Australiana in arrivo: vaccinazione sì o no per i bambini? Per quelli sani non è necessaria.Questa è la posizione dell’Associazione culturale pediatri (ACP) che raccomanda ai pediatri e ai genitori una prevenzione secondo evidenze. “L’efficacia del vaccino nei bambini, così come negli anziani è risultata incerta, quando non addirittura assente”, sottolinea l'ACP in un comunicato. Per prevenire il contagio con il virus è prioritario intervenire con misure non farmacologiche, cioè lavarsi frequentemente le mani.
Niente allarmismi dunque. Con i bambini sani non c’è ragione di vaccinare. Innanzitutto, perché – si legge nel comunicato - non sappiamo se e quanto funzioni la vaccinazione per l'influenza nel bambino: l'efficacia dell'anti-influenzale in età pediatrica è incerta, come è stato confermato da uno studio pubblicato di recente sugli Archives of pediatrics and adolescent sugli esiti della vaccinazione nei bambini con meno di cinque anni.
Inoltre, solo il 10% dei bambini che presentano i classici sintomi (febbre, raffreddore e tosse) ha la vera influenza. L'Associazione fa notare che continua ad esserci confusione tra vera e falsa influenza. I classici sintomi del raffreddore, mal di gola e febbre che mettono a letto grandi e piccoli non sono sempre riconducibili al virus dell'influenza ma, nella maggior parte dei casi, ad altri virus e patogeni (sindrome simil influenzale). Si stima che siano positivi al virus dell'influenza solo tre adulti su dieci e un bambino su dieci che presentano i sintomi simili all'influenza. L'ACP raccomanda quindi ai pediatri e ai genitori di vaccinare solo quando è necessario e su una base di valutazioni che andranno fatte, caso per caso, dal pediatra di famiglia.
L'ACP raccomanda il vaccino antinfluenzale solo per i bambini ad alto rischio; ad esempio, bambini con determinate malattie che compromettono seriamente il loro sistema immunitario di difesa oppure con malattie croniche quali cardiopatie che li mettono a rischio in caso di forme influenzali gravi. “In questi casi il vaccino è l’unico strumento disponibile che è doveroso garantire al bambino perché la scelta più giusta è tentare di evitare la malattia anche se le probabilità che il vaccino funzioni sono incerte”, dice Luisella Grandori, Responsabile vaccinazioni ACP. “Ma la valutazione spetta al pediatra di base”.