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Il ruolo dei genitori nelle nostre storie d’amore: i modelli di attaccamento

di Giulia Foschi - 07.07.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Un adulto con una relazione di coppia serena ha probabilmente vissuto un’infanzia altrettanto rassicurante. Come i modelli di attaccamento determinano le nostre relazioni

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Il ruolo dei genitori nelle nostre storie d’amore: i modelli di attaccamento

Il modo in cui i genitori si relazionano con i bambini determina la loro capacità di costruire rapporti con l'altro in futuro. Talvolta i genitori non sono in grado di offrire al bambino la necessaria sicurezza e fiducia in sé, nelle proprie emozioni e nel prossimo: non per mancanza d'amore o per cattiva volontà, ma perché sono quelli i modelli che hanno ereditato e gli strumenti che hanno a disposizione. Fortunatamente, anche se potenti, questi modelli di attaccamento possono essere compresi e forgiati nel tempo. Ne parliamo con Chiara Ionio, docente di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione all'Università Cattolica di Milano.

Imprinting genitoriale: che cos’è?

Che cosa si intende con imprinting genitoriale?

"Imprinting è un termine mutuato dalla biologia che lo identifica nell'istinto delle paperelle (e dei cuccioli in generale) che seguono la loro mamma in modo spontaneo. È uno stimolo innato nel bambino, e appunto nel cucciolo, che lo spinge ad andare verso il caregiver non tanto per il soddisfacimento di bisogno primario, come la fame, ma verso qualcuno che lo protegga, che lo curi. L'attaccamento è un istinto, una predisposizione biologica e innata che spinge il bambino a ricercare il contatto e la vicinanza con la figura di riferimento perché è connotata come colei (o colui) che dà sicurezza fisica e affettiva. A partire da questi studi John Bowlby ha sviluppato la teoria dei modelli di attaccamento, introducendo tre tipologie di attaccamento: sicuro, evitante e ambivalente, ai quali è poi stato aggiunto quello disorganizzato".

Cosa vuol dire che amiamo come siamo stati amati?

Cosa vuol dire che amiamo come siamo stati amati?

"Il sistema di attaccamento si attiva nei momenti di stress del bambino e si genera nel primo anno di vita; è un processo di formazione che determina i modelli operativi interni, le rappresentazioni mentali che il bambino ha e avrà in futuro su di sé e in relazione al caregiver.

Le modalità relazionali primarie esperite in questa prima fase sensibile della vita vanno a impattare sul modo in cui ognuno di noi costruirà le relazioni con gli altri. Parliamo di ogni tipo di relazione, in qualunque ambito. Compreso quello dei sentimenti e dell'amore. L'attaccamento è un nucleo di ricordi che va dalle percezioni alle credenze del soggetto. È un modello operativo interno molto conservativo, che lascia un'impronta marcata, ma che fortunatamente può anche essere compreso, decostruito e ricostruito, o perlomeno modellato, adattandosi all'evoluzione del soggetto".

Modelli di attaccamento sicuri

Cosa si intende per attaccamento sicuro e come questo modello influenza i rapporti d'amore e le relazioni sociali del bambino quando crescerà?

"Nel modello di attaccamento sicuro il bambino sa di poter contare su una figura che lo accoglie, lo protegge e lo tutela, anche quando non è presente. Sarà più propenso ad esplorare il mondo, svilupperà la percezione di essere degno di amore e di attenzione. Sarà capace di portare fuori i suoi stati d'animo e le sue emozioni in maniera adattiva, di parlarne, di condividerle. Questa modalità relazionale precoce determinerà un adulto che ha interiorizzato una visione positiva di e degli altri, che sa di potersi fidare e affidare. Una persona sensibile, capace di dare e di ricevere aiuto, aperta alle conoscenze, creativa e autonoma. Se lo trasliamo nelle relazioni di coppia, avremo un adulto in grado di instaurare relazioni funzionali, perché si fida del partner ed è capace di accettare l'alterità. Le coppie che si fondano su un modello di attaccamento sicuro sono più disponibili a trovare compromessi, ad essere flessibili e a condividere emozioni e strategie costruttive. Sanno che l'espressione di un'emozione negativa non è una minaccia per il legame, bensì uno spunto per rafforzarlo. Se avranno figli, saranno in grado di sintonizzarsi al meglio con i loro bisogni, in un ciclo virtuoso".

Modelli di attaccamento evitanti

Cosa si intende invece per attaccamento evitante e come questo modello influenza le relazioni del bambino quando crescerà?

"Nell'attaccamento evitante la madre o il padre sono poco reattivi, soprattutto rispetto al contatto fisico. Pensiamo ad una mamma che raramente abbraccia e coccola il bambino, non lo rassicura fisicamente nei momenti di tensione e del bisogno. È un modello un po' freddo, inaccessibile, che spinge i bambini verso l'autonomia molto precocemente. Il bambino impara a risolvere da solo i suoi problemi perché sa che non può aspettarsi un conforto dai genitori. Di conseguenza cerca di non manifestare le proprie emozioni, reprimendole per evitare un rifiuto, un respingimento. Questi bambini, crescendo, diventeranno persone che tendono a minimizzare i loro bisogni e che non vogliono dipendere dagli altri, che svalutano le relazioni. E se sono in una relazione di coppia, creano dei muri con il partner. Non c'è una condivisione emotiva perché sono in difficoltà nel riconoscere e nell'esprimere i sentimenti, soprattutto quelli negativi, e hanno paura dell'intimità".

Modelli di attaccamento ambivalenti

Attaccamento ambivalente: cosa si intende e come influenza i rapporti d'amore futuri?

"Nel modello di attaccamento ambivalente i caregiver sono incoerenti e imprevedibili. Possono essere molto affettuosi e, in seguito allo stesso comportamento, rifiutanti. Quindi il bambino non riesce a comprendere quale sarà la risposta della mamma o del padre. Ciò genera una sfiducia circa l'affidabilità dei genitori e crea bambini ostili e carichi di rabbia. Le loro aspettative vengono regolarmente disattese, dunque sono diffidenti. Inoltre spesso mettono in atto forme di controllo e coercizione verso il caregiver esprimendo in modo esagerato le emozioni e i bisogno per aumentare le possibilità di essere visti. Avvertono il proprio sé come poco amabile e quindi cercano sempre di meritarsi l'amore dell'altro attraverso buone prestazioni.

In futuro svilupperanno una bassa autostima e una dipendenza dal giudizio degli altri. Nelle relazioni di coppia sono insaziabili, gelosi, diffidenti. Sostengono spesso di non essere capiti, sono pervasi dalla paura di non essere amati, di essere lasciati e si annullano nella relazione, che spesso vivono in modo ossessivo".

L'intervistata

Chiara Ionio è docente di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione all'Università Cattolica di Milano. Si occupa di attività di ricerca principalmente rivolte allo studio del trauma a partire dall'epoca perinatale e al suo impatto sullo sviluppo del bambino e della sua relazione con il caregiver. Da luglio 2021 è Responsabile dell'Unità di Ricerca sul Trauma del Dipartimento di Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

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