Abbassare la febbre
La febbre è il più comune sintomo di malattia che si verifica nei bambini e uno dei sintomi che più spaventano i genitori, tanto che proprio la febbre – specie se è alta – rappresenta uno dei motivi più frequenti per cui chiedono una visita pediatrica. Una delle reazioni più diffuse è quella di cercare di abbassare la temperatura del bambino, ma in realtà non è detto che serva farlo.
A cosa serve la febbre
"La febbre è un naturale meccanismo di difesa dell'organismo contro gli agenti patogeni" ha spiegato a nostrofiglio.it Maurizio De Martino, immunologo pediatra direttore della Clinica pediatrica 1 dell'Ospedale Meyer di Firenze e coordinatore delle Linee Guida per la gestione della febbre nei bambini della Società italiana di pediatria. "Ad alte temperature infatti virus e batteri fanno più fatica a moltiplicarsi e per di più funzionano meglio i meccanismi immunologici".
Insomma: con la febbre l'organismo crea un ambiente inospitale per i microbi e stimola il sistema immunitario a contrastarli in modo rapido ed efficace. In questo senso è dunque un fenomeno positivo, che non va sempre e comunque contrastato con i farmaci, anche se ovviamente va tenuto sotto controllo per vedere come evolve la situazione.
Medicine per la febbre: quando usarle
Un approfondimento pubblicato nel 2017 sulla rivista organo ufficiale della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (SIPPS) lo dice molto chiaramente: gli antipiretici (o antifebbrili: le medicine che abbassano la febbre) devono essere usati con il solo fine ultimo di ridurre il senso di malessere del bambino, e non di trattare la febbre in quanto tale, visto che si tratta di un meccanismo di difesa contro le infezioni.
Quindi non deve essere tanto il grado di temperatura a indurre a somministrare l'antipiretico, ma il livello di malessere (irritabilità, mal di testa, dolori muscolari, alterazioni del ritmo sonno-veglia), che può essere molto variabile.
Ci sono situazioni nelle quali, salvo la temperatura elevata e magari un po' di stanchezza, il bimbo sta comunque bene – e allora non vanno usati farmaci – e altre invece nelle quali il malessere è elevato, magari anche a fronte di una febbre meno elevata: in questi casi ok invece ai farmaci.
Medicine per la febbre: quali usare
Per i bambini, gli unici farmaci raccomandati dalle Linee Guida sono il paracetamolo e l'ibuprofene: diversi studi dimostrano infatti che entrambi sono efficaci nel ridurre la temperatura febbrile nel bambino e sono ugualmente sicuri. In Italia il paracetamolo può essere impiegato fin dalla nascita, mentre l'ibuprofene è autorizzato a partire dai tre mesi di età o dai 5,6 kg di peso corporeo.
No a ibuprofene e paracetamolo alternati
È sconsigliato però somministrare insieme o alternare paracetamolo e ibuprofene, perché al momento vi sono scarse evidenze riguardo la sicurezza e l'efficacia della terapia combinata rispetto alla terapia con un singolo farmaco. La combinazione di antipiretici, anzi, potrebbe aumentare il rischio di sovradosaggio e di effetti collaterali.
Il bambino deve essere a stomaco pieno per prendere antipiretici?
No, non necessariamente. In particolare per quanto riguarda l'ibuprofene, l'assunzione a stomaco pieno è consigliata in caso di trattamenti a lungo termine per prevenire eventuali sintomi a livello gastrico, ma in caso di trattamento a breve termine, come è tipicamente quello per la febbre, può avvenire anche a digiuno. In questo caso tra l'altro l'effetto del farmaco sarà più rapido, mentre il cibo può rallentare l'assorbimento del farmaco e dunque anche la sua velocità di azione.
Se il bambino prende le gocce e vomita? Se prende supposte e ha la diarrea? Quali formulazioni scegliere?
Le Linee Guida raccomandano di somministrare sia paracetamolo sia ibuprofene in gocce o sciroppo, in quanto l'assorbimento è più costante ed è possibile maggiore precisione nel dosaggio, che deve essere sempre calcolato in base al peso corporeo e non in base all'età del bambino.
"Tra l'altro, gli sciroppi hanno oggi un sapore molto gradevole, che li rendono accettabili ai bambini" la sottolineato a nostrofiglio.it la pediatra di famiglia Adima Lamborghini, membro del centro studi della Federazione italiana medici pediatri. "E per quelli più grandi, sono disponibili anche bustine orosolubili e compresse masticabili, sempre di sapore gradevole".
Invece meglio evitare le supposte, sia perché sono sgradevoli per il bambino sia perché possono causare effetti collaterali, dal momento che si tende al sovradosaggio. Le supposte vanno utilizzate solo se, oltre alla febbre, è presente vomito o altre condizioni che impediscano l'impiego di farmaci per via orale.
Le convulsioni febbrili sono una delle manifestazioni più temute dai genitori. In realtà, le convulsioni febbrili non dipendono direttamente dalla febbre ma si presentano in bambini predisposti, che cioè hanno familiarità per tale disturbo. "In questi soggetti - ha spiegato De Martino - le convulsioni rappresentano una particolare risposta dell'organismo alla presenza di un'infezione. In altre parole è la causa stessa della febbre - cioè l'infezione - a provocare anche le convulsioni".
Il primo episodio di convulsioni febbrili
"La prima volta che si verificano bisogna portare il bambino al pronto soccorso" afferma de Martino. "Questo perché se è vero che di solito la causa è quella appena descritta, in rari casi le convulsioni potrebbero essere una manifestazione di meningite o encefalite".
Cosa fare
Se si tratta "solo" di convulsioni benigne non occorre fare nulla di particolare: lo affermano anche le Linee guida della Lega italiana contro l'epilessia per la gestione delle convulsioni febbrili. Al massimo, dopo un primo episodio può essere utile tenere in casa dei microclisteri di diazepam, da somministrare in caso di crisi successive, se queste non si risolvono da sole nel giro di due-tre minuti.
Prevenzione
Diversi studi hanno evidenziato che l'impiego di paracetamolo o ibuprofene in bambini febbrili non previene le convulsioni febbrili, pertanto le Linee guida specificano che non serve dare antifebbrili allo scopo di prevenire le convulsioni.
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Ci sono molti rimedi popolari e "naturali" che vengono proposti per abbassare la febbre, e tra questi in particolare le spugnature con acqua fredda, oppure con alcol o aceto. I dati scientifici a disposizione sull'efficacia di queste pratiche - pochi - sembrano indicare che servano a poco o a nulla, e che per di più possano infastidire il bambino, se non diventare controproducenti.
"La febbre è un innalzamento della temperatura corporea comandato a livello centrale dal cervello, pertanto non si può pensare di intervenire raffreddando la periferia" spiega De Martino. "Anzi, raffreddando troppo le estremità, si costringe l'organismo a produrre più calore e la temperatura sale". Ecco perché questi mezzi fisici vanno evitati, a meno che si tratti non di febbre ma di colpo di calore: in questo caso sono utili.
"Al massimo, se il bambino è molto accaldato e sudato, si possono semplicemente lavare gambe e braccia con un pochino di acqua tiepida" afferma Lamborghini. "In questo modo non c'è il rischio di raffreddare troppo e il bambino potrebbe ricavarne un temporaneo beneficio".
"Garantire sempre l'idratazione del bambino e verificare che non abbia malessere costante. In questo caso è opportuno intervenire con un antipiretico, che agisce non solo abbassando la temperatura, ma anche sulle sostanze responsabili del malessere" consiglia Lamborghini.
Che cosa fare se la febbre è indeterminata
"Se la febbre è 'indeterminata', cioè non è accompagnata da sintomi che ne possono spiegare la causa (come mal di gola, tosse e raffreddore tipici dell'influenza), dopo 72 ore è opportuno fare accertamenti (esami di laboratorio) per cercare di chiarirne l'origine".
A casa è sicuramente da preferire il termometro digitale o elettronico. Va messo sotto l'ascella e fornisce il risultato in 1-3 minuti ed è dotato di un allarme acustico che segnala l'avvenuta rilevazione.
In alternativa si può usare un termometro a liquido, per esempio al galinstano, che sostituisce i vecchi termometri a mercurio ormai ritirati dal commercio. I termometri al galinstano hanno il vantaggio di essere economici e particolarmente accurati, ma richiedono tempi più lunghi.
"A casa invece meglio evitare i termometri auricolari e quelli frontali, che sono meno accurati" ha affermato in un'intervista a nostrofiglio.it sulla febbre nei bambini Adima Lamborghini, pediatra di famiglia a Silvi (Teramo) e membro del Centro studi della Federazione italiana medici pediatri (FIMP).