Home Bambino Psicologia

Parental Burnout, 8 consigli utili per prevenirlo

di Sara De Giorgi - 02.07.2020 - Scrivici

mamma-stressata
Fonte: Shutterstock
Il "parental burnout" è un esaurimento forte provocato da situazioni molto stressanti. A causa di questo alcuni genitori possono essere portati a provare una sorta di distacco nei confronti dei loro figli. Al fine di fare chiarezza sul "parental burnout" e sui modi per prevenirlo abbiamo intervistato la dottoressa Rosa Maria Quatraro, psicologa psicoterapeuta.

In questo articolo

Uno dei rischi che possono riguardare direttamente madri o padri con bambini piccoli o adolescenti è il parental burnout .

Si tratta di un esaurimento molto intenso, provocato da uno stress forte legato alla quotidianità. A causa di questo alcuni genitori possono essere portati a provare una sorta di distacco nei confronti dei loro figli e a provare insicurezza circa le loro capacità genitoriali. Mai come in questo periodo poi arriva il parental burnout covid.

Al fine di fare chiarezza e prevenzione su questo fenomeno psicologico spesso sottovalutato, abbiamo intervistato la dottoressa Rosa Maria Quatraro, psicologa psicoterapeuta e specialista in Psicologia clinica. La dottoressa Quatraro svolge attività clinica, di ricerca e di formazione nell'ambito della psicologia e della psicopatologia perinatale ed è Segretario della Società Marcé Italiana per la Salute Mentale Perinatale, membro di International Marcé Society e Responsabile clinico di Maternità in difficoltà.

Cosa è esattamente il parental burnout?

«Gestire i propri figli è un compito molto impegnativo sia dal punto di vista pratico che emotivo e può in certi momenti o in certe situazioni diventare stressante. Sin dalla nascita i genitori devono gestire una serie di situazioni ed eventi stressanti sia quotidiani che cronici (le notti insonni, i capricci, i compiti e la scuola con le sue problematiche, gli spostamenti continui pomeridiani, eventuali malattie, ecc). La costante mancanza delle risorse interne (emotive) ed esterne (legate al contesto) necessarie per la gestione dei figli può portare il genitore a sviluppare il parental burnout.

Il parental burnout sta ad indicare una condizione di stress che si configura con manifestazioni su tre dimensioni: esaurimento emotivo con incapacità di connettersi emotivamente a se stessi e al proprio bambino, distanziamento emotivo con un atteggiamento distaccato e disinteressato verso il proprio bambino e nell'interazione con lui e infine mancanza di fiducia nella propria capacità di essere dei buoni genitori che conferisce un senso di inefficacia.

Chi ne soffre avverte la sensazione che le esigenze e le richieste dell'essere genitore superano di gran lunga le risorse che si hanno a disposizione. È importante sottolineare che queste sensazioni e stati emotivi sono in contrasto con i sentimenti che il genitore ha provato fino a prima di sperimentare il parental burnout. Non c'è dubbio che il burnout dei genitori sia pericoloso, tanto che è stato associato a diversi esiti dannosi, come la trascuratezza, l'abuso fisico ed emotivo, nei casi estremi l'abbandono. Ci sono però anche le conseguenze invisibili del burnout dei genitori: la mancanza di sintonizzazione genitore-bambino, e l'instaurarsi di stili di attaccamento insicuri», chiarisce la dottoressa Quatraro.

Il parental burnout covid: che cosa è

Sebbene ci siano buone notizie tra vaccini e una fine del lockdown, abbiamo ancora molta strada da fare prima che riprenda una vita normale. E per molti, la vita sotto pandemia è già costata tanto. Gli psicologi riferiscono di un aumento della "stanchezza pandemica" e del parental burnout poiché molte persone trovano l'attuale fase di restrizioni più difficile, con più persone che si sentono esauste, stressate e incapaci di far fronte a tutto questo in famiglia.

Esistono segnali da riconoscere in tempo?

«Certamente i genitori devono incominciare a preoccuparsi quando:

  • già dal mattino si sentono stanchi,
  • sentono che le incombenze pratiche ed emotive dell'essere genitori chiedono loro un coinvolgimento che travalica le energie che sentono di avere a loro disposizione,
  • si sentono a tratti svuotati, rassegnati e passivi con la sensazione di non poterci fare nulla.

 A questo punto di solito scatta il distanziamento emotivo e:

  • il genitore esaurito si coinvolge sempre meno nella relazione con il proprio figlio, se ne distacca e fa il minimo indispensabile,
  • le interazioni sono limitate agli aspetti funzionali/strumentali a scapito degli aspetti emotivi.

In queste condizioni, se non si interviene, il genitore arriva a sentirsi esasperato, evita il più possibile di stare con i propri figli, perché non riesce più a reggere la situazione, le richieste di una genitorialità che sente troppo impegnativa per le proprie risorse. Di solito i genitori provano un intenso senso di colpa e vergogna per queste sensazioni e perché il loro sentire si allontana dall'idea di genitori che loro avevano e che loro volevano essere per i loro figli».

Quali sono le situazioni a rischio per mamme e papà?

«Ci sono situazioni esterne di stress che spesso si vengono a sommare, come ad esempio la carenza di sonno che può caratterizzare i primi anni di vita del bambino, o le difficoltà nella gestione di più figli con esigenze differenti, o ancora la gestione dei capricci o dei conflitti tra figli.

Ancora molto importanti sono fattori come il dover conciliare ritmi troppo serrati e stressanti tra lavoro e famiglia, l'essere genitore unico, il sentire di doversi fare carico da soli sia degli aspetti concreti della vita familiare che degli aspetti emotivi. Inoltre, il divario di genere nella cura familiare può fare da trigger.

Poi ci sono gli aspetti "interni", come l'essere particolarmente sensibili al sentirsi in colpa, il vergognarsi quando ci sembra di non essere all'altezza di un compito che ci eravamo prefissati, l'essere perfezionisti, chiedere a se stessi molto di più di quel che siamo in grado di reggere, voler essere sempre "sul pezzo". Queste sono caratteristiche che sono presenti e che affliggono l'uomo d'oggi e che non vanno molto d'accordo con l'essere genitori e il dover gestire una famiglia, il lavoro e le richieste sociali».

Consigli per alleggerire lo stress familiare e per evitare di avere un parental burnout

  1. «La consapevolezza di come stiamo è il primo passo: è importante rendersi conto quando si è troppo sotto stress. La consapevolezza dovrebbe aiutare a fermarsi prima che la situazione peggiori.
  2. È importante ricaricare le pile. Non possiamo dare ai nostri figli quello che non abbiamo.
  3. Ricordarsi che non serve essere supergenitori. Pretendere troppo da se stessi non aiuta, per cui bando al perfezionismo. L'importante è essere genitori "sufficientemente buoni".
  4. Facciamoci aiutare dai nonni, o dalla rete sociale che ci circonda per riuscire a conservare le energie per le cose veramente importanti e che aiutano a consolidare i legami familiari.
  5. Ricordatevi che i genitori sono due, condividete oneri e onori, fate squadra. Aiutarvi reciprocamente vi farà sentire meno soli.
  6. Parlate della situazione in coppia, cercate delle soluzioni pratiche prima che la condizione di stress si accentui troppo.
  7. Parlate di come vi sentite con persone di vostra fiducia, non ve ne vergognate.
  8. Se sentite che non riuscite ad uscirne, anzi che la situazione peggiora con il tempo, chiedete aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta esperto di genitorialità, perché le conseguenze possono essere importanti sia per la relazione con i vostri figli sia in termini di vostra salute emotiva».

Crea la tua lista nascita

lasciandoti ispirare dalle nostre proposte o compila la tua lista fai da te

crea adesso

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli