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Disturbo Oppositivo Provocatorio nel bambino: cos’è, quali sono le cause e come intervenire

di Viola Stellati - 31.10.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Il Disturbo Oppositivo Provocatorio nei bambini è caratterizzato da rabbia frequente e mancanza di controllo sulle emozioni: cause, sintomi e cura

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Disturbo Oppositivo Provocatorio: cos’è e come intervenire

Alcuni bambini, principalmente in età scolare e prescolare, possono mostrare un umore spesso irascibile, irritabile e caratterizzato da comportamenti vendicativi e oppositivi. Attenzione, questo può succedere a chiunque, ma tale situazione potrebbe diventare un problema nei casi in cui questi modi di fare si verificassero in maniera frequente e per un periodo di almeno sei mesi. In tale circostanze si parla di Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP).

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio è una problematica legata al comportamento dei bambini. Coloro che ne soffrono non sono in grado di controllare le loro emozioni e, di conseguenza, i loro atteggiamenti. I bambini sono spesso arrabbiati al punto da mettere in atto comportamenti vendicativi, oppure oppositivi, che durano per un periodo di almeno sei mesi.

In genere viene diagnosticato intorno ai 6 anni di età, ma non sono rari i casi in cui i comportamenti tipici del disturbo si manifestano prima.

Sul DSM-V, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, si legge che il bambino affetto da Disturbo Oppositivo Provocatorio litiga spesso con gli adulti e i coetanei, non rispetta per nessuna ragione al mondo le richieste e le regole, risponde con un sorriso quando viene sgridato, irrita gli altri e li accusa dei proprio errori. Comportamenti che, se non gestiti, nel corso del tempo potrebbero compromettere significativamente la vita scolastica e famigliare, ma anche le relazioni con i coetanei. A seconda della gravità, inoltre, il DOP può colpire uno solo o tutti gli ambiti appena indicati.

Quali sono le cause di questo disturbo

Secondo uno studio condotto da Josephine Elia, è abbastanza difficile stabilire quanti bambini soffrano di questo disturbo: le stime variano enormemente perché i criteri diagnostici sono altamente soggettivi. A livello generale, però, la prevalenza nei bambini e negli adolescenti può raggiungere il 15%. Prima della pubertà, i maschi sono molto più colpiti delle femmine; dopo questa fase di crescita la differenza tra i due sessi diminuisce.

In sostanza, non è possibile individuare un'unica causa del Disturbo Oppositivo Provocatorio, ma nonostante questo la letteratura scientifica fornisce alcuni fattori di rischio che possono portare allo sviluppo del disturbo:

  • fattori di rischio genetici: per esempio la familiarità per il disturbo;
  • fattori di rischio ambientali: per esempio un ambiente sociale, culturale e familiare che non si prende cura del bambino o che ne abusa, sia a livello fisico che psicologico;

Tutto questo vuol dire che a favorire l'insorgenza del DOP potrebbe essere certamente la presenza dello stesso disturbo nel contesto famigliare, ma anche l'abuso di un bambino, l'avere un'educazione particolarmente rigida o inconsistente, l'assenza di supervisione, l'instabilità familiare e l'aver vissuto cambiamenti di vita stressanti.

La buona notizia, però, è che esistono anche fattori di protezione che aiutano il bambino a non sviluppare tale disturbo:

  • una buona qualità delle relazioni affettive;
  • un'educazione familiare costante e che abbia alla base la fiducia.

Trattamento del Disturbo Oppositivo Provocatorio

Fortunatamente, il Disturbo Oppositivo Provocatorio nei bambini non è permanente. Grazie ad alcune strategie di intervento, coloro che ne soffrono saranno in grado di controllare le loro reazioni e indirizzare la rabbia in maniera più efficace.

Questo vuol dire che per trattarlo in modo utile è necessario agire sia sull'individualità del bambino, sia sul contesto in cui è inserito: ci deve essere collaborazione anche da parte della famiglia, degli insegnanti e del personale specializzato.

Diventa necessaria, perciò, una psicoterapia che aiuti a comprendere i diversi meccanismi che precedono le risposte aggressive e che, allo stesso tempo, possa potenziare i comportamenti finalizzati a gestire la rabbia.

In questo processo i genitori effettueranno un percorso per imparare a dosare i comportamenti anomali del bambino. Lo stesso intervento, tra le altre cose, può essere presentato anche agli insegnanti.

Nei casi più gravi, o in seguito alla mancata riuscita della terapia psicologica individuale, una possibile soluzione è ricorrere all'uso di psicofarmaci utili a ridurre l'aggressività e l'impulsività del bambino.

È fondamentale sapere, tuttavia, che può avvenire solo sotto la supervisione del neuropsichiatra e che soprattutto deve essere associato all'intervento psicoterapeutico di cui vi abbiamo parlato sopra.

FONTI

Disturbo oppositivo-provocatorio

American Psychiatric Association. (2014). DSM-V Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, 5ª ed. Milano: Masson

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