Istinto materno
Pare sia qualcosa di indefinito e innato, dato in dotazione alle migliori, e il sottinteso sapiente è che chi non ce l'ha non è una madre perfetta. Ma cosa è davvero questo istinto materno di cui tanta retorica parla? E come si fa a farselo venire? Ci siamo fatti aiutare a sciogliere questi nodi da Manuela Genchi, psicologa e psicoterapeuta familiare di Helping Mama.
Cosa si intende per istinto materno?
«Per capire cos'è l'istinto materno, vorrei che visualizzaste qualche immagine di mammifero: chiudiamo gli occhi e vediamo una tigre che difende i suoi cuccioli dal pericolo, oppure una gatta che lecca i suoi gattini, o ancora, una rondine che insegna ai suoi piccoli le tecniche di volo. Questi sono solo alcuni esempi che si possono fare prendendo spunto dal mondo animale. Questo perché nella femmina di mammifero l'istinto è qualcosa di primordiale, e noi donne siamo anche questo: l'accudimento si esprime in maniera naturale e innata. La cultura in cui siamo immersi, i modelli che abbiamo avuto intorno possono però influenzare e guidare l'istinto e viceversa. Per questo a volte ci si domanda se si potrà mai avere l'istinto materno oppure no».
Il ruolo dell'ossitocina
Diversi studi hanno provato ad indagare sull'istinto materno dal punto di vista scientifico e ormonale scoprendo il ruolo fondamentale giocato dall'ossitocina, il cosidetto "ormone dell'amore". Ad esempio una ricerca condotta negli Stati Uniti ha scoperto che alcuni meccanismi del comportamento materno sarebbero regolati da precise aree del cervello sulle quali agirebbe proprio l'ossitocina.
Istinto materno: quando arriva
Quando si inizia a sentire l'istinto materno? «Questo dipende dalla cultura e dalle sue esperienze di vita. Pensiamo a una donna che rimane incinta dopo un aborto spontaneo: può essere che tale esperienza influenzi l'istinto. Finché non passa la paura di un nuovo aborto, è possibile che la futura neomamma tenga un po' silente il suo istinto di accudimento».
Uno dei più grandi timori di una neomamma è abbracciare il suo bebè per la prima volta e rendersi conto di non avere istinto materno. Ma si tratta di una paura fondata?
«No, l'istinto c'è ma magari l'aspettativa di che cosa sia è molto diversa dalla realtà.
È possibile che la mamma si aspetti di avere una sorta di "colpo di fulmine", di innamoramento, appena vede il suo bimbo e se non succede può cadere nel pensiero fallimentare di non essere una buona madre. In realtà era l'aspettativa ad essere errata. Ci sono grandi amori nati da colpi di fulmine e altrettanti nati da una lenta conoscenza, ma sempre grandi amori sono. Se non si riesce ad avere immediatamente un grande entusiasmo non ci si deve spaventare. Quindi è normale essere un po' spaesate all'inizio: l'istinto c'è, ma è sovrastato da altre emozioni (come la paura)».
Come sviluppare l'istinto materno
Come fare a "sviluppare" quindi l'istinto materno per chi non lo sente innato? «Ascoltarsi, non cercare l'omologazione. Esistono diversi modi di essere mamma e di avere istinto materno: ogni diade mamma e bambino è come un'opera d'arte unica e irripetibile. Ad esempio, se va di moda il portare in fascia il bebè ma una madre non si sente a suo agio, non è obbligata a farlo».
Il fatto di conoscere la fisiologia di un neonato aiuta molto a sviluppare l'istinto materno: «Il pianto del bambino, ad esempio, è una forma di comunicazione: se il bambino piange sta cercando di comunicare qualcosa, non significa che sua mamma è una cattiva madre».
Revisionato da Francesca Capriati