Hai il fidanzatino? Una domanda da non fare ai bambini piccoli
Hai la fidanzatina? Chi è il tuo fidanzatino? Sono domande ricorrenti che gli adulti, genitori e non, rivolgono ai bambini, anche quando sono piccolissimi.
Domande ridicole, anche se apparentemente innocue. Così la scrittrice statunitense Lynn Messina commenta nel suo blog The Motherlode sul New York Times. A chi lo chiede a mio figlio – scrive – rispondo: sì, ha un sacco di amici. A questa età non c’è differenza nel modo in cui mio figlio considera i bambini e le bambine. A lui interessa solo rincorrersi nel parco giochi. Infatti alla domanda risponde tipicamente con uno sguardo assente: non comprende la questione perché ha 4 anni.
A lei invece questo siparietto che si ripete spesso non va giù, perché avverte il peso dell’aspettativa eteronormativa (se sei un maschietto, naturalmente ti piacciono le bambine) e il voler precocemente sessualizzare la vita dei bambini e veicolare l’idea che le bambine più che amiche sono possibili oggetti del desiderio.
Nostrofiglio ha interpellato Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore del Dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva.
Ha senso o no questa domanda?
“È una forma di intrusione nella vita dei bambini fortemente fuori fase, perché effettivamente a quell’età avere il/la fidanzatino/a non dovrebbe avere alcun senso, ma lo acquisisce se a chiederlo sono gli adulti che così facendo adultizzano i bambini, in un mondo tra l’altro che fa entrare tutto troppo presto nella loro vita” spiega Pellai, autore del libro Tutto troppo presto (De Agostini).
Chiedere infatti più o meno continuamente a una bambina se ha un fidanzatino o a un bambino se ha la fidanzatina “genera un’aspettativa rispetto a un ruolo e a una funzione che avranno modo di esercitare più avanti negli anni e che quando sono molto piccoli fanno fatica a comprendere e a gestire”.
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Non togliamo spontaneità alle loro esperienze
In età prescolare o alla scuola primaria, i bambini infatti possono provare un forte attaccamento e una forte complicità nei confronti di qualcuno che diventa l’amichetto/a del cuore, che costituisce una base sicura, la persona con cui preferiscono trascorrere il tempo, giocare, confrontarsi, ma perché togliere spontaneità alle loro esperienze, codificandole con il codice adulto dell’innamoramento e del fidanzamento? “Parlare di fidanzatini non ha senso.
Avere il fidanzato è una roba da grandi, perché implica un progetto stabilizzante ed esclusivo di un legame affettivo che è estraneo ai bambini, connota l’innamoramento e la relazione di coppia nell’età adulta” aggiunge lo psicoterapeuta. “Meglio allora non interferire con ammiccamenti, non anticipare e non codificare la loro vita affettiva, e non osservare e giudicare con occhi da adulti un rapporto tra due bambini” consiglia.
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Aggiornato il 17.05.2018