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Che cosa significa il pianto liberatorio dei bambini e perché è utile

di Elena Berti - 18.04.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Pianto liberatorio nei bambini: perché capita, come riconoscerlo, cosa fare e perché è utile piangere per sfogare le emozioni

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Pianto liberatorio nei bambini

Quante volte vi sarà capitato di piangere senza un apparente motivo e di sentirvi molto meglio dopo, arrivando a pensare "oh, ci voleva"? Certo, è concesso più alle donne che agli uomini, per quel retaggio che vede gli uomini forti, che non possono scomporsi, ma in realtà è una pratica che farebbe bene a chiunque e di cui non ci si dovrebbe vergognare. Questo vale anche per i più piccoli: vediamo quindi perché è utile il pianto liberatorio, quando succede e come intervenire. 

Il pianto liberatorio nei bambini, perché succede?

Man mano che cresciamo, noi essere umani impariamo le regole sociali. Scopriamo per esempio che non si può dire quel che ci pare in qualsiasi momento, che certe questioni sono private, o ancora che ci sono comportamenti adeguati a seconda del contesto. I bambini, invece, non hanno ancora aderito del tutto alle regole sociali: magari sanno dire buongiorno, grazie, per favore, perché viene insegnato loro. Ma per quanto riguarda le emozioni, le manifestano dove sono e come sentono. I bambini non sanno mentire di fronte ai sentimenti, per questo piangono dove, come e quanto vogliono!

Perché il pianto dei bambini ci infastidisce?

A nessuno piace sentire un bambino piangere, ma perché? È solo il suono? Sicuramente non è un rumore piacevole, ma quanti ne sentiamo ogni giorno che sopportiamo senza preoccuparci così tanto? Il problema principale - se così si può chiamare - del pianto dei bambini è il disagio che ci crea, perché magari avviene in luoghi e momenti che giudichiamo inadeguati. Pensate alle facce dei viaggiatori in aereo quando un neonato si mette a piangere, come fanno sentire? Infatti è normale che in casa il pianto venga più tollerato, mentre in strada, nei supermercati, in qualsiasi luogo frequentato da altre persone ci provochi disagio.

C'è anche da considerare che, ovviamente, molti genitori interpretano il pianto come una manifestazione di dolore che fa soffrire anche mamma e papà: il mio piccolino sta male, non posso sopportarlo.

Il pianto dei bambini è un modo di comunicare

La verità è che il pianto, soprattutto per i bambini molto piccoli che ancora non sanno esprimersi, è un modo per comunicare tantissimi sentimenti, dal dolore perché si sono fatti male alla stanchezza, dalla rabbia al sovraccarico, dal disagio alla paura. Per questo, più che fare di tutto per far smettere un bambino di piangere, bisognerebbe cercare di capire qual è il motivo del pianto e lasciare che il piccolo si sfoghi. 

Come riconoscere il pianto liberatorio

Capire il tipo di pianto dei propri figli è il primo modo per capire come intervenire. O come non intervenire! Potete escludere per esempio che il pianto sia liberatorio se un bambino si è appena fatto male, oppure quando un neonato piange e non riesce ad addormentarsi, ma quando invece appare senza motivo, magari mentre sta giocando, o quando tornate a casa, o quando finisce la scuola, il motivo può essere proprio il bisogno di sfogarsi

Cosa fare se il bambino sente il bisogno di piangere o se piange in situazioni che vi sembrano "strane"? In ogni caso, vale la regola di stargli vicino e consolarlo, fargli capire che è accolto e che non ci arrabbiamo se piange. No a frasi del tipo "ma non ti vergogni", "ma che figura fai" o peggio ancora "i maschi non piangono!". I bambini hanno diritto di piangere e di essere accettati nel loro modo di comunicare. 

Se il pianto capita in luoghi pubblici può diventare più complesso da gestire per l'imbarazzo di cui dicevamo sopra, ma ricordatevi che urlare, minacciare e usare toni crudeli manderanno il messaggio sbagliato, e cioè che comunicare i propri sentimenti non è corretto. Provate degli stratagemmi per farlo smettere, se proprio vi sentite a disagio. 

Il pianto liberatorio è utile per adulti e bambini: permette di scaricare la tensione, di liberarsi dell'ansia e di comunicare il proprio malessere.

Quando vostro figlio piange lasciate che si sfoghi, anche se vi sembra che non ne abbia motivo. Saprà gestire meglio le emozioni e si sentirà più accolto. 

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