Carenza di Vitamina D
La vitamina D è notoriamente importantissima per l'organismo, soprattutto quando si parla di neonati e bambini in fase di crescita. Tale sostanza è infatti fondamentale per lo sviluppo scheletrico e muscolare, il corretto funzionamento del metabolismo e il potenziamento del sistema immunitario. Ma cosa succede se questa vitamina scarseggia?
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La fonte principale di vitamina D è rappresentata dalla luce solare, con i raggi UVB che vengono assorbiti dal corpo e trasformati in nutrimento per l'organismo. Gli esseri umani però si approvvigionano di vitamina D anche attraverso l'alimentazione, benché la varietà di cibi che ne contengono un quantitativo sufficiente non sia così vasta come si potrebbe pensare.
Le principali fonti alimentari per reperire la vitamina sono infatti:
- Salmone
- Tonno
- Sgombro
- Alici
- Gamberi
- Ostriche
- Burro
- Latticini (yogurt, butto, formaggi grassi)
- Carne di fegato
- Tuorlo d'uovo
- Olio di fegato di merluzzo
In base alle singole necessità è possibile che il proprio regime alimentare non garantisca il giusto apporto di vitamina D. In questi casi i medici curanti possono prescrivere o consigliare l'utilizzo di integratori.
Durante il periodo dell'allattamento, pare ormai acclararo come sia necessario assumere un supplemento di vitamina D (esistono specifiche goccine da usare previo consulto con il pediatra) per poter venire incontro al fabbisogno del bebé. Infatti il latte materno ne è carente e nemmeno la luce del sole può essere di grande aiuto, poiché nei primi mesi di vita i neonati vengono giustamente tenuti al riparo dall'esposizione prolungata ai raggi solari.
Se invece il bimbo si alimenta con latte artificiale, la concentrazione di vitamina D è un po' più alta, ma comunque non sufficiente.
Con la crescita il bisogno di vitamina D non cala, anzi, aumenta con l'avanzare dell'età. Secondo le indicazione del SINU (Società italiana di nutrizione umana), emanate nel 2014, il fabbisogno giornaliero di vitamina D è pari 400 UI (unità internazionali) per i bambini sotto i 12 mesi e 600 UI, circa 10 μg, per le fasce d'età successive.
Giocare all'aria aperta o fare quotidianamente passeggiate nei parchi o nei giardini pubblici,dunque, non è salutare solo per il benessere psicologico del bambino, ma anche per ciò che concerne l'assunzione di vitamina D: esporsi alla luce del Sole gliene farà "incamerare" parecchia!
Le problematiche legate ad un livello troppo basso di vitamina D all'interno dell'organismo sono diverse e non vanno prese sottogamba. A causare una simile condizione possono concorrere diversi fattori:
- Scarsa esposizione alla luce solare
- Obesità
- Dieta priva di determinati alimenti (es: quella vegana)
- Malattie che ostacolano l'assorbimento della vitamina (es: malattie renali, fibrosi cistica ecc...)
- Assunzione di farmaci che che rendono più difficoltoso l'assorbimento della vitamina (es: malattie renali, fibrosi cistica ecc...)
Quale sia la causa, negli adulti la mancanza del giusto quantitativo di vitamina D espone dolori, affaticamento, nonché al rischio d'incorrere in malattie come osteoporosi o osteomalacia. Nei bambini, invece le conseguenze possono essere ancora più gravi.
Poca vitamina D: cosa può succedere ai bambini?
Con poca vitamina D a disposione, infatti, l'organismo assorbe una quantità inferiore di calcio e fosfato, elementi imprescindibili per mantenere le ossa sane e forti. Ciò può provocare debolezza del fisico e, nei casi più gravi rachitismo, una patolgoia scheletrica che comporta deformità (cranio molle, anomalie nella curvatura della colonna vertebrale, appiattimento dell'osso pelvico ecc...), difficoltà nella deambulazione e frequenti fratture ossee.
Aggiunti a ciò, alcuni indicatori di bassi livelli di vitamina D possono essere:
- Spossatezza cronica
- Depressione
- Formicolii frequenti
- Spasmi
- Sudore frequente su mani e piedi
Come si diagnostica la carenza di vitamina D?
Per accertare la mancanza di questa vitamina occorre sottoporre il bambino ad una semplice analisi del sangue. Talvolta gli esami radiografici riescono ad anticipare la diagnosi, in quanto le alterazioni delle ossa possono comparire prima che si manifestino i sintomi normlmente legati alla carenza succitata.
Cosa fare in caso di carenza da vitamina D?
Come già anticipato la prima misura da prendere è rivolgersi ad uno specialista. Il medico saprà disporre un trattamento adeguato, consigliando cambiamenti rilevanti nella dieta e nelle abitudini del soggetto (più cibi ricchi di vitamina, più tempo passato all'aria aperta) e, probabilmente, prescrivendo il giusto dosaggio di integratori da assumere per il tempo indicato.
FONTI: Msdmanals; Medlineplus; SINU