1) Metodo del bacio
Quando il metodo è utile Il tuo bimbo di sera è particolarmente inquieto e teso. Senti che bisogna cambiare qualcosa e vuoi che ciò avvenga in modo “soft”. |
Ecco come procedere Questo esercizio all’addormentamento si basa sulla ricompensa. Dopo il rituale della sera accompagna il bambino a letto e dagli un bacio della buonanotte sulla guancia. Promettigli che ritornerai dopo un minuto e lo bacerai ancora, ma solo se resterà con la testa appoggiata al cuscino o al materasso. Esci dalla stanza e torna subito dopo per un bacino. Se il bambino tenta di alzarsi, non sgridarlo, ma rimettilo giù con dolcezza e ricordagli che lo bacerai solo se resterà sdraiato. Tenta di trasformare la cosa in gioco. Noterai che il numero di baci e il tempo necessari al bambino per addormentarsi diminuiranno sera dopo sera. |
Un aiuto in più Rispetta le regole e ricompensa il bambino senza parlare e solo con i baci, nient’altro. Preparati al fatto che per alcune notti dovrai baciarlo molto e a lungo. All’inizio possono volerci anche da 100 a 200 baci. Smettila appena ti accorgi che il bambino sta per addormentarsi. |
Casi possibili Alcuni bambini all’inizio si fanno baciare fino a tre ore. Tenta comunque di rimanere costante e calma. Se ci riesci siete sulla buona strada. Questo metodo può anche essere pesante per la tuaschiena, perché ogni volta devi piegarti verso il bambino. Se hai dei problemi, accarezza il bambino sulla mano o sulla testa. |
2) Metodo ritirata
Quando il metodo è utile I rituali della nanna sono sempre più lunghi e ti rendi conto che il legame tra te e tuo figlio è troppo stretto. Forse da qualche tempo si addormenta solo se lo stringi a te o gli tieni la mano. |
Ecco come procedere L’idea alla base di questo esercizio al sonno è che il bambino accetti più facilmente tanti piccoli cambiamenti che una grande rivoluzione. Siediti su una sedia accanto al letto finché il bambino non si addormenta. La sera successiva allontana un po' la sedia dal letto e quella dopo ancora un po’. In questo modo allontanati sempre più, finché non sarai più seduta nella stanza, ma davanti alla porta, riuscendo comunque a mantenere il contatto vocale. Il tempo che tuo figlio impiegherà ad addormentarsi dipende da quanto era stretto il vostro legame al momento del rituale della nanna. |
Un aiuto in più Evita il contatto visivo e non incoraggiare il bimbo a cercare il contatto fisico. La cosa migliore è leggergli un libro alla luce di una piccola lampada. Allontanati dal letto solo di quel tanto che tuo figlio tollera senza diventare inquieto. Se però hai la sensazione che il bambino faccia una sorta di gioco di potere, accelera la ritirata. Importante: coccola moltissimo il bambino prima di metterlo a letto; in questo modo riceve la dose di vicinanza che finora aveva sempre avuto al momento di addormentarsi. |
Casi possibili Non perdere di vista il tuo obiettivo. Con questa tecnica vi è il rischio di rimanere confinati a una posizione. Può capitare che il bimbo protesti quando lasci la stanza. Per alcune sere monta la guardia davanti alla porta e dedicati a qualche attività lì vicino, in modo che il bimbo si accorga che ci sei. |
3) Metodo del pendolo
Quando il metodo è utile Non riesci a sopportare che il bimbo pianga, ma hai la sensazione che sia assolutamente in grado di addormentarsi da solo. E sei decisa ad aiutarlo a farlo. |
Ecco come procedere Dopo il rituale della sera mettiil bambino a letto, sveglio. Spiegagli che uscirai dalla stanza, ma che resterai nelle vicinanze e che lui deve rimanere sdraiato. Scegli una frase della buonanotte (“È ora di dormire”, “Ora dormi, tesoro mio” o altro), quindi esci dalla stanza con decisione. Se il bambino si alza, protesta a gran voce o strilla, torna indietro, rimettilo a letto e ripeti la frase. Poi esci di nuovo. Continua a ripetere la procedura finché il bambino non si addormenta. |
Un aiuto in più Evita il contatto visivo con il bambino e cerca di mantenere una voce calma. Il bambino deve annoiarsi e dormire. L’importante è non cambiare nulla, né la voce, né il comportamento. La tua eventuale tensione si riflette sul bambino, che di conseguenza non si tranquillizza. |
Casi possibili Questo metodo funziona, ma può volerci molto tempo prima di ottenere dei risultati. Pertanto vi è il rischio che tu perda la pazienza e reagisca con stress. Anche perché forse ti troverai a dormire meno di prima. Tenta quindi di alternarti con il partner. Oppure prova a dormire un po’ durante il giorno. |
4) Metodo Ferber*
Quando il metodo è utile Ti sembra di averle provate tutte. L’addormentamento è diventato un gioco di potere che rende tuo figlio infelice proprio come te. Il bambino ha più di due anni. |
Ecco come procedere Dopo il bacio della buonanotte esci dalla camera. Se il bimbo piange, torna dopo 30 secondi, calmalo, ma senza sollevarlo dal lettino. Poi esci di nuovo. Se il bambino ricomincia a piangere, aspetta cinque minuti prima di tornare da lui. Tranquillizzalo di nuovo (per non più di due, tre minuti) e esci. Continua così, aumentando ogni volta di cinque minuti il tempo che fai passare prima di tornare dal bambino. Il primo giorno arriva a 15 minuti. Il secondo giorno parti da 10 minuti e arriva a 20. Prosegui fino a prendere un ritmo di 30 minuti e mantienilo finché il bambino, dopo alcuni giorni, “si arrende” e si addormenta in fretta. |
Un aiuto in più Questo metodo può essere stressante, in quanto molti bambini piangono a lungo, cosa che la maggior parte dei genitori fatica a sopportare. La cosa migliore è prendere un orologio per sapere quando si può tornare dal bambino. Ma niente sveglia da cucina, in modo da non disturbare il piccolo che si addormenta. Smettila di rientrare nella stanza appena ti accorgi che il bambino è più calmo, poiché la tua ricomparsa potrebbe scatenare nuove urla di protesta. |
Casi possibili Hai bisogno di grande fermezza e vi è il rischio che tu ti arrenda troppo in fretta. Alternati con il partner, facendo un giorno per uno. Se sei un genitore single, fai in modo di poter contare sulla presenza fisica o telefonica di una persona in grado di darti il sostegno necessario: tua madre, un’amica o una vicina. |
* dal nome del suo “inventore”, l’americano Dr. Richard Ferber
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