Voti sintetici nella scuola primaria
Valutare un apprendimento o giudicare un bambino? La pagella alle elementari potrebbe, e molto probabilmente sarà così, subire una nuova modifica nella modalità di assegnazione dei valori di conseguimento degli obiettivi scolastici. Se dal 2020 è in uso il voto descrittivo, da settembre 2024 potremmo tornare ai voti sintetici nella scuola primaria: siano essi numerici, come ipotizzato dalla sottosegretaria all'Istruzione Paola Frassinetti, oppure ai giudizi che vanno dal "gravemente insufficiente'" all' "ottimo", come ha dichiarato alla stampa il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, all'indomani della presentazione di un emendamento da inserire nel ddl dedicato alla scuola secondaria. Ma cosa sono i voti sintetici e i voti descrittivi? Come interpretare questa azione legislativa con gli occhi di chi lavora tra i banchi tutti i giorni? Ne abbiamo parlato con il pedagogista Daniele Novara e con Alex Corlazzoli, insegnante autore di una petizione online lanciata in questi giorni per chiedere al ministero dell'Istruzione di rivedere la proposta e approfondire la riflessione.
Di cosa si sta discutendo in Parlamento?
"Nella Commissione VII del Senato è in discussione un disegno di legge all'interno del cui pacchetto sono in elaborazione norme relative alla valutazione del comportamento degli studenti nella scuola secondaria superiore - premette Corlazzoli -. La prima anomalia che si segnala riguarda proprio l'attinenza dell'inserimento di un emendamento relativo alla valutazione scolastica dei più piccoli in un corpus che parla di tutt'altro. Ancora, stiamo assistendo a queste ore a una discussione del tema sbrigativa, frettolosa, che non ha previsto l'apporto e l'audizione di chi può condividere evidenze utili alla riflessione sul tornare o meno ai voti sintetici. Ancora, sembra prospettarsi una evoluzione del processo per cui sarà una ordinanza ministeriale e specificare quale tipologia di voti sintetici dovranno essere adottati: i numeri da 1 a 10 oppure i giudizi che comprendono "scarso", "insufficiente" e" gravemente insufficiente".
Pedagogisti, insegnanti, sociologi stanno sottoscrivendo una petizione online per dire no ai voti sintetici. Di cosa si tratta?
"Su Change.org abbiamo raggiunto in pochi giorni oltre 6.000 firme per chiedere che ci si fermi e si affronti insieme la questione: 'Stop al colpo di mano sulla valutazione. No ai giudizi sintetici: si apra un confronto' - spiega Corlazzoli, autore della petizione -.
Per 'colpo di mano' ci riferiamo alla modalità, in particolare, di inserimento di questa disposizione. Contestiamo questo pasticcio a livello normativo e ci stupiamo che dietro alla esigenza di chiarezza di comprensione dei voti dichiarata da Valditara non si sia riflettuto sulle intenzioni educative nei confronti del bambino che sottendono a una scelta piuttosto che a un'altra. In questa proposta rivediamo un modello pedagogico punitivo la cui validità è del tutto superata. Accettiamo l'idea di un confronto pubblico, il mondo della scuola e della cultura si sono già espressi per una via che apra al dialogo costruttivo".
Voti sintetici e voti descrittivi: caratteristiche e differenze
Cosa sono i voti numerici, i giudizi e i voti descrittivi?
"Per tutto l'800 e il '900 la scuola italiana ha utilizzato una modalità di valutazione degli alunni di carattere numerico, comparativo e definitorio - premette Daniele Novara -. Sostanzialmente si indicava il livello della prestazione con un numero o con un aggettivo. Per la numerazione è sempre stata utilizzata la scala da zero a dieci, per i giudizi sintetici venivano definite 6 attribuzioni: gravemente insufficiente, insufficiente, sufficiente, buono, distinto e ottimo. Le due metriche differiscono ben poco, anche la seconda è sostanzialmente una numerazione da 1 a 6. In Italia, solo nel 2020 e solo nella scuola primaria, è cambiata la modalità valutativa, passando a quella di carattere descrittivo-narrativo. Non interessa più né voto numerico né il giudizio sintetico perché entrambi fissano e definiscono in maniera rigida la valutazione dell'alunno. Introducendo quattro categorie molto ampie di spiegazione relativamente al processo di apprendimento dell'alunno (in via di prima acquisizione, base, intermedio e avanzato), si inizia il percorso di allontanamento da un giudizio fisso ed estremamente gerarchico".
Voti descrittivi: quali caratteristiche?
"Questo metodo di valutazione si accompagna a spiegazioni al contempo molto semplici e comprensibili, che permettono di uscire definitivamente dall'idea che ci sia un giudizio che definisca esattamente la performance scolastica degli alunni - aggiunge Novara -.
Si tratta di un cambiamento significativo, perché nessuna di queste quattro voci, chiamiamole narrative, presenta un giudizio negativo. La prima nominata, 'in via di prima acquisizione', non stabilisce un giudizio sfavorevole sull'alunno, ma semplicemente lo stato del suo processo di apprendimento. Che è esattamente ciò che serve. Questa riforma mette la scuola primaria italiana al pari del resto d'Europa, nonostante ci siano addirittura paesi come l'Austria che considerano gli alunni della scuola primaria ancora troppo piccoli e per questo non hanno alcuna forma di valutazione".
Voti descrittivi e voti numerici? Quali differenze?
"Né i voti numerici né tantomeno i giudizi permettono di evidenziare, nella loro schematicità e cristallizzazione, come si sta evolvendo il processo di apprendimento dell'alunno. Si finisce solo con dare un'etichetta, quella sì incomprensibile perché non permette di capire il percorso dell'alunno e, nelle voci negative, gli attribuisce un deficit che non ha senso. Sbagliare è parte del processo di apprendimento".
I voti sintetici sono più chiari da comprendere?
"Il ministro si appella alla chiarezza dei voti numerici, sostenendo che sarebbe una richiesta dei genitori - aggiunge il pedagogista -. Nulla di più equivoco perché un genitore che si vedrà arrivare un 'insufficiente' o un 'gravemente insufficiente' non capirà né dove sono le difficoltà del figlio né come si sta evolvendo il processo di apprendimento. E nessun alunno ha necessità di ricevere giudizi così tranchant e negativi, specialmente nella fascia infantile. Nel mio metodo maieutico, il metro valutativo che propongo si chiama 'valutazione evolutiva' perché segue il processo di miglioramento degli alunni, registrando i loro sforzi e i progressi a partire da un punto di partenza. Non valuta gli sbagli perché sbagliare è importantissimo per imparare.
Non c'è apprendimento senza l'errore e la scuola deve prendere atto di questa realtà scientifica. evitando di ripristinare valutazioni che stigmatizzano l'errore e mortificano inutilmente gli alunni, privandoli delle loro motivazioni".
Un evento per approfondire
Aprire un confronto sulla valutazione scolastica, perché è il cuore di un possibile cambiamento della scuola. Di questo si parlerà il 20 aprile, durante il convegno "La scuola non è una gara". Qui ci sono tutte le informazioni: https://www.