Dormire nel lettone a 12 anni: giusto o sbagliato?
Dormire nel lettone a 12 anni non è un comportamento che può essere giudicato giusto o sbagliato. Non è però neppure la situazione ideale, in quanto già dai primi anni di vita il bambino dovrebbe imparare a dormire in uno spazio proprio e ad avere i suoi spazi, anche affinché la coppia possa mantenere i propri. Ne parliamo con il Dott. Alberto Ferrando, pediatra.
Esiste un’età “accettabile” per dormire nel lettone dei genitori? È giusto o sbagliato dormire nel lettone dei genitori a 12 anni?
"Ogni situazione va analizzata nello specifico. Inoltre, anche tra noi medici e professionisti ci sono idee molto diverse sul cosiddetto co-sleeping. In generale, tuttavia, dopo i 3 anni, e anche prima, bisognerebbe in ogni caso iniziare a far dormire il bambino nel suo lettino, e non è comune dormire nel lettone dopo i 7/8 anni. Dormire nel lettone dei genitori a 12 anni è un segnale che va compreso e analizzato. La scelta di dove fare dormire il proprio figlio spetta ai genitori e cambia in base a vari fattori e abitudini (e anche alla disponibilità di locali). A noi pediatri capita di ricevere madri che dormono, addirittura, con il figlio anche ad età superiori. Sono diverse la variabili da tenere in considerazione: ad esempio se siamo in presenza di una coppia o di un genitore solo (tipicamente la mamma), se il bambino dorme con entrambi i genitori o con un genitore solo (ancora una volta, molto più spesso la mamma)".
Perché un bambino tra i 10 e i 12 anni desidera dormire nel lettone?
"Se si è arrivati a questa età a dormire nel lettone qualcosa è andata storta nei primi periodi di vita. Comunque, una causa potrebbe essere l'ansia, (non solo del bambino ma anche del o dei genitori), ma occorre capire da che cosa quest'ansia deriva. Una separazione, tensioni nella coppia dei genitori, un vissuto personale particolare legato alla genitorialità, una casa troppo piccola o altro. Ancora una volta, bisogna entrare nello specifico: non possiamo giudicare a prescindere perché ogni situazione è un caso a sé e sono moltissimi gli aspetti che possono determinare questo comportamento.
Sicuramente è sempre utile parlarne con il pediatra, tenendo conto che ogni paura o aspettativa dei genitori tende a riversarsi sul bambino. Difficilmente il bambino vuole dormire con i genitori per una sua motivazione autonoma, salvo casi molto particolari. Per questo, ciò che davvero servirebbe sono interventi precoci sulla genitorialità: fare i genitori è difficile, occorre prepararsi. Ad esempio succede spesso che i papà si sentano un po' esclusi o che si crei una sorta di dipendenza tra mamma e bambino, mentre la diade non deve essere chiusa".
Quali sono le conseguenze sulla famiglia e sulla coppia?
"In molti casi se il bambino dorme sempre insieme alla mamma il padre si sposta nella cameretta o sul divano. Questo può causare degli squilibri nella coppia e molte volte è il primo passo di un allontanamento tra i due genitori. Avviene una sorta di sostituzione dei ruoli che non permette al nucleo familiare di preservare il suo equilibrio e alla coppia di sopravvivere in quanto tale".
Come aiutare il proprio figlio a dormire nel suo letto da solo?
"Occorre dettare delle regole sin dal principio:
- come pediatri insistiamo sull'importanza dei primi 1000 giorni di vita per impostare delle regole (early child development).
- Già a partire dai 3/4 anni occorre dotare il bambino di una sua autonomia, non solo per il sonno, identificando i suoi spazi. Consiglio, fino a 1 anno di età, di far dormire nella stessa stanza ma non nel lettone.
- Se arriviamo ai 12 anni senza avere impostato una routine sarà dura correggere la situazione: sarà necessario parlarne con il proprio medico e poi valutare qualche eventuale colloquio con un/una pedagogista se non uno psicologo o psicoterapeuta. Se i genitori sono consapevoli, è già un buon punto di partenza. Nella maggior parte dei casi i genitori non mostrano preoccupazione se il bambino, anche da grande, dorme con loro. In questi casi il lavoro da fare parte a monte: senza mai giudicare o criticare, il pediatra o professionista può iniziare a porre delle domande e a offrire dei consigli per generare questa consapevolezza".
L'intervistato
L'intervistato è Alberto Ferrando è pediatra di famiglia dal 1978, si occupa da anni di divulgazione e di corsi. È autore di numerosi articoli per varie testate e dal 2011 dialoga con mamme e papà attraverso il suo blog.