Insegnare ai bambini a dire grazie non è un'impresa facile, ma può diventare un esercizio quotidiano in cui sono coinvolti tutti i membri della famiglia. Un modo per non dare nulla per scontato che fa bene non solo ai piccoli, ma anche ai grandi che vivono con loro. Diversi studi inoltre hanno svelato la correlazione tra gratitudine e felicità: a partire dai 5 anni i bambini che sperimentano sentimenti di gratitudine hanno maggiori possibilità, da adulti, di essere più felici, ottimisti e pazienti.
In questo articolo
Felicità e gratitudine: perché sono correlate
Uno studio del 2019 pubblicato sul Journal of Happiness Studies ha messo in evidenza la correlazione tra la felicità nei bambini e la gratitudine: secondo questa ricerca, instillare questo sentimento già nei bambini dai 5 anni in su favorirebbe una crescita più serena e felice. La scuola e gli ambienti sociali in cui si trovano immersi, oltre che la sua famiglia, contribuscono poi a costruire un futuro di stabilità, come hanno puntualizzato alcuni psicologi canadesi nello studio Promoting Happiness and Life Satisfaction in School Children.
I sentimenti collegati alla gratitudine non riguardano solo la felicità, ma anche la soddisfazione personale.
E la speranza di riuscire in un'impresa, oltre che la capacità di perdonare, la pazienza e persino l'auto-controllo. La ricerca Gratitude predicts hope and happiness pubblicata sul Journal of Positive Psychology ha anche evidenziato che persino il ricordo di questo sentimento, ad esempio di un episodio in cui si è stati grati in passato o da piccoli, continua ad avere influssi positivi sulla vita adulta.
Che cos'è la gratitudine
Il progetto Raising Grateful Children Project della UNC Chapel Hill ha individuato le quattro componenti principali della gratitudine.
- Riconoscimento
- Pensiero
- Sentimento
- Azione
La sfera del riconoscimento comporta l'individuazione di gesti, parole e momenti per cui essere grati, mentre quella del pensiero ci porta a riflettere su ciò per cui ci sentiamo così. La parte emotiva della gratitudine si riflette nel modo in cui elaboriamo il tutto: come ci fa sentire, in cosa si trasforma dentro di noi quel grazie. E infine l'azione ci spinge a rispondere alle prime tre componenti in modo attivo. Nei bambini questo processo va indotto, perché meno riconoscibile. Soprattutto il primo step, quello del riconoscimento, è un punto di partenza che devono avviare i genitori grazie all'incoraggiamento.
Insegnare la gratitudine ai bimbi: piccoli esercizi quotidiani
Anche se all'inizio può sembrare una forzatura, spingere i bambini a dire grazie a fratelli, amici e parenti è un modo per fargli notare di essere stati protagonisti di un'azione positiva. Un dettaglio che spesso sfugge ai più piccoli ma che gli adulti possono evidenziare con frasi positive. E aiuta anche nei casi in cui i rapporti tra fratelli e sorelle non siano idilliaci e tendano al conflitto.
Sia che si tratti di un "grazie" in risposta a un'azione gentile oppure a un dono, la cosa importante nei bambini in età pre-scolare è puntualizzare ciò che sta accadendo. Senza demordere, se la manifestazione di gratitudine all'inizio puà sembrare poco spontanea.
L'esercizio del "Grazie" su carta
Se il bambino ha delle barriere nel pronunciare ad alta voce le parole legate alla sfera della gentilezza, un modo efficace per abbatterle è usare la scrittura: trasformare quel grazie in un gioco, in un disegno, in un bigliettino personalizzato rende quel gesto meno ufficiale e dunque più spontaneo.
Notare sempre le sue frasi di gratitudine
Dirgli frasi come "Mi è piaciuto molto come hai detto grazie al tuo amichetto" evidenzia in modo delicato il gesto. E inoltre mette in circolo sentimenti come l'orgoglio per se stessi e la soddisfazione che sono importanti nella crescita di un bambino sereno.
Fare le domande giuste per "scovare" la gratitudine
Secondo il progetto della UNC legato alla gratitudine sono le domande giuste poste dai genitori a dare il via a riconoscimento, riflessione ed emozioni legate a un dono o a un'azione gentile ricevuta. "Come ti fa sentire questo regalo?" oppure "Cosa hai provato quando il tuo amico ti ha dato una mano?" sono gli imput utili a mettere in moto il processo.
Essere un modello di gratitudine
Uno studio pubblicato sul Applied Developmental Science nel 2016 ha confermato che genitori grati crescono figli grati. E questo vuol dire che l'esempio vissuto dal bambino, ad esempio con genitori che non hanno difficoltà a riconoscere gesti di gratitudine e a rispondere attivamente, è il motore più importante.
Creare un rituale di famiglia
Ad azione corrisponde parola di gratitudine. E questo può diventare un rituale, un'abitudine condivisa da tutti i membri della famiglia. Si può costruire una tabella nella quale vengono indicati dei gesti da notare: se il fratello maggiore aiuta con i compiti, o la mamma ha comprato i biscotti preferiti. Ad azione altrui corrisponde una parola gentile e magari un'azione in risposta. Questo meccanismo psicologico che riconosce e attiva sentimenti di gratitudine può anche essere visualizzato con disegni e simboli - persino emoji, per i bambini più piccoli - così da essere ancora più immediato.
Fonti
Nguyen SP, Gordon CL. The Relationship Between Gratitude and Happiness in Young Children. Journal of Happiness Studies
Canadian Journal of School Psychology Promoting Happiness and Life Satisfaction in School Children
Froh JJ, Sefick WJ, Emmons RA. Counting blessings in early adolescents: An experimental study of gratitude and subjective well-being
Witvliet CV, Richie FJ, Luna LMR, Tongeren DRV.Gratitude predicts hope and happiness: A two-study assessment of traits and states
Rothenberg WA, Hussong AM, Langley HA, et al.Grateful parents raising grateful children: Niche selection and the socialization of child gratitude. A