Bambino non mastica
Lo svezzamento è ormai avviato da qualche mese ma con il passare del tempo ci accorgiamo che il bambino non mastica: sviluppare correttamente la capacità di masticazione è indubbiamente importante perché rafforza i muscoli della mascella, favorisce lo sviluppo del linguaggio, mantiene i denti sani e consente al bambino di apprezzare una più ampia varietà di cibi. Cosa fare, dunque?
Quando il bambino inizia a masticare?
Fino ai 6 mesi tutti i bambini hanno il riflesso di estrusione, cioè quello stimolo naturale a spingere fuori la lingua per sputare oggetti estranei. Questo riflesso scompare gradualmente a partire ytra i 4 e i 6 mesi ed è proprio in questo momento che possiamo cominciare ad introdurre le prime pappe dando il via allo svezzamento. Tuttavia non possiamo aspettarci che il riflesso di estrusione sparisca del tutto all'improvviso: è probabile che nei primi tempi non gradisca tutte le consistenze proposte e sputi, ad esempio, le pappe più grumose.
I movimenti di base della masticazione si apprendono dopo i 6 mesi e si perfezioneranno fino ai 18 mesi, quando saranno usciti anche i primi dentini inferiori e superiori che lo aiuteranno nell'impresa. La masticazione viene, poi, in genere padroneggiata intorno ai 18-24 mesi quando potranno mangiare tranquillamente i cibi per adulti.
Prima di iniziare lo svezzamento è importante che il bambino riesca a stare seduto da solo, non sia sottopeso e che abbia perso il riflesso di estrusione.
Come aiutare un bambino a masticare
Masticare è una vera epropria abilità e come tale richede tanta pratica e tanto impegno per essere padroneggiata: il bambino deve imparare come muovere il cibo per scomporlo e come muovere la lingua da un lato all'altro prima di deglutire.
Affinché il bambino possa padroneggiare l'abilità della masticazione, ha bisogno di tempo per esercitarsi nei movimenti iniziali.
Per favorire lo sviluppo di deglutizione e masticazione possiamo dargli oggetti sicuri da mettere in bocca e, appunto, masticare, come anelli gommosi o giochini di plastica. Al tempo stesso possiamo:
- aiutarlo ad allenare i muscoli della mascella facendo facce ed espressioni buffe e giocando con lui;
- incoraggiare le sue prime parole e balbettii;
- proporgli cibi dalle consistenze diverse anche se li sputa e sembra non gradire: fare qualche giorno di pausa e poi riprovare;
- preferire finger food sicuri come un biscottino prima infanzia e alternare le classiche pappe semiliquide, come vellutate o purea, con pappe diverse, ad esempio una banana o una mela schiacciate, carote cotte, o la classica pastina dei primi mesi;
- passare gradualmente a cibi preparati in modo diverso con consistenze e grado di masticazione più elevato.
Ricorda che alcuni bambini possono conservare anche dopo i 6 mesi il gag reflex, cioè il riflesso anti-soffocamento, più a lungo di altri: si tratta di un vero e proprio conato che difficilmente sfocia nel vomito che può spaventare parecchio ma che in realtà è un riflesso naturale.
Il bambino, in pratica, espellerà il cibo nella parte anteriore della bocca non appena questo raggiungerà la parte posteriore della lingua.
I bambini abituati per troppo tempo a mangiare pappe liquide ed omogeneizzati hanno maggiori difficoltà ad abituarsi a cibi a pezzetti o di consistenze più grumose e il loro primo istinto è, appunto, il gag reflex.
Perché non mastica?
Indipendentemente dai fattori legati alle tempistiche e alle varie tappe dello sviluppo, può capitare che il bambino si rifuti di masticare anche a 2 anni o anche dopo: in questi casi può entrare in gioco una variabile psicologica legata al momento del pasto vero e proprio (ad esempio le modalità con cui si consuma il pasto o un problema relazionale con chi somministra il cibo).
Ritardo del linguaggio e masticazione
La maggior parte dei bambini supera queste difficoltà e impara a masticare correttamente intorno ai 12 mesi: se arrivati a questo punto non è ancora in grado di masticare è importante parlarne con il medico che potrà fare una valutazione delle varie tappe di sviluppo, sia della masticazione che del linguaggio, e prescrivere eventualmente una visita dal logopedista. Il logopedista è uno specialista in grado di agire sulle difficoltà legate al linguaggio, alla comunicazione, alla parola e alla voce, ma preparato anche ad affrontare problemi legati alla deglutizione e alla masticazione.
C'è da ricordare, infatti, che in molti casi disturbi del linguaggio e di masticazione sono collegati. Come spiega Paola Vichi, logopedista, psicologa e psicoterapeuta dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), in un articolo dal titolo "Alimentazione e disturbi linguaggio, IdO: C'è connessione": "Il passaggio dall'alimentazione liquida del lattante a quella semi-solida e poi al cibo vero e proprio implica una competenza orale e motoria che si diversifica nel tempo. Abilità legata proprio alle nuove capacità che il bambino, crescendo, acquisisce nel muovere la lingua all'interno della bocca, nel chiudere la bocca e nell'utilizzare i muscoli di bocca, labbra e lingua, continua la psicologa.
La masticazione, infatti, con la crescita si fa più specializzata, così come la deglutizione. Questo tipo di progressione sul piano dell'alimentazione è strettamente connesso al modo in cui bambino utilizzerà la lingua per i primi suoni, vocalici all'inizio e poi sempre più complessi".
Fonti