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I disturbi alimentari in adolescenza: come riconoscerli e a chi rivolgersi

di Rosy Maderloni - 27.02.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
I disturbi alimentari in adolescenza riguardano ragazze e ragazzi: come riconoscere i segnali di un disagio profondo e a quali professionisti rivolgersi?

In questo articolo

Disturbi alimentari in adolescenza

Qualunque storia vi abbiano raccontato di esperienze legate ai disturbi alimentari in adolescenza, ascoltatela con molta attenzione, fatene tesoro, ma non applicate cause, sintomi e risposte a quello che state vivendo nella vostra famiglia se pensate che vostro figlio o vostra figlia stia soffrendo di un disturbo del comportamento alimentare
 
L'adolescenza può rivelarsi una bomba a orologeria. Non sappiamo quale sarà il momento esatto dello scoppio, ma la miccia è accesa e un'esplosione di emozioni contrastanti e cambiamenti inonderà ragazzi e ragazze con una forza eccezionale. Questo momento di transizione dall'età dell'infanzia a individuo adulto è un passaggio tanto importante quanto delicato e il manifestarsi di alcuni disturbi può fare in questo periodo la sua apparizione con maggiore frequenza.
Come riconoscere, dunque, i sintomi della presenza di disturbi alimentari in adolescenza e come muoversi responsabilmente per fornire un aiuto efficace come genitore? risponde Milena Rota, psicologa al "Centro Elpis. Stare bene si può" di Ispra (Varese).

Come cambia la percezione del proprio corpo in adolescenza?

"Sicuramente in preadolescenza e adolescenza assistiamo ad alcuni cambiamenti corporei legati al momento della pubertà, che comprende, tra gli altri, lo sviluppo degli organi sessuali: nelle ragazze sarà sopraggiunto il menarca, le forme corporee cambieranno preparandosi in futuro a quella che sarà la maternità, nei maschi appariranno importanti oscillazioni ormonali accanto ai cambiamenti fisici come l'aumento della peluria corporea - introduce la psicologa -. Questi cambiamenti fisici si ripercuotono sulla percezione corporea a livello mentale: questi ragazzi sentono di passare da un corpo infantile a un corpo più strutturato e adulto e questo a volte destabilizza generando una serie di vissuti emotivi faticosi. Accanto a questo una serie di cambiamenti psicologici caratterizza questa età così particolare.
 

Immagine di sé e disturbi alimentari.

 
"A quest'età, dunque, va costruita una nuova immagine di sé e del proprio corpo - aggiunge Rota - in un contesto di accettazione. La condizione psicopatologica dei disturbi alimentari molto ha a che vedere con una percezione distorta del proprio corpo". 

I disturbi alimentari in adolescenza sono una malattia mentale?

"I disturbi alimentari si presentano come una condizione psicopatologica che implica una alterzione nel proprio comportamento alimentare:
  • su un versante restrittivo con la riduzione dell'introito calorico
  • o su un versante eccessivo e disordinato.
accanto ad una percezione distorta del proprio corpo e preoccupazione eccessiva per il proprio peso.
 
Il peso e la forma corporea non sempre sono oggettivamente e visibilmente alterati ma nei pensieri distorti che il ragazzo fa sulla propria condizione fisica si può intuire che qualcosa non va". La psicologa continua affermando che vi sono alcune caratteristiche che accompagnano in molti casi questo approccio con il cibo distorto, che può includere condizioni mentali di quali:
  • bassa autostima, 
  • perfezionismo, 
  • necessità di ipercontrollo,
  • comportamenti impulsivi
  • disturbi di personalità
  • altri disagi psicologici.

I disturbi più conosciuti e diffusi sono l'anoressia nervosa e la bulimia nervosa in adolescenza e secondo i dati di Epicentro (Istituto superiore di sanità) in Italia si contano tra il 0.2 e 0,8 di adolescenti che soffrono di anoressia mentre la bulimia riguarda tra l'1 e il 5% della popolazione della stessa fascia d'età.

Queste malattie colpiscono ancora prevalentemente le femmine in una fascia di età che va dai 10 ai 20 anni in un rapporto di 9 a 1 rispetto ai maschi. La pandemia ha incrementato la percentuale di casi e ridotto l'età media di insorgenza.

Traumi ed età infantile.

"Alcuni comportamenti più tipici dell'infanzia come la selettività alimentare generalmente spariscono con l'età, tuttavia se perdurano e compromettono la salute del bambino è bene prestare attenzione e intervenire al fine di prevenire lo sviluppo di una vera e propria dinamica alimentare distorta o vera fobia. Importante anche considerare la presenza di un vissuto traumatico che può associarsi a un vissuto negativo rispetto al cibo" continua Rota. 

Quali segnali osservare nei figli rispetto al rapporto col cibo e col proprio corpo?

Così la psicologa dell'età dello sviluppo riassume i principali sintomi legati ai disturbi alimentari in adolescenza.
  • Sintomi legati all'alimentazione:rispetto al rapporto con il cibo può osservarsi selettività alimentare, con eliminazione di alcune categorie di alimenti ritenuti "pericolosi" prima di tutti i carboidrati, fino al quasi totale digiuno, senza alcun accordo con un nutrizionista, abbuffate o iperalimentazione incontrollata. Accanto a questo possiamo notare comportamenti anomali come nascondere il cibo, alimentarsi di nascosto o mangiare da soli, sminuzzare il cibo e separarlo accuratamente nel piatto, ecc.
  • Sintomi legati al rapporto col cibo e al proprio corpo: il ragazzo è ipersensibile ai temi legati al cibo, legge attentamente le etichette dei prodotti e segue programmi di cucina e cucina volentieri per altre persone, anche cibi molto elaborati senza mai assaggiare. Si pesa frequentementeo o, al contrario, evita di pesarsi. Assume condotte compensatorie dopo aver mangiato ricorrendo all'assunzione di lassativi, al vomito, all'esercizio fisico eccessivo e al digiuno
  • Cambiamenti comportamentali e psicologici: l'adolescente ha un atteggiamento più rigido e tendente al controllo, spesso è uno studente modello a scuola così come al contrario può avere improvvisi cali nel rendimento, ha prestazioni elevate nell'ambito sportivo e in generale si pone standar prestazionali elevati rispecchiando il perfezionismo patologico, tipico di questi disturbi. Ha  elevata autocritica, bassa autostima e vissuti emotivi negativi. Si tratta, a volte, di adolescenti che non danno preoccupazioni alla famiglia.
  • Sintomi di salute generale: nelle ragazze può accadere di assistere a un'interruzione del ciclo mestruale o ritardo nel menarca. Possono insorgere poi complicanze a livello del funzionamento ematico, cardiologico e respiratorio che si associano a una stanchezza. Ancora, capelli e unghie appaiono rovinati e deboli, mani e piedi sono freddi. Nei bambini più piccoli, invece, un rallentamento dello sviluppo. 
  • Sintomi a livello sociale: la persona riduce il numero di occasioni per uscire, rinuncia alle esperienze conviviali e si isola, non porta avanti progetti o attività e manifesta, in alcuni casi, ansia sociale

Quali sono i passi da fare per un genitore in caso di disturbi alimentari in adolescenza?

"La prima cosa da fare è accettare, da genitore, questa condizione: prendere atto del disturbo è il primo passo, senza colpevolizzare e colpevolizzarsi. Importante un confronto col pediatra o medico di famiglia per un'analisi medica volta a capire il livello di gravità del disturbo. Il consulto psicologico è consigliato secondo un approccio multidisciplinare che possa prevedere la presa in carico dell'adolescente e della sua famiglia insieme a professionisti dell'area nutrizionale, endocrinologica, medica e neuropsichiatrica. Il processo di cura è lungo e richiede pazienza da parte di tutti, le ricadute sono possono presentarsi più volte ma la famiglia non deve perdersi d'animo e non deve essere lasciata sola". 

La presenza della famiglia.

"Resta fondamentale il supporto dei famigliari per questi ragazzi, seppur lo rifiuteranno e faticheranno a vedere il problema e accettare l'aiuto - conclude Rota -. Il fare squadra è e deve essere un obiettivo, una base di partenza e un punto fermo durante tutto il percorso, all'inizio sembrerà che i rapporto con i propri figli si incrineranno per le scelte direttive fatte dai genitori, ma nel lungo periodo, quando l'adolescente starà meglio e comprenderà il proprio disagio le cose andranno meglio.
Importante, in questi disturbi, è l'agire tempestivamente: quindi se avete dubbi o qualcosa vi spaventa non abbiate paura di chiedere aiuto".  
L'intervistata è Milena Rota, psicologa al "Centro Elpis. Stare bene si può" di Ispra (Varese).

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