Quando portare il bambino dal logopedista
L'apprendimento del linguaggio è un processo naturale. Tuttavia, in alcuni casi possono verificarsi difficoltà legate alla comprensione e all'espressione verbale. Come capire se è opportuno portare il bambino da un logopedista? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Anna La Guzza del Centro Amamente, che ha risposto alle nostre domande insieme alle logopediste d'equipe del Centro, dottoressa Barbara Villa, dottoressa Giulia Fusari, dottoressa Alice Bartorelli.
Visita logopedica bambini: che cosa è
"Non sempre l'apprendimento del linguaggio è per il bambino un percorso semplice e senza ostacoli: non di rado possono manifestarsi difficoltà, ritardi o intoppi che possono essere risolti solo con un intervento logopedico. Gli specialisti possono aiutare a riconoscere e a superare queste difficoltà grazie all'ausilio di specifiche strategie. Il logopedista, in équipe multidisciplinare, può intervenire inoltre nei disturbi neuropsicologici, come disturbi specifici di apprendimento, deficit di attenzione o altre difficoltà neuropsicologiche".
Logopedista per bambini: cosa fa questo professionista?
"La logopedia è la branca della medicina che si occupa di studiare il linguaggio e le sue eventuali problematiche. Tuttavia, il logopedista non è un medico, ma uno specialista in grado di agire sulle difficoltà legate al linguaggio, alla comunicazione, alla parola e alla voce. Il logopedista fa da ponte, fornendo a educatori e insegnanti informazioni cliniche, strumenti pratici e strategie per permettere al bambino di affrontare e superare le difficoltà che incontra nell'apprendimento e nella comunicazione, valorizzando i suoi punti di forza. A tal proposito, il logopedista può produrre una relazione senza fini diagnostici ma esclusivamente valutativa. Grazie alla collaborazione con figure abilitate alla diagnosi dei disturbi del linguaggio (psicologo e neuropsichiatra infantile), è possibile intraprendere un percorso di valutazione neuropsicologica, che potrebbe produrre una certificazione valida per la scuola".
Quando va portato un bambino dal logopedista?
"L'apprendimento del linguaggio è un processo molto soggettivo. Le linee guida ci dicono che un bambino di due anni dovrebbe saper pronunciare dalle 100 alle 200 parole circa, oltre ad alcune frasi semplici.
Se il piccolo pronuncia meno di 50 parole è consigliato un controllo per intercettare precocemente eventuali difficoltà. In linea generale, possiamo affermare che molti bambini "parlatori tardivi" recuperano spontaneamente, collocandosi tra i tre e i quattro anni nella media per competenze verbali. Una piccola parte di essi invece ha bisogno di un aiuto esterno, senza il quale potrebbe maturare un ritardo del linguaggio e un conseguente disturbo del linguaggio (che sarà possibile determinare con esattezza attorno ai 3-4 anni di età). Un intervento precoce può, in alcuni casi, servire a prevenire difficoltà future che diversamente verrebbero riconosciute troppo tardi, quando ormai il bambino frequenta la prima elementare e potrebbe iniziare a manifestare problemi con la lettura e la scrittura, o difficoltà relazionali ed emotive".
Quanto dura un ciclo di logopedia? E quanto costa?
"Non si può conoscere la durata di un percorso logopedico, perché dipende da vari fattori: aderenza al trattamento, disponibilità dei genitori a sostenere i progressi del bambino, ambiente favorevole, tipo di diagnosi e presenza o assenza di fattori emozionali o comportamentali che potrebbero sostenere oppure ostacolare lo sviluppo del bambino. Generalmente l'impegno varia da dieci sedute a più anni di trattamento, fino a due o tre. Le esigenze dei bambini inoltre cambiano nel tempo pertanto il trattamento seguirà i progressi e adatterà gli obiettivi alla crescita nel tempo. La tariffa in genere varia da 50 a 70 euro l'ora, a seconda della tipologia di intervento".
Quando preoccuparsi se un bambino non parla?
"È importante che il neonato cominci a vocalizzare dal secondo-terzo mese, entrando in relazione a suo modo con l'adulto e con i suoni prodotti da quest'ultimo. Ci si può aspettare l'intenzionalità comunicativa e la risata dai 3 mesi, la risposta al nome dai 6 mesi, i primi gesti come fare "ciao ciao" e indicare dai 7-8 mesi, lasciando sempre il tempo al bambino di esplorare anche con la bocca e le mani gli oggetti i cibi (senza abusare del ciuccio e del biberon che sarebbe meglio sospendere entro i due anni), assicurandosi del corretto allineamento dei primi dentini e della mobilità della lingua.
Quindi le prime parole dall'anno, in una veloce elaborazione di competenze espressive e ricettive. È bene che il genitore conosca queste tappe e come sostenerne l'acquisizione, per prevenire o minimizzare difficoltà future".
Logopedia per bambini di 2 anni
"I bambini di due anni che necessitano di sostegno generale non pronunciano ancora un numero sufficiente di parole, risultano spesso contrariati e fanno fatica ad esprimersi. Aiutiamo i genitori a porsi fisicamente al loro livello, a comunicare in maniera chiara e non precipitosa, a favorire i prerequisiti gestuali, i turni, il gioco simbolico. In questa fase gli obiettivi sono principalmente psicomotori, atti a gettare le basi della comunicazione. Attraverso l'approccio psicomotorio si assiste in breve tempo a una veloce acquisizione di vocaboli nuovi e nuove modalità comunicative".
Esercizi di logopedia per bambini di 3 anni
"Dai tre anni vediamo bambini con ritardo del linguaggio o parlatori tardivi. Nel secondo caso il recupero risulta molto più veloce e facile, nel primo caso più difficile e lungo. Il lavoro logopedico e neuropsicomotorio integrato prevede la presa in carico di tutta la famiglia. L'obiettivo sarà recuperare le competenze motorie e la muscolatura a livello orale, stimolare l'ascolto, la comunicazione e cominciare a impostare alcuni suoni affinché vengano prodotti nella maniera corretta, a partire dai suoni esplosivi ("b", "p"), quindi labiali, ("m") e poi ("s", "l"), e così via a completare il repertorio fonologico".
Esercizi di logopedia per bambini di 4 anni
"Il lavoro con i bambini di 4 anni con difetti di pronuncia lievi o veri disturbi del linguaggio (ritardi del linguaggio, disprassie orali..) è sempre più concentrato sulla corretta impostazione dei suoni, ma si lavora anche sulla relazione, sugli aspetti psicologici, sull'autostima, in un'ottica di sostegno a 360 gradi. Il counseling con il genitore costituisce un nodo importante del percorso e la disponibilità del genitore a seguire le indicazioni del professionista è fondamentale".
Esercizi di logopedia per bambini di 7 anni
"Dai 7 anni il lavoro si concentra sul trattamento della deglutizione infantile, gli apprendimenti come la lettura e la scrittura, la correzione di difetti di pronuncia residui come il rotacismo o il sigmatismo.
Non è possibile indicare degli esercizi nello specifico, perché si lavora sui singoli casi".
L'intervistata
La Dott.ssa Anna La Guzza, psicologa clinica e scolastica, è direttrice sanitaria e scientifica del Centro Amamente, centro di eccellenza per il trattamento delle difficoltà di linguaggio in età pediatrica. La missione di Amamente è l'accoglienza della famiglia a tutto tondo e per farlo ogni operatrice è accuratamente formata e aggiornata. Grazie allo strumento del gioco psicomotorio applicato alla logopedia, si garantisce un intervento completo e integrato. Con la collaborazione dei genitori, che possono essere coinvolti per poter apprendere gli esercizi da fare a casa, è possibile recuperare in breve tempo le difficoltà. Le logopediste del Centro sono formate per ricevere la famiglia, accogliere e trattare non solo gli aspetti di linguaggio ma anche prevenire difficoltà di apprendimento e sostenere la comunicazione e la relazione.