Aerosolterapia e bambini
C'è mal di gola e mal di gola. Il colpo di tosse, il bruciore del petto o il naso intasato sono alcune delle possibili spie di disturbi delle diverse vie aeree. Soprattutto nella stagione fredda, l'aerosolterapia è indicata dal medico per trattare patologie respiratorie in fase acuta o per curare prime avvisaglie di disturbi cronici come l'asma bronchiale, la cui manifestazione può avvenire già in età pediatrica.
Ma come funziona l'aerosol, quando è consigliato e quali suggerimenti per una terapia più efficace? Ne parliamo con Antonio Di Marco, broncopneumologo dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Cos’è l’aerosolterapia e come coinvolge i bambini
"L'aerosolterapia è un trattamento, una terapia appunto, che può determinare sulle vie aeree diversi effetti secondo i farmaci utilizzati. Può umidificare e decongestionare mediante l'utilizzo della sola soluzione fisiologica, può determinare veri e propri effetti farmacologici utilizzando antinfiammatori o broncodilatatori, ma può essere utilizzata anche per la disinfezione dei seni paranasali tramite la somministrazione di antibiotici. I farmaci utilizzati con questa tecnica necessitano dell'utilizzo di apparecchi generatori di aerosol, dove il farmaco e il liquido di supporto immessi nell'ampolla vengono trasformati in una "nebbiolina" - chiamata appunto aerosol - che, una volta respirata, raggiunge direttamente le parti interessate".
Quando fare l'aerosol?
"L'indicazione clinica è verso le patologie che coinvolgono l'apparato respiratorio dei nostri bambini che possono presentare problemi come le infiammazioni acute come laringiti, tracheiti e bronchiti acute, oppure malattie croniche come l'asma bronchiale".
Questi utilizzi dell'aerosol si ritrovano nelle linee guida alle terapie inalatorie stilate dalla Società italiana per le malattie respiratorie infantili.
Quando serve l’indicazione medica a guidare l’aerosolterapia
"Parlando di farmaci, l'indicazione medica è necessaria – chiarisce lo specialista -. Questo perché non siamo di fronte alla semplice vaporizzazione di acqua calda, magari commista a erbe naturali, come si faceva un tempo per far respirare meglio il bambino (i famosi "fumenti").
In questo caso rendiamo l'aerosol un sistema di trasmissione efficace del farmaco in modalità aerosolica e dove c'è il farmaco, c'è prescrizione medica. Solo nel caso di situazioni cliniche che si ripetono nel tempo, come di fronte a episodi lievi di asma bronchiale, i genitori sono educati a intervenire con più autonomia, nel ripetersi di un atto consolidato".
Gli usi impropri
"Quanto a eventuali usi impropri dell'aerosolterapia, accennerei a un uso distorto dello strumento in caso, ad esempio, di sinusite, quando si usa erroneamente la maschera in luogo delle più specifiche cannule nasali oppure del micronizzatore per docce nasali, che, inseriti all'ingresso delle narici, consentono di mirare correttamente al bersaglio. Sempre a proposito delle vie aeree superiori, va ricordato che si rendono necessarie apparecchiature con compressore in quanto sono in grado di erogare delle particelle un po' più grandi affinché l'aerosol generato abbia le caratteristiche fisiche idonee per le vie aeree superiori".
Anche questi utilizzi dell'aerosol si ritrovano nelle linee guida alle terapie inalatorie stilate dalla Società italiana per le malattie respiratorie infantili.
"Altro esempio di uso errato è quello degli spray quando non vengono somministrati con il distanziatore".
Gli apparecchi per l’aerosolterapia per i bambini
"Anche per la scelta dell'apparecchio è meglio avere un parere tecnico – suggerisce il broncopneumologo -. Sul mercato si trovano diversi erogatori di aerosol, ma è bene sempre confrontarsi con il professionista. Gli apparecchi che nebulizzano più disponibili si distinguono secondo due categorie di apparecchi, differenziati secondo la tecnica di erogazione dell'aerosol:
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L'apparecchio con compressore d'aria. Lo si riconosce perché fa rumore, a causa della presenza di un pistoncino che spinge aria compressa verso la camera dove è posizionato il farmaco immerso nel liquido, determinando la sua frammentazione e dispersione in particelle che passano alla fase gassosa. In questo modo si crea l'aerosol, formato appunto dalle particelle contenenti il farmaco in sospensione misto a vapore d'acqua, che possono essere convogliate verso il bersaglio desiderato.
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L'apparecchio a ultrasuoni. In queste apparecchiature vi è un piccolo cristallo che viene fatto attraversare da una corrente elettrica, per determinarne la vibrazione. Si generano onde meccaniche che passano nell'ampolla dove è presente il liquido contenente il farmaco. Ne consegue la sua frammentazione e la vaporizzazione.
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Esistono anche gli apparecchi con tecnologia Mesh, dove una membrana con microfori è fatta vibrare dal cristallo piezoelettrico generando una pressione che spinge il liquido verso i forellini, frantumandolo in microparticelle respirabili, tutte di eguale dimensione. "Sebbene le differenze fra questi nebulizzatori non possano univocamente fare propendere per uno o l'altro, siamo generalmente orientati a consigliare il nebulizzatore a pistone per la sua capacità di poter aerosolizzare farmaci in sospensione, tra i quali abbiamo quasi tutti quelli cortisonici e gli antibiotici. Di contro hanno lo svantaggio di essere rumorosi e impiegare maggior tempo. I più recenti Nebulizzatori Mesh hanno la caratteristica di essere molto piccoli, pertanto facilmente portatili, e sono in grado di convogliare una maggiore quantità di farmaco potendo determinare il calibro desiderato e ottimizzato perché vadano verso le vie bronchiali. Uno svantaggio è il loro costo, mediamente superiore".
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Sistema dello spray. "In molti casi, in prima battuta oppure in alternativa ai nebulizzatori, si può ricorrere alla bomboletta spray, in grado di erogare una quantità ben precisa di farmaco attraverso il semplice atto del click, dello spruzzo. E' un ulteriore sistema in grado di erogare allo stesso modo un prodotto aerosolico ma con tecnica differente, che va spiegata meticolosamente e rivalutata in occasione dei controlli successivi. Un ruolo insostituibile è rivestito dallo spray nella terapia di mantenimento, quando si pone il paziente in terapia quotidiana per settimane o mesi. L'aerosol, che dura diversi minuti ed è più difficile da sopportare per il bambino e da organizzare per il genitore, è in questo frangente sostituito dai prodotti spray, molto più semplici da erogare.
Lo spray, attenzione, non si spruzza direttamente in bocca. E' necessario l'utilizzo di un piccolo spaziatore, il distanziatore, una camera che viene anteposta allo spray portandolo alla giusta distanza dal soggetto e consentendo al paziente di ricevere il farmaco a bassa velocità, condizione necessaria per farlo dirigere correttamente verso i bronchi. Il distanziatore inoltre aiuta il bambino a coordinarsi correttamente durante gli atti respiratori necessari per l'assunzione dello spray".
Aerosolterapia e Covid
"Per una maggiore sicurezza negli ambienti in cui l'aerosolterapia è utilizzata, soprattutto in ambito ospedaliero, si privilegia l'uso dello spray invece dei classici nebulizzatori in quanto si evita la dispersione nell'ambiente di particelle nebulizzate che possono costituire un veicolo di contagio da parte di soggetti positivi. Per quanto riguarda invece l'aerosolterapia per il trattamento del Covid-19, generalmente le manifestazioni sintomatiche di questa malattia non risentono molto dell'utilizzo dell'aerosol, che in questo caso non trova in genere indicazione".
L'intervistato
Antonio Di Marco, broncopneumologo dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.