Bambini in terapia intensiva
"Offrire ai pazienti pediatrici l'opportunità di essere assistiti in unità di terapie intensive dedicate significa aumentare le loro possibilità di sopravvivenza rispetto ai bambini che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. E questo è tanto più vero quanto più il paziente è piccolo e grave. È inaccettabile che una parte importante dei bambini italiani in condizioni critiche venga assistita in terapie intensive per adulti, così come non è ammissibile che esistano differenze così profonde tra le varie regioni italiane". È la Presidente della Società Italiana di Pediatria Annamaria Staiano a tornare sul tema delle Terapie intensive Pediatriche, alla luce della lettera-denuncia pubblicata sulla rivista Lancet, ricordando che la SIP da anni denuncia questa situazione e che la riorganizzazione della rete delle TIP è uno degli argomenti prioritari portati al tavolo di lavoro ministeriale per la riforma del DM 70.
Nonostante l'importanza delle terapie intensive pediatriche nella prognosi dei pazienti, in Italia sussiste una carenza significativa e una distribuzione inadeguata di tali strutture. Un problema cruciale è la mancanza di un sistema di censimento accurato, poiché non esiste un codice ministeriale specifico che le identifichi, a differenza di tutte le altre discipline assistenziali nel Paese. Questa mancanza rende estremamente complesso quantificare in modo preciso il numero di letti e reparti dedicati.
Stime approssimative condotte dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) nel 2022 indicano che in Italia ci sono solamente 26 Terapie Intensive Pediatriche (TIP) che trattano pazienti pediatrici con un volume di attività clinica adeguato (almeno 100 pazienti all'anno). Il numero complessivo di letti nelle unità di terapia intensiva pediatrica si aggira intorno a 202, con una media di soli 3 posti letto per ogni milione di abitanti. Questo dato è notevolmente inferiore alla media europea, che è di 8 posti letto per milione di abitanti.
Tali cifre sono addirittura inferiori a quelle riportate in una lettera pubblicata su Lancet, evidenziando le notevoli difficoltà nel raccogliere dati accurati a causa dell'assenza di criteri di identificazione precisi per le TIP.
"Molti bambini finiscono, quindi, per essere ricoverati in terapie intensive per adulti, dove manca una specifica esperienza in assistenza pediatrica, determinante per ottenere i migliori risultati possibili", prosegue Staiano. Senza dimenticare che le Terapie Intensive pediatriche rappresentano solo un aspetto, forse il più eclatante, di un tema molto più ampio: il diritto dei bambini da 0 a 18 anni a essere curati in reparti a loro dedicati e da personale formato per l'età pediatrica. Oggi 1 bambino su 4 viene ricoverato in reparti per adulti, e circa l'85% dei degenti tra 15 e 17 anni è gestito in condizioni di promiscuità con pazienti adulti e anziani e da personale non specializzato nell'assistenza ai soggetti in età evolutiva", aggiunge Staiano.
I bambini hanno il diritto a essere curati dai loro pediatri, a partire dalle terapie intensive. "La prima proposta presentata al Governo nell'ambito del tavolo per la riforma del DM 70 è la definizione del codice ministeriale di disciplina specifico per Terapia Intensiva Pediatrica. È questo il presupposto essenziale per costruire la Rete Hub & Spoke per le Terapie Intensive Pediatriche su base regionale o interregionale, comprensiva anche di modalità e criteri operativi per il trasporto pediatrico", conclude Staiano.
Le Terapie Intensive Pediatriche sono destinate a bambini con specifiche condizioni mediche, che vanno dai primi mesi di vita fino al diciottesimo anno. Per i neonati, invece, sono disponibili le Terapie Intensive Neonatali.
Questi reparti sono progettati per la cura dei giovani pazienti e per accogliere i loro genitori. Rispetto alle Terapie Intensive destinate agli adulti, queste unità presentano una luce più soffusa, un maggiore rispetto per il silenzio, l'uso di incubatrici, pareti decorate e spazi appositamente concepiti per il riposo dei familiari.
Inoltre, spesso è disponibile un servizio di assistenza psicologica. Confrontarsi con un professionista può essere di grande aiuto per i genitori e la famiglia in generale, poiché affrontare la condizione grave di un figlio è un'esperienza estremamente difficile.
La Terapia Intensiva Neonatale (TIN) è un reparto specializzato nella cura delle patologie che colpiscono i neonati nati prematuramente o a termine di gravidanza. È dotato delle più avanzate attrezzature tecnologiche e ospita un team di professionisti altamente specializzati nel campo della neonatologia. In questo ambiente, è possibile salvare neonati nati anche a sole 23-24 settimane di gestazione e con un peso inferiore ai 750 grammi.