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Disturbo dello spettro autistico e predittori

di Lorenza Laudi - 24.02.2021 - Scrivici

autismo
Fonte: Shutterstock
I pediatri possono riconoscere i possibili rischi di un disturbo dello spettro autistico, ma devono imparare ad individuare prima i predittori

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Un'individuazione precoce dei disturbi dello spettro dell'autismo è possibile? I pediatri possono riconoscere i possibili rischi di un disturbo dello spettro autistico, ma per farlo devono imparare ad individuare prima i predittori.

Che cosa sono i predittori

"Sono quei segnali che ci consentono sia di capire che il bambino manifesta delle disfunzioni, che di comprendere quelle potenzialita' che ci permettono di auspicare a prognosi migliori".

Tre predittori in sintesi sono:

  • rintracciare nei bambini la presenza della capacità di comprendere le intenzioni degli altri,
  • rintracciare la capacità di essere all'interno di un contagio emotivo, quale predittore dell'empatia,
  • rintracciare la strutturazione del gioco simbolico.

Questi tre aspetti, con una loro diversa gradualità, costituiscono per i pediatri dei predittori importanti del possibile sviluppo del bambino. Rappresentano, in sostanza, degli indicatori importanti per valutare precocemente il rischio che corre il bambino". Lo spiega chiaramente Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell'età evolutiva e responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia(IdO), che domani interverrà al corso sulla 'Individuazione dei disturbi del neurosviluppo 0-3 anni', realizzato gratuitamente dalla Societa' italiana di pediatria (Sip) in collaborazione con l'IdO, la Fondazione Mite, il Sindacato italiano specialisti pediatri (Sispe) e la Societa' italiana di neonatologia Lazio (Sin).

A questo link tutte le informazioni: https://sip.it/2021/01/15/disturbi-del-neurosviluppo-a-febbraio-parte-il-corso-di-aggiornamento/

I segnali di rischio

Proprio sul tema dei segnali di rischio è in via di pubblicazione sulla rivista 'Italian Journal of Paediatrics' un articolo scientifico dell'IdO scritto insieme ai pediatri della Sip sui 'Potenziali predittori di prognosi favorevole nei bambini con disturbo dello spettro autistico: il ruolo del pediatra'. Non è il primo studio pubblicato dall'Istituto in tema autismo. "Abbiamo condotto diverse ricerche su un numero molto importante di bambini- fa sapere la responsabile del servizio Terapie dell'IdO- studi gia' pubblicati su riviste scientifiche e consultabili sul sito dell'IdO.

Iniziare all'interno dei due anni di età

Ciò che abbiamo evidenziato, in particolare con quest'ultimo lavoro, è che otteniamo dei risultati di gran lunga superiori laddove l'intervento sia potuto iniziare all'interno dei due anni di età.

Ad esempio- continua la psicoterapeuta dell'età evolutiva- se prima, quando i bambini iniziavano la terapia a 3 anni – 3 anni e mezzo, ottenevamo dei risultati in 4 anni di terapia, oggi che iniziano prima, li otteniamo in 2 anni di terapia.

Intervenire in una disfunzione il prima possibile permette infatti di rimodificare il corso dello sviluppo - conclude - mentre se si interviene quando si è già strutturato un comportamento patologico, allora dovremo fare prima un lavoro di ristrutturazione e poi riprendere il cammino".

Per questo motivo l'obiettivo principe del corso Sip è promuovere, come sentinella, la figura del 'pediatra competente' nel rilevare i campanelli di allarme di possibili disordini neuroevolutivi nei bambini.

In loro aiuto l'IdO e la Sip hanno anche attivato uno sportello di consulenza gratuito e un ambulatorio, sempre gratuito, dove poter valutare tutti I bambini, sia con ipotesi di autismo che quelli nati prematuri, che i pediatri riterranno opportuno inviare per approfondimento.

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