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Perché il bambino si tocca le parti intime?

di Luisa Perego - 03.10.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Perché il bambino si tocca le parti intime? E' normale e fisiologico che un bambino dai 4 ai 7/8 anni ricerchi consolazione emotiva toccandosi lì

In questo articolo

Perché il bambino si tocca le parti intime?

E' normale che un bambino in età scolare per consolarsi o nei momenti difficili si tocchi proprio lì sotto? Risponde a questa domanda l'antropologa ed esperta in educazione sessuale FISS, ASST, Eva Verderone. 
 
"I bambini nell'età che va dai 4 ai 7/8 anni sono soliti toccarsi i genitali. Non si può ancora parlare di masturbazione, un gesto prettamente adolescenziale e adulto, ma bisogna considerarlo come un qualcosa di consolatorio. Infatti nell'età scolare devono affrontare parecchie sfide evolutive, legate al nuovo ambiente scolastico, ai compagni, alle paure tipiche dell'età. La sfida evolutiva più grande è quella di saper gestire le proprie emozioni: l'ambiente sociale implica il confronto, a volte il conflitto, la messa in gioco quotidiana delle emozioni, proprie e degli altri. Tutto questo può causare un po' di preoccupazione, un po' di stress e a volte anche frustrazione, perché gestire le proprie emozioni e autoregolarsi è molto difficile, persino per un adulto!
 
Uno dei modi con cui i bambini si consolano e cercano di placare le proprie disregolazioni emotive è proprio toccandosi i genitali esterni, gesto del tutto normale e fisiologico per questa fascia di età!
Dunque, niente panico, sono "solo" emozioni!"

Come si deve comportare il genitore?

"Compito del genitore è quello di connettersi emotivamente con il proprio figlio per aiutarlo a decifrare le emozioni spiacevoli, dando loro un nome, accettarle e comprenderle. 
 
Il genitore dovrebbe fungere da "regolatore" delle emozioni del proprio bambino, compito non sempre semplice, in quanto l'adulto spesso e volentieri è lui stesso ansioso, frustrato, arrabbiato o stanco, per cui anch'egli poco regolato nelle proprie emozioni. 
 
Toccarsi lì è un gesto sempre accettabile, perché ad essere accettate dovrebbero essere le emozioni. Vero è che non sempre riuscire ad accettare la rabbia, la paura, la tristezza, la frustrazione di un bambino è cosa semplice, perché il genitore può sperimentare attraverso l'emozione del figlio un suo vissuto personale non risolto. 
Quando un genitore notasse che il proprio figlio si tocca ripetutamente e magari anche in pubblico, nella fascia 4-7 anni, è consigliabile interrogarsi su cosa il bambino stia vivendo nell'ambiente familiare e a scuola: c'è qualcosa o qualcuno che lo preoccupa? C'è qualche sua sfida emotiva che non riesce a superare da solo?
Un genitore attento può intuire facilmente se il proprio figlio sta attraversando un periodo stressante e mettersi in ascolto empatico delle sue emozioni, con calma, lentezza e rispetto". 

Quali parole usare?

"Le parole da usare dovrebbero essere sempre di comprensione, di apertura, mai giudicanti. Il genitore può servirsi della propria intelligenza emotiva per intercettare empaticamente le emozioni del bambino, aiutarlo a nominarle e facilitargli così la comprensione di quello che sta vivendo. Un consiglio è sempre quello di non sostituirsi al proprio figlio, ma di lasciargli il tempo per integrare l'emozione, prendendo così fiducia in se stesso e nella relazione con il genitore". 

Ha senso distrarlo?

"La strategia della distrazione funziona laddove per distrazione intendiamo connessione: di nuovo, si tratta di connettersi emotivamente ai bisogni del bambino.

Se al gesto di toccarsi, consolatorio, vogliamo dargli un'alternativa di connessione, proponiamogli un gioco insieme nel quale anche il genitore possa essere davvero coinvolto, oppure una connessione tra pari, nutrendolo così di relazioni".

Sull'autrice

Eva Verderone
Eva Verderone

Eva Maya Verderone: antropologa, esperta in educazione all'affettività e alla sessualità della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica, dopo aver lavorato per più di 20 anni al trauma sessuale, lavora con bambini, ragazzi e adulti nella promozione di relazioni sane e nella risoluzione del trauma. Il suo mantra è: conosci te stessa e realizzala!

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