Favorire gli incontri con i coetanei, lasciare che se la sbrighi da solo quando litiga con gli altri bambini o è escluso dai giochi, insegnare il rispetto verso gli adulti: sono alcuni dei consigli della psicologa e psicoterapeuta Paola Scalari per gestire un bambino troppo sicuro di sé quando ha a che fare con gli adulti e troppo timido quando sta con gli altri bambini.
Perché certi bambini si mostrano spavaldi con gli adulti...
Un bambino che si mostra molto sicuro di sé quando ha a che fare con gli adulti è spesso un bambino che viene posto molto al centro dell’attenzione di mamma, papà, nonni o altri adulti di riferimento, tanto che in loro presenza si sente estremamente libero di esprimersi ed esibirsi come meglio crede. Dal loro comportamento infatti recepisce non solo che lo adorano, ma che apprezzano tutto quel che fa, stanno sempre dalla sua parte, sono sempre a sua disposizione, qualunque cosa dica o faccia, anche se assume un comportamento un po’ sopra le righe. Tutto questo gli infonde una grande sicurezza ed ecco che si sente perfettamente a suo agio quando si trova in mezzo ad adulti, anche estranei, con i quali ha un modo di fare o di parlare “da pari a pari”.
... e intimiditi dai coetanei
Un atteggiamento così spavaldo e sicuro di sé diventa quasi un handicap quando questi bambini si trovano ad avere a che fare con altri bambini, con i quali il posto al centro dell’attenzione non è “regalato”, come avviene con gli adulti, ma deve essere conquistato sul campo, con la simpatia, con l’umiltà, con la condivisione, con la capacità di mediazione: è solo in questo modo che ci si guadagna l'amicizia e l'accettazione da parte dei coetanei. Peccato che tali bambini, abituati ad essere tenuti in alta considerazione in un mondo adultocentrico, potrebbero essere sprovvisti di certe capacità relazionali ed ecco che, sentendosi meno valorizzati ed accettati, preferiscono fare dietro front, si ritirano sul loro "trono", ad aspettare che qualche "suddito" venga a cercarli. E se questo, come è ovvio, non succede, se ne stanno in disparte.
7 consigli per i genitori
1. Non applaudirlo sempre e comunque
Se fa qualcosa che merita le nostre congratulazioni, ben venga, ma evitiamo di inneggiare al bambino qualunque cosa faccia: quando ha comportamenti inadeguati o irrispettosi, va ripreso e corretto, in modo che capisca che non c’è solo lui al centro del mondo.
2. Favorire le relazioni tra pari
Soprattutto se è figlio unico o non ha altri fratelli di età vicina alla sua con i quali confrontarsi quotidianamente, è bene favorire il più precocemente possibile gli incontri e le relazioni con i suoi pari, invitandoli a casa, facendoli ritrovare al parco o offrendo altre occasioni di gioco in coppia o in gruppo. Dargli la possibilità di misurarsi con coetanei, di litigare, perdere, vincere, essere esclusi ed essere riammessi in società.
3. Non immischiarsi nelle scaramucce tra bambini
E quando si trova con gli amichetti, non accorriamo a difenderlo alla minima controversia. Se al parco non lo fanno salire su un gioco o in spiaggia gli tolgono la paletta, non ci precipitiamo a ristabilire la giustizia, così come se non lo chiamano a giocare a pallone, non andiamo noi a negoziare con i compagni affinché sia accettato. Al limite possiamo dargli qualche suggerimento o incitamento, ma fermiamoci lì. Se il bimbo vede che l’adulto risolve le questioni al posto suo, non imparerà mai a cavarsela da solo e ad acquisire competenza a farsi accettare.
4. Non dargliela sempre vinta
Anche nei rapporti genitore-figlio, non gliela diamo sempre vinta, altrimenti penseranno che anche gli altri bambini devono sottostare sempre al loro volere, quando invece nella relazioni tra pari tutti di volta in volta si mettono in gioco per vincere o perdere.
5. Insegnare il rispetto per gli adulti
Se danno subito del tu ad un estraneo o si prendono confidenze eccessive, se intervengono in modo invadente nei discorsi tra adulti, mettiamo un freno alla loro spavalderia. Gli adulti non sono loro amici e vanno trattati sempre con rispetto. Anche se si mostrano gentili nei loro confronti, sono sempre adulti e il rapporto non è “tra pari”.
6. Non stare sempre “in adorazione” dei figli…
Gli vogliamo bene: è bellissimo, è ovvio, è giusto. Ma questo non significa non avere occhi che per lui, non avere altra attrazione che le sue, vere o presunte, prodezze: anche dopo che diventiamo mamme o papà, continuiamo a coltivare i nostri interessi e il nostro rapporto di coppia, senza mettere sempre “lui” al centro dei nostri discorsi e della nostra vita.
7. … per continuare ad avere un bel rapporto anche quando cresceranno
Porre le giuste “distanze” serve non solo a favorire una crescita sana del bambino e un buon rapporto con i coetanei, ma anche a gettare le fondamenta per costruire una bella relazione futura tra genitori e figli: sovente capita che il bambino tanto osannato da piccolo, crescendo non corrisponda più a quell’ideale che ci si era aspettati, ed ecco che il genitore, dopo averlo ammirato tanto finché era narcisisticamente soddisfacente, comincia a diminuire l’attenzione nei suoi confronti. Proprio quando, con l’adolescenza, il ragazzo ha più che mai bisogno di attenzioni. Che a volte potrebbe cercare altrove con atteggiamenti inopportuni, strafottenti, prevaricanti, da bullo. Perché a quell'età un ragazzo potrebbe pensare che è meglio cercare di avere l’attenzione degli altri facendo il “cattivo” piuttosto che non averne affatto.