Scarabocchi dei bambini: l'importanza del disegno spontaneo
Osservare un bambino che disegna, o "scarabocchia", è sempre fonte di curiosità. Che cosa vorranno dire quei segni? Spesso, in realtà, dietro agli scarabocchi non si celano chissà quali significati nascosti, ma soltanto la voglia di esplorare il proprio corpo e il movimento. Un'attività comunque importantissima per lo sviluppo del bambino. Ne parliamo con Carla Maria Carlevaris, psicologa, arteterapeuta e referente per le attività ludiche dell'Ospedale Bambino Gesù.
Gli scarabocchi sono dei disegni?
"Non si può parlare, soprattutto all'inizio, di disegni. L'attività grafica si riscontra in tutte le culture e in tutti i tempi come attività spontanea del bambino. Contribuisce allo sviluppo cognitivo e affettivo del bambino: è la prima esperienza percettiva e sensoriale legata al corpo. Nasce quindi dalla volontà di muovere gli arti nello spazio e non con l'obiettivo di creare un disegno. La traccia visiva è conseguenza del piacere motorio. Solo in un secondo momento l'attenzione si rivolge al disegno e nasce il gusto di lasciare nel mondo esterno una traccia della propria esistenza".
A che età i bimbi si approcciano al disegno, anche inteso come scarabocchio?
"Di solito a un anno, un anno e mezzo, il bambino comincia a muovere il dito nella sabbia o nella terra, così come su un vetro appannato. Ci sono comunque differenze anche sostanziali tra un bambino e l'altro e in ogni caso non occorre preoccuparsi. Come tendenza generale, oggi i bambini iniziano prima ad approcciarsi allo scarabocchio, così come a molte altre attività".
Cos'è lo scarabocchio controllato (o ordinato)?
"La prima fase è quella dello
- scarabocchio disordinato o incontrollato, pre-rappresentativo: il bambino traccia segni a caso sulla carta, anche guardando altrove. L'interesse è rivolto più al movimento che alla traccia. Poi piano piano il bambino vede che c'è un rapporto tra il movimento, il segno e quello che ottiene sulla carta.
- Si arriva così allo scarabocchio controllato o ordinato: il bambino comincia a variare i movimenti e a controllare il segno che lascia.
- Poi si arriva ad una terza fase, nella quale tra questi segni zigzaganti compare una forma circolare, qualcosa che separa un interno da un esterno. Il bambino non vuole con i cerchi segnare una rotondità, ma un confine tra sé e il resto del mondo. Lo fa solitamente verso i tre anni, quando ha maturato un certo sviluppo affettivo".
Come interpretare gli scarabocchi dei bambini?
"Passa molto tempo prima che il bambino disegni intenzionalmente un soggetto.
Magari compare un pesce per caso, lui se ne rende conto e solo in seguito lo rappresenta volutamente. In ogni caso consiglio di non concentrarsi troppo sull'interpretazione degli scarabocchi, lasciando al contrario totale libertà. Spesso tendiamo a sovra-interpretare. Ad esempio, se un bambino ama disegnare con un pastello nero non vuol dire che è depresso, ma semplicemente che ha scelto quel colore perché risalta di più".
Come favorire la creatività del bambino attraverso il disegno?
"Per incentivare la creatività è giusto lasciare il disegno sempre in una dimensione libera e ludica. Non insistiamo affinché il bambino impari a tracciare determinati segni o a riprodurre forme. Non bisogna mai creare pressioni. È utile individuare una zona della casa in cui il bambino possa disegnare liberamente, anche sporcando, dandogli a disposizione tanti materiali, colori diversi, fogli, superfici che si possono tranquillamente macchiare. È anche positivo trascorrere del tempo disegnando insieme al proprio bambino, sempre nella massima libertà, nel segno della sperimentazione".
L'intervistata
Carla Maria Carlevaris, psicologa, arteterapeuta e referente per le attività ludiche dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma.