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Il gioco creativo: perché è bene che i bambini abbiano giocattoli semplici

di Angela Bisceglia - 02.11.2020 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Giocattoli supermegasofisticatissimi? Meglio di no. Anzi, si potrebbe dire che più i giocattoli sono semplici, maggiore libertà di gioco lasciano ai bambini e maggiori possibilità consentono di fare un gioco creativo. E di imparare. Vediamo perché e quali sono i giochi più creativi per i bambini.

In questo articolo

Che a un bambino occorra poco per mettersi a giocare lo possiamo riscontrare ogni giorno: basta che gli capiti tra le mani uno scatolone, una carta da regalo o un telo per inventarsi di tutto di più. Perché quel che dà vita ad un gioco è innanzitutto l'immaginazione e la creatività. Che vanno lasciate il più possibile libere di esprimersi. Un bambino infatti non ha ancora le strutture mentali schematiche che abbiamo noi adulti, che fanno vedere le cose per quello per cui sono fatte: per lui tutto può diventare tutto.
E allora, quali sono i giochi più creativi da regalare ad un bambino? "Potremmo dire quelli più semplici" risponde la pedagogista Elisabetta Rossini, "perché più sono semplici più danno la possibilità ai bambini di giocare come hanno voglia e bisogno in quel momento".

Le costruzioni, un gioco infinito

Le costruzioni, ad esempio, sono un gioco infinito perché ogni volta che il bambino si cimenta può creare qualcosa di diverso, dar vita a forme nuove. E anche quando ci sono pezzi precostituiti, come quelli per realizzare un castello o un trenino, nulla vieta al bambino di montare i pezzi in altro modo per farne tutt'altro tipo di costruzione. 
Oltre alle classiche costruzioni,

  • di plastica,
  • di legno
  • o di gomma,

la stessa libertà creativa viene offerta da altri giocattoli che prevedono pezzi ma assemblare, come

  • cubi di legno,
  • kapla,
  • catenelle,

con i quali il bambino può sbizzarrirsi a inventare svariate combinazioni.    

Ma anche distruggere è un gioco

I giochi creativi non consentono solo di costruire, ma anche di demolire: "Può sembrar strano, ma con i bimbi più piccoli la creatività si esplica non solo nel creare, ma anche nel distruggere" commenta la pedagogista. "Per restare alle costruzioni, la prima forma che cominceranno a fare o chiederanno a noi di fare è una bella torre: appena terminata, però, molto probabilmente la butteranno giù, salvo chiederci subito dopo di rifarla.

Per demolirla di nuovo. Non ci meravigliamo: con questo gesto distruttivo i bambini stanno mettendo in campo una parte della loro emotività che ancora non conoscono ma che sentono il bisogno di esternare e comprendere, cioè l'aggressività. Attraverso il gioco possono esplorare e sperimentare in sicurezza tutto il ventaglio delle emozioni possibili, anche quelle "brutte e cattive", distruggere qualcosa senza esserne distrutti in prima persona, vedere le conseguenze della propria aggressività in un contesto su misura per loro, dal momento che sono loro a decidere il gioco".

Apprendere per prove ed errori

Tipologie di giochi creativi come le costruzioni sono anche un'ottima fonte di apprendimento per il bambino, poiché consentono di imparare per prove ed errori: "Se la torre continua a cadere perché i mattoncini sono stati collocati in modo sfasato o con un incastro sbagliato, riproverà a farla fino a quando non li posizionerà nel modo giusto" spiega Rossini. "Un'acquisizione logica che nasce dall'osservazione diretta, senza che glielo insegni qualcuno dall'alto. E proprio per questo resterà ben impressa nella mente"!

Ed accettare la frustrazione dell'insuccesso

Prove ed errori consentono al bambino anche di sperimentare l'insuccesso e imparare a sopportare la piccola frustrazione che ne deriva: perché non sempre si riesce, ma si può riprovare. "L'allenamento alla frustrazione non è facilissimo per un bambino, tant'è che all'inizio lo vedremo arrabbiatissimo e facilmente lancerà all'aria i pezzi del suo gioco" osserva Elisabetta Rossini: "Se non rischia di farsi male o di rompere qualcosa, lasciamolo sfogare: capirà che può attraversare quel sentimento senza esserne sopraffatto e dopo un po' raccatterà i pezzi e riproverà". 

L'importanza del gioco simbolico

Più sono semplici, più i giochi si prestano a diventare giochi simbolici, in grado cioè di 'fare' quel che il bambino sente il bisogno di esprimere in quel momento.

"Quando il bambino è libero di allestire un determinato gioco come vuole, ecco che la situazione  creata diventa come lo specchio di quel che sta vivendo e sta provando, di emozioni legate ad accadimenti che hanno lasciato uno strascico sia in bene sia in male" prosegue la pedagogista. "Una sorta di quinta teatrale in cui il bambino diventa protagonista di una 'sitcom' che costruisce come gli pare. Se ad esempio ha litigato con un amichetto o è stato rimproverato dalla mamma, gli basta un pupazzo o un bambolotto per riprodurre quel determinato evento così come lo vede con i suoi occhi, ma soprattutto opportunamente 'nascosto' dietro il personaggio che sta interpretando: un bell'espediente per buttar fuori un'emozione senza esporsi in prima persona, perché è molto più facile far dire al pupazzo che è triste piuttosto che dire 'io sono triste'"!

"È un filone di gioco infinito" prosegue la pedagogista, "che consente una conoscenza delle emozioni importantissima, ma anche una decodifica del mondo, perché il bambino può far finta di essere il genitore che accudisce il figlio o il figlio che viene accudito, il maestro che insegna o l'alunno che impara, il dottore che cura i malati o il malato: calarsi in tutti questi panni e sentire che cosa si prova senza esserne coinvolti direttamente.  

Perché i bambini crescono così: attraverso gioco riproducono quel che vedono e riproducendolo  lo conoscono e comprendono ogni volta di più".  

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