"Ma mio figlio è un genio della matematica" esclama al campetto giochi una mamma di un bimbo che ancora non va a scuola. "E tua figlia, legge già?" continua un'altra, riferendosi alla bimba di quattro anni. "La mia legge già frasi intere!".
Siamo un po' tutti martellati dai traguardi di questi piccoli bimbi perfetti, dalla pubblicità ma anche dai video che ci propone Facebook o da YouTube per non parlare delle chiacchiere da quartiere tra mamme. Chi non si è trovato di fronte la scenetta di due madri che parlottano tra di loro dicendo: "Guarda com'è brava in matematica mia figlia". "La mia invece sa contare fino a 100!". E magari si è pure sentito un po' sminuito.
Nella società di oggi, è un continuo comparare i propri figli con quelli degli altri. E vantarsi con frasi tipo: "Oh, mio figlio ha dormito tutta la notte senza mai svegliarsi" o "Mio figlio non ha mai fatto un capriccio".
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Vantarsi come un fattore culturale
Ormai questo vantarsi spropositato dei propri figli è diventato un fattore culturale, spiega la sociologa dell'Università della Pennsylvania Anette Lareau, PhD. E va anche contro a una sana e giusta idea di modestia e di rispetto per gli altri.
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Lareau è una studiosa degli usi e delle abitudini dei genitori di oggi e sostiene che le mamme e i papà di questo millennio, soprattutto quelli della classe media, vedono il loro essere genitori come un "progetto genitoriale", qualcosa da programmare e regolare.
"In un certo senso l'aspettativa che si forma nei genitori per qualcosa che fa il proprio bimbo è ancora più forte rispetto a quella del figlio stesso", continua Laureau. "E il tutto diventa qualcosa di molto competitivo. In pratica, ci rimane peggio il genitore per la perdita della partita di calcetto del figlio piuttosto del figlio stesso. Che si è divertito lo stesso, perché ha giocato con i suoi amichetti.
Focalizzarsi sul figlio, non sui risultati
E' importante concentrarsi sul proprio figlio, per intero. E non solo sui suoi risultati. Lo spiega lo psichiatra Alvin Rosenfeld, co-autore del libro "The Over-Scheduled Child: Avoiding the Hyper-Parenting Trap" (Il bambino sovra-impegnato").
"Molti si focalizzano sui risultati del proprio figlio e non sul bambino come individuo", continua Rosenfeld.
"Il problema è che, quando i bambini vengono valutati solo per i loro risultati, vivono solo per accontentare le fantasie dei genitori e non per chi sono loro come individui".
Come comportarsi con un genitore che si vanta?
Ma che cosa fare quindi quando ci si trova davanti a un genitore così? Un "Wow, grande" può andare bene?
Come spiega mamma Hilarie Atkisson, di Alameda, California, la sua strategia è rispondere con un "Wow, che bello". Tutto qui. Evitando di paragonare il proprio figlio con quello dell'altra mamma si comporta in un modo che spera anche suo figlio adotterà.
Inoltre, relativizza il tutto. "Io so che chi va a scuola e ha un'educazione presto o tardi imparerà a leggere e scrivere. Non importa se raggiungerà questo traguardo quando ha quattro anni, cinque o sei".
Che cosa fare può fare un genitore quindi? La risposta, in 4 punti.
- Modella il tuo comportamento anche in base a ciò che vuoi che i tuoi figli sviluppino. "Se ti vedono e ti sentono lodarli, lo impareranno da te. E cercheranno di imitarti", spiega Alvin Rosenfeld.
- Ricorda le basi dell'etichetta. Non vantarti troppo. Ricordati che non sai chi ti trovi di fronte e che battaglie quella famiglia sta affrontando. Magari ti stai vantando delle doti fisiche di tuo figlio davanti a una mamma con un bimbo disabile.
- Focalizzati su chi sono i tuoi figli come persone piuttosto che sul loro ultimo voto. "Raramente sentiamo un genitore dire 'E' un così bravo bimbo, con un cuore così grande'" dice Rosenfeld.
- Evita di parlare dei successi di tuo figlio e dei suoi talenti insieme ad altri genitori, nonni, zie e parenti. Solo tu sai quanto tuo figlio è il migliore e più talentuoso figlio sulla terra.
Fonte: webMD.com