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Infezioni da Adenovirus nei bambini: sintomi, trasmissione, cura

di Ines Delio - 26.03.2024 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Quali sono le infezioni da adenovirus nei bambini e perché il rischio di contagio è maggiore nei più piccoli

In questo articolo

Adenovirus nei bambini

Febbre alta anche oltre i 39°. Congiuntivite o mal di gola. Altre volte ci sono problemi gastrointestinali. Sono i più comuni sintomi di una famiglia di virus che colpisce spesso i bambini: gli adenovirus

Gli adenovirus nei bambini causano solitamente infezioni alle vie respiratorie e al tratto intestinale. Possono colpire a qualsiasi età, ma i più piccoli sono a maggior rischio di contagio. Ecco cosa sapere su questo gruppo di virus: cosa sono, sintomi, infezioni, trasmissione, cura.

Adenovirus: cosa sono

Gli adenovirus costituiscono una famiglia di virus a DNA di cui si conoscono almeno 100 diversi sierotipi. La metà di questi sono in grado di causare infezione nell'essere umano. Sono diffusi in tutto il mondo, particolarmente resistenti nell'ambiente e possono essere facilmente trasmessi da persona a persona mediante goccioline di saliva o secrezioni disperse nell'aria con colpi di tosse e starnuti, ma anche tramite l'ingestione di alimenti contaminati con liquidi corporei. I bambini sono a maggior rischio di contagio, perché passano molto tempo in ambienti affollati come asili e scuole.

Adenovirus nei bambini: i sintomi

I sintomi delle infezioni da adenovirus si presentano dopo 3-10 giorni e dipendono dagli organi interessati.

Se colpiscono le vie respiratorie, si manifestano:

  • raffreddore
  • faringite
  • ingrossamento delle tonsille
  • febbre
  • rigonfiamento dei linfonodi del collo o sotto la mandibola

Nei giorni successivi può venire interessato anche l'albero tracheo-bronchiale con la comparsa di:

  • affanno
  • tosse
  • bronchioliti
  • polmoniti, soprattutto nel caso di bambini molto piccoli o di persone immunodepresse

L'adenovirus nei bambini provoca di frequente anche la congiuntiva dell'occhio e della cornea con:

  • arrossamento
  • bruciore ell'occhio 
  • fastidio per la luce (fotofobia)

Se il virus colpisce l'intestino, i sintomi più comuni sono:

  • dolore addominale
  • diarrea
  • nausea
  • vomito

Epatite acuta e adenovirus nei bambini

Nell'aprile 2022, il Regno Unito notificò all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un incremento di casi di epatite acuta grave in bambini di età inferiore ai 16 anni, precedentemente sani, le cui origini erano sconosciute.

Le indagini microbiologiche hanno, però, escluso che si trattasse dei comuni virus dell'epatite (A, B, C, D, E). 

Le autorità sanitarie del Regno Unito e internazionali ipotizzarono che la causa più probabile di questo aumento di casi di epatite acuta nel bambino fosse di tipo infettivo. In particolare, sembrava che a scatenare l'infezione fosse stato l'adenovirus.

Recentemente uno studio pubblicato su Nature ha chiarito la situazione: a provocare l'anomalo aumento dei casi di epatite acuta in età pediatrica sarebbero state due infezioni virali concomitanti, una di queste causata dal virus adeno-associato AAV2. Come spegato anche dall'Istituto Superiore di Sanità il solo adenovirus non è in grado di scatenare l'epatite acuta. Nei casi analizzati avrebbero agito due virus concomitanti.

Gastroenterite e adenovirus nei bambini

Studi dimostrano che l'adenovirus, in particolare i sierotipi 40 e 41, sono la causa principale di diarrea in molti bambini, la seconda dopo il rotavirus. Stando a quanto si apprende sul Manuale MSD, l'adenovirus colpisce più comunemente i bambini di età inferiore ai 2 anni.

Le infezioni si contraggono solitamente tutto l'anno, aumentando leggermente in estate, e si diffondono per trasmissione oro-fecale. Ciò vuol dire che il bambino con diarrea o chi se ne prende cura può avere un po' di feci infette sulle mani non lavate accuratamente, contaminando qualsiasi oggetto tocchino, come giocattoli, pannolini cibo. La gastroenterite virale può essere trasmessa anche attraverso starnuti e saliva.

Incubazione

A seconda del tipo di adenovirus il periodo di incubazione varia; in generale, dopo aver contratto un'infezione da adenovirus, i sintomi si manifestano dopo un periodo di circa 3-10 giorni, al massimo due settimane.

Adenovirus nei bambini: quanto dura

La maggior parte delle infezioni da adenovirus dura circa 5 giorni

Prevenzione

Si può prevenire il contagio mediante misure igieniche di base come:

  • Lavare spesso le mani con acqua e sapone;
  • Evitare di entrare in contatto con persone e bambini ammalati;
  • Evitare la condivisione di posate, bicchieri e asciugamani con altri;
  • Evitare di toccare gli occhi, il naso o la bocca con mani non lavate;

Negli asili nido è importante far lavare spesso le mani.

Se si manifestano sintomi di adenovirus, meglio stare a casa a riposo e non portare il bambino all'asilo.

Come si curano le infezioni da adenovirus

Le infezioni da adenovirus richiedono generalmente solo il riposo e l'eventuale utilizzo di farmaci antiinfiammatori per alleviare il disagio e ridurre la febbre.

La terapia mira solo ad alleviare i sintomi con paracetamolo o ibuprofene, per abbassare la febbre.

In caso di complicanze, le infezioni da adenovirus nei bambini piccoli potrebbe essere necessaria una cura antibiotica, ma solo se prescritta dal pediatra. Ricordiamo che l'adenovirus è un virus e che quindi gli antibiotici di solito non vengono prescritti.

Esistono anche dei farmaci antivirali contro l'adenovirus, non sono però approvati e il loro impiego è molto limitato e raccomandato solo per manifestazioni infettive gravi.

In caso di congiuntiviti, il pediatra prescriverà colliri specifici.

Adenovirus e febbre alta nei bambini

Il bambino colpito da adenovirus potrebbe avere la febbre alta, che a tratti supera i 39°C. Bisogna preoccuparsi? In realtà no. La febbre alta non indica necessariamente un'infezione peggiore. La febbre serve a creare un ambiente inospitale per i virus e quindi, da questo punto di vista, va vista come qualcosa di positivo: significa che il sistema immunitario del bambino sta reagendo per guarire. Per questo se il bimbo ha la febbre, non bisogna abbassarla a tutti i costi.

Un approfondimento pubblicato nel 2017 sulla rivista organo ufficiale della Società italiana di pediatria preventiva e sociale lo dice molto chiaramente: gli antipiretici (o antifebbrili: le medicine che abbassano la febbre) devono essere usati con il solo fine ultimo di ridurre il senso di malessere del bambino, e non di trattare la febbre in quanto tale, visto che si tratta di un meccanismo di difesa contro le infezioni.

Quindi non deve essere tanto il grado di temperatura a indurre a somministrare l'antipiretico, ma il livello di malessere (irritabilità, mal di testa, dolori muscolari, alterazioni del ritmo sonno-veglia), che può essere molto variabile.

Ci sono situazioni nelle quali, salvo la temperatura elevata e magari un po' di stanchezza, il bimbo sta comunque bene – e allora non vanno usati farmaci – e altre invece nelle quali il malessere è elevato, magari anche a fronte di una febbre meno elevata: in questi casi ok invece ai farmaci.

Se la febbre è 'indeterminata', cioè non è accompagnata da sintomi che ne possono spiegare la causa (come  mal di gola,  tosse  e  raffreddore), dopo 72 ore è opportuno fare accertamenti (esami di laboratorio) per cercare di chiarirne l'origine

Febbre alta e spugnature

In caso di febbre alta le spugnature possono servire?  Solitamente, le linee guida italiane e straniere sconsigliano i mezzi fisici per abbassare la febbre, come spugnature fredde, borse del ghiaccio sulla fronte o frizione della cute con alcool.

Le spugnature per febbre alta nei bambini con acqua tiepida sono state tra i metodi più studiati, in concomitanza con l'uso di un antipiretico. L'efficacia della spugnatura tiepida come trattamento in aggiunta al paracetamolo varia da uno studio all'altro: alcuni ritengono che non abbia alcun beneficio, mentre altri suggeriscono che possa essere utile. Tuttavia, anche quando si osserva un effetto positivo, la differenza nella riduzione della temperatura tra chi riceve e chi non riceve le spugnature è risultata minima.

Se il bambino ha la febbre può uscire in qualsiasi stagione: in inverno come in estate, perfino con il vento e la pioggia.

Non ci sono controindicazioni a uscire per andare a casa dei nonni o dal pediatra, o anche a fare due passi per distrarsi un po'. No invece andare a correre ai giardini o giocare in spiaggia: meglio evitare per non stressare un corpo già indebolito dall'infezione.

Inoltre meglio non portare il bimbo in comunità (nido, asilo, scuola) anche per rispetto per altri bambini, perché potrebbe essere infettivo.

Inoltre se il bimbo è febbrecitante e stanco potrebbe preferire stare a casa tranquillo.

Quando andare al pronto soccorso?

Bisogna portare il prima possibile al pronto soccorso il bambino con meno di un mese di vita.

Se il bambino è sotto l'anno, va portato al pronto soccorso se:

  • piange in maniera inconsolabile;
  • rifiuta completamente il cibo;
  • assume un comportamento che induce la mamma a pensare "non è lui".

Se invece le sue condizioni generali sono buone basta programmare una visita in giornata dal pediatra. Un controllo è comunque da fare perché si tratta di una fascia d'età in cui il rischio di infezione batterica grave.

Se il bambino è sopra l'anno, i campanelli d'allarme sono:

  • rapido peggioramento delle condizioni generali;
  • difficoltà respiratorie;
  • alterazioni evidenti del colorito (non l'arrossamento tipico della febbre, ma marezzature, cioè chiazze o strisce bluastre);
  • segni di disidratazione, con un bambino che rifiuta assolutamente di bere (occhi infossati, pianto senza lacrime, scarsa salivazione...)

La prima cosa da fare in caso di dubbio è  chiamare il 118, che aiuterà a capire se è il caso di portare il bambino al pronto soccorso o se basta portarlo dal medico.

Domande e risposte

Cos'è l'adenovirus?

Gli adenovirus sono una famiglia di virus di cui si conoscono almeno 100 diversi sierotipi. Sulla base delle differenze delle sequenze del DNA si distinguono 7 sottogruppi, che vengono definiti con le lettere da A a G.

Come si prende l'adenovirus?

Gli adenovirus possono essere facilmente trasmessi da persona a persona attraverso goccioline di saliva o secrezioni disperse nell'aria tramite tosse e starnuti o anche con l'ingestione di alimenti contaminati con liquidi corporei. I più a rischio sono i bambini perché trascorrono molto tempo in scuole e altri ambienti affollati.

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Revisionato da Luisa Perego

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