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Il ruolo di zii e zie nell'educazione dei nipoti

di Angela Bisceglia - 24.07.2020 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Si parla sempre di nonni, ma zii e zie sono un punto di riferimento e un supporto importante per la crescita e l’educazione dei nipoti. Quali sono le peculiarità del rapporto zio/nipote, quale il ruolo degli zii rispetto a quello dei genitori, qual è il giusto comportamento da adottare? Ne parliamo con Sara Piattino, psicologa, psicoterapeuta e dottore di ricerca presso l’Università di Genova

In questo articolo

Un po' adulto, un po' amico, un po' fratello/sorella, un po' maestro: uno zio è un ibrido importante per la crescita di un bambino, una "boa" nel mare della vita. Quali sono le particolarità del rapporto zii-nipoti? Lo abbiamo chiesto a Sara Piattino, psicologa, psicoterapeuta e dottore di ricerca presso l'Università di Genova.

Insieme a lei abbiamo scoperto che...

  1. gli zii sono importantissimi per l'accudimento dei nipoti
  2. sono un sostegno fin dalla nascita
  3. ricoprono tanti ruoli in uno
  4. possono "viziare" un po' i nipoti
  5. ok se sono presenti, ma non invadenti
  6. sono un confidente prezioso
  7. un ottimo maestro
  8. un punto di riferimento

Gli zii, sempre più importanti nell'accudimento dei nipoti


In uno studio realizzato da Astraricerche e commissionato dalla Globo giocattoli, su un campione rappresentativo di 611 genitori, zii, nonni e tate che si occupano regolarmente di bimbi sotto ai 12 anni, è emerso che la famiglia italiana sta cambiando. E' una famiglia "allargata". Non sono solo i genitori ad occuparsi regolarmente dei figli, ma anche tate, baby sitter, nonni e, a sorpresa, anche zii. In particolare gli zii si occupano dell'accudimento del proprio nipote nel 21,3% dei casi.

1 - Gli zii sono un supporto importante insieme ai nonni (o al posto dei nonni)


Gli zii sono un supporto importante nella crescita e nello sviluppo educativo di un bambino. Un “collante” fondamentale soprattutto al giorno d’oggi, in cui si decide di mettere al mondo figli sempre più tardi ed è difficile trovare nonni presenti, disponibili o che abbiano le risorse per affiancare i propri figli nella cura dei nipoti. Inoltre uno zio è in genere molto più “tecnologico” rispetto al nonno, più aggiornato su internet, videogiochi, app, musica e strumenti di divertimento “moderni”, quindi è visto dal nipotino come un compagno di gioco ideale. Ed è un supporto importante anche da un punto di vista economico, che potrebbe consentire di ridurre, almeno in parte, il ricorso ad asili nido e baby sitter.

2 - Gli zii sono un sostegno sin dalla nascita del bambino


La zia in particolar modo può essere di grande aiuto alla mamma sin dal momento della nascita del bambino: “Che sia sorella o cognata, può offrire grande conforto contro ansie, stress e baby blues, soprattutto se lei stessa è già mamma e quindi conosce bene il tipo di esperienza” dice la psicoterapeuta. In più, gli zii possono dare un aiuto materiale importante per accudire il bambino in alcuni momenti della giornata e lasciare spazi di libertà ai neogenitori, oppure per sbrigare faccende pratiche quotidiane, in modo da dare alla mamma la tranquillità di potersi occupare a 360° del neonato.

3 - Gli zii ricoprono tanti ruoli in uno


Man mano che il bimbo cresce, in una società in cui ci sono sempre più figli unici uno zio diventa un “ibrido” importante per il nipote, perché sa un po’ di genitore, un po’ di fratello/sorella (soprattutto se più giovane rispetto ai genitori), un po’ di amico, a seconda delle situazioni. “Un aforisma dice che uno zio può garantire una trilogia di possibilità in un unico ruolo, perché è l’unico che può regalare abbracci come un padre e una madre, mantenere segreti come un fratello e con il quale parlare d’amore come un amico” dice Sara Piattino.

Un ruolo talmente importante che gli sono stati dedicati diversi studi: uno studio dell’università del Maine negli Stati Uniti, ad esempio, ha indagato proprio sull’importanza degli zii nel processo educativo dei nipoti, attraverso interviste a zii, zie, nipotini e nipotine. “Ne è emerso che gli zii vengono visti come un ponte generazionale tra genitori e figli, dei “cuscinetti” per risolvere gli inevitabili conflitti con mamma e papà” prosegue l’esperta. “In più possono aiutare a gestire e colmare dei vuoti, dovuti ad esempio ad un divorzio o alla lontananza temporanea di un genitore per motivi di lavoro. Tanti ruoli in una sola figura”.

4 - Gli zii possono "viziarlo” un poco, ma sempre nel rispetto delle regole dettate dai genitori


Qual è il comportamento giusto da adottare nei confronti di un nipote?
Perché il rapporto zio-nipote sia costruttivo, è importante che ognuno ricopra il suo ruolo: è ovvio che, quando sta con lo zio, così come con il nonno, qualche piccolo “vizio” ci sta (a letto mezz’ora più tardi, un gelato di troppo), ma deve essere ben chiaro che si tratta di un’eccezione, non della routine.

Lo zio non è il genitore che impartisce regole o dà punizioni e può permettersi un atteggiamento più “morbido”, ma è pur sempre un adulto che ha un ruolo di contenimento educativo importante e magari ci sta anche che aiuti il nipote ad accettare eventuali divieti dei genitori difficili da “digerire”.

“Perché deve essere evidente a tutti, zii e nipoti, che il riferimento educativo primario restano i genitori, che dettano le linee guida alle quali adeguarsi. Altrimenti il nipote potrebbe sentirsi autorizzato a trasgredire certe regole con la scusa di avere uno zio complice e più condiscendente” dice l’esperta.

5 - Presenti sì, invadenti no

Al tempo stesso, per non creare confusione nei ruoli, gli zii non devono essere eccessivamente presenti nella vita del nipote. Va bene se per qualche sera i genitori lasciano i figli dagli zii per concedersi un'uscita a due, va bene se il nipotino vuol trascorrere una notte ogni tanto a casa degli zii, ma poi si torna a casa da mamma e papà. Insomma, gli zii non devono invadere troppo lo spazio, reale e psicologico, della famiglia, e al momento opportuno devono mettersi da parte.

6 - Gli zii sono un prezioso confidente


Se si riesce ad instaurare un bella relazione, lo zio potrebbe diventare il confidente ideale per il nipote, e questo potrebbe essere molto importante soprattutto durante l’adolescenza, quando i ragazzi tendono ad avere atteggiamenti di chiusura e scontro con i genitori. “Proprio perché il ruolo dello zio non prevede “sanzioni” o giudizi, il nipote potrebbe aprirsi anche su aspetti più intimi della sua vita, su desideri e paure di cui non riesce a parlare con i genitori, ma anche su scelte pericolose che, in un’età delicata come questa, potrebbe esser tentato di fare” commenta Sara Piattino. “E proprio per questo può diventare un ponte di comunicazione importante tra figli e genitori, per veicolare eventuali indicazioni da parte dei genitori o per avvertire i genitori stessi della presenza di situazioni di pericolo”.

7 - Un maestro coerente

Soprattutto se si crea un rapporto di fiducia, il nipote potrebbe vedere nello zio un maestro, un modello da seguire e imitare. "Un ruolo bellissimo ma anche di grande responsabilità, di cui lo zio deve essere ben consapevole" dice la psicoterapeuta: "ricoprire il ruolo di mentore vuol dire avere uno stile di vita lineare, attenersi a certe norme di comportamento "virtuose" ed evitare condotte ambigue e negative, che potrebbero generare nel nipote confusione".

Durante la crescita il bambino ha bisogno di figure di riferimento solide e coerenti, non di chi "predica bene e razzola male".

8 - Una boa in mezzo al mare

"Per usare una metafora, si può dire che uno zio è una boa in mezzo al mare, mentre i genitori sono la spiaggia sicura da cui partire, dove sostare per la maggior parte del tempo e tornare a rifugiarsi tutte le volte che se ne sente il bisogno. Ma le volte in cui il ragazzo si troverà inevitabilmente in mezzo al mare, sarà confortante sapere che esiste anche la boa come riferimento temporaneo, non troppo vicino o né troppo distante rispetto alla spiaggia, in cui non si può sostare a lungo ma si può trascorrere del tempo per godersi un nuovo orizzonte, guardarlo da un punto di vista differente, tuffarsi con più coraggio nel mare della vita" conclude la psicologa.

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