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I disturbi dovuti al lockdown di bambini e adolescenti

di Stefano Padoan - 16.04.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Alberto Pellai, medico psicoterapeuta ci spiega quali sono i problemi più diffusi a causa della prolungata "reclusione" di bambini e ragazzi e ci suggerisce strumenti utili per prevenirli e contrastarli

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I disturbi dovuti al lockdown di bambini e adolescenti

La pandemia dura ormai da più da un anno e le chiusure stanno lasciando dei segni visibili sui bambini e i ragazzi. Sono infatti in aumento molti disturbi psicologici e psicosomatici tra i minori dovuti ai ripetuti e ormai prolungati lockdown con la conseguente limitazione della socialità. Alberto Pellai, medico psicoterapeuta ci spiega quali sono i più diffusi e ci suggerisce alcuni strumenti utili ai ragazzi stessi e alle famiglie per prevenirli e contrastarli.

Perché il lockdown è pericoloso per la psiche

«Soprattutto nei minori - esordisce l'esperto - i disturbi emotivi e psicologici di norma sono conseguenze della mancanza di equilibrio tra corpo, mente e relazioni: la nostra salute è proprio la combinazione dinamica di questi 3 elementi. In questo periodo sia corpo che relazioni sono deprivate: se però un adulto può riuscire a far fronte a ciò ricorrendo alla mente, in un bambino la mente fatica ancora a sorreggere lo squilibrio. Anzi, un bambino in realtà usa molto di più il corpo per affrontare le proprie crisi».

I disturbi psicologici dovuti al lockdown dai 3 ai 6 anni

In aumento, in questo anno di chiusure, ci sono dunque disturbi d'ansia e del sonno, irrequietezza e irritabilità: «Tutti segni dell'incapacità di stare in questo copione così deprivante. I più piccoli però hanno anche dato segnali di regressione evolutiva, come il tornare a dormire nel lettone o ricominciare a farsi la pipì addosso». Lo sviluppo dell'autonomia infatti passa dalla scoperta del mondo e dalla relazione con cerchie al di fuori del nucleo famigliare stretto: la forte limitazione delle interazioni sociali ha proprio segnato per molti bambini l'interruzione di questo processo.

I disturbi psicologici dovuti al lockdown dai 6 ai 10 anni

Nei bambini più grandi, tra i 6 e i 10 anni, sono aumentati i comportamenti fobici e ossessivi per paura di una malattia invisibile: «Soprattutto chi ha i genitori che lavorano in ambito sanitario è stato spaventato dall'idea che papà e mamma potessero ammalarsi.

Ho conosciuto il caso di una bimba che era attenta in modo maniacale se la porta di casa fosse chiusa: l'idea che la minaccia arrivasse da fuori le aveva tolto la serenità ed era incapace di stare lontana dall'uscio per tenere tutto sotto controllo».

Sono comparsi anche alcuni disturbi alimentari: «Nutrirsi in modo eccessivo va a riempire il vuoto di una vita scarna, priva di stimoli: l'esperienza del cibo, in questo contesto, acquisisce un'importanza molto maggiore».

I disturbi psicologici dovuti al lockdown in preadolescenti e adolescenti

Tra i ragazzi e ragazze più grandi, preadolescenti e adolescenti, i disturbi osservati sono molteplici.

  • Demotivazione, apatia e depressione. «Questa età segna il tempo di una seconda nascita, quella alla vita sociale: è l'obiettivo evolutivo dell'adolescenza, ma per un anno questo percorso è stato bloccato e impedito. I ragazzi hanno perso il contatto con i coetanei e con le attività socializzanti come lo sport e l'associazionismo extrascolastico, che sono un fondamentale allenamento alla vita insieme agli altri».
  • Ritiro sociale. «La Sindrome da ritiro sociale (Hikikomori) è un rischio reale per quegli adolescenti che su questo aspetto erano già un po' fragili. Sarà faticoso due volte, per loro, tornare nello spazio relazionale: tutte le istituzioni educative dovranno stare attente quando il mondo riaprirà, per vedere chi non ricomparirà nella vita sociale».
  • Disturbi alimentari. I disturbi del comportamento alimentare nei preadolescenti e adolescenti si è concretizzato, a differenza che per i bambini più piccoli, in una diminuzione di alimentazione. «Ridurre l'ingresso di cibo nel proprio corpo ha l'implicita funzione di provare a tenere sotto controllo qualcosa, nel momento in cui tutto sfugge di mano: gli eventi pandemici sono incontrollabili, cambiano la vita ed espongono all'ignoto. Così l'alimentazione, per i ragazzi che si sentono impotenti, diventa talvolta una strategia per riacquistare un po' di potere d'azione».
  • Comportamenti autolesivi. Il mutismo e l'incapacità di comunicare il proprio disagio ha segnato poi anche un patologico aumento dei comportamenti autolesivi: «I ragazzi e le ragazze, imbrigliati nel loro malessere e non sapendo come buttarlo fuori, trovano come unico sfogo attaccare il proprio corpo: non solo, come già visto, mangiando poco e male ma anche attraverso tagli o tentativi di suicidio: le neuropsichiatrie hanno visto aumentare il tasso di ricoveri anche di soggetti pediatrici che soffrono emotivamente e psicologicamente. I ragazzi stanno subendo un calo fortissimo di vitalità e di interesse nella vita, ma non sempre se verbalizzano intenti suicidi è perché hanno un'idea progettata: sono spesso più delle richieste d'aiuto che dicono che non ce la fanno più».

Come supportare i propri figli durante la pandemia

  1. Tranquillizzateli. Per quanto riguarda i bambini più piccoli, gli adulti devono innanzitutto tranquillizzarli sui reali pericoli che corrono: «Spiegate loro che la malattia non è una minaccia per i bambini; se invece temono di poter contagiare gli altri e rischiano di rinchiudersi in casa per questo motivo, aiutateli a capire che rispettando tutte le norme di protezione e distanziamento non si corre alcun pericolo e non bisogna preoccuparsi. Ma più che alle parole i bambini si affidano agli esempi concreti: se vi vedranno agitati e preoccupati, percepiranno un pericolo costante e poco definito».

  2. Stimolateli. Allo stesso tempo, i bambini vanno stimolati e nutriti con esperienze corporee e relazionali: «Pensate ad attività che, nel rispetto delle norme, non lascino bloccato vostro figlio nella sua corporeità: una passeggiata nella natura, un pomeriggio in cortile, cantate e ballate in casa per muovere il corpo e scaricare l'ansia. E proponete loro molte attività, perché con meno esperienze va in crisi il loro saper fare: ad esempio coinvolgeteli nella preparazione di un pasto o in lavoretti manuali e creativi, invece che metterli sempre di fronte a uno schermo».

  3. Supportatevi tra famiglie. È necessario anche trovare strategie per sopperire alla poca socialità, che ormai si sta prolungando per troppo tempo: «A chi ha figli fino alle elementari sto suggerendo di creare una sorta di gemellaggio tra due famiglie, che diventino così un nucleo sicuro dal punto di vista del contagio: questo permette sia delle interazioni tra pari a due o più bambini (come fossero fratelli) sia che i bambini si confrontino con degli adulti che non siano i genitori. È anche un modo per far tirare il fiato ai genitori, che così non devono stare 24 ore al giorno con il proprio figlio».

  4. Bolle relazionali per adolescenti e preadolescenti. Una modalità simile va trovata anche per preadolescenti e adolescenti: «È possibile creare, sempre nel rispetto delle norme, delle bolle stabili di 2 o 3 ragazzi che possano seguire insieme le lezioni a distanza e fare anche qualche attività di doposcuola. Le società sportive ad esempio possono istituire dei gruppetti fissi con cui allenarsi in presenza, ma è importante che almeno provino a fare qualche seduta in videochiamata con gli stimoli in diretta degli allenatori. Anche vedere un film in contemporanea per commentarlo insieme è un'abitudine da istituire, sia in gruppi spontanei sia organizzati da associazioni o gruppi parrocchiali».

Libri e film per rielaborare il lockdown

«Le storie - a tutte le età ma soprattutto dopo i 10 anni - permettono ai bambini di identificarsi con i personaggi e tramite essi rielaborare anche il proprio vissuto» spiega Alberto Pellai.

«In questo periodo film, cartoni animati e serie tv possono avere anche la funzione di fare un po' di compagnia e creare un appuntamento fisso di famiglia: i personaggi di serie come "Modern Family" o "Young Sheldon", ad esempio, possono diventare compagni della quotidianità dei bambini già dagli 8-10 anni in su». Altri film o serie consigliati sono:

  • Preadolescenti: "Io non ho paura" (2003, regia di Gabriele Salvatores).
  • Adolescenti: "Point of view" su Rai Gulp.

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