o interrogatoria ("Come è andata oggi?", "Non fai mai nulla!"). Se abbiamo invece più tempo, possiamo concederci anche momenti di silenzio o di semplice condivisione di uno spazio (e ciò crea maggiore complicità e fiducia).
  3. Favorire ritmi di sonno-veglia che siano più regolari possibili (es. ci si sveglia presto anche se non si va a scuola, si va a dormire sempre alla stessa ora, ecc.).
  4. Mantenere per la giornata un'agenda che prevede varie azioni in relazione all'età dei bambini/ragazzi (lavarsi, vestirsi, rifare la stanza, dare una mano nelle faccende, collegarsi con la scuola, studiare, giocare, avere tempo per non far niente, ecc.). L'importante è il tempo sia programmato, in modo che i minori non abbiamo giornate vuote da riempire, le quali possono tradursi in pochezza di stimoli o nel rifugio protratto in strumenti elettronici (videogiochi, smartphone, ecc.)».

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