"Mio figlio ha l'influenza, il Covid-19 o è un semplice raffreddore?". È forse una delle domande più frequenti che i genitori fanno al pediatra in questo periodo. Febbre, raffreddore, tosse e mal di gola fino a poco tempo fa erano i segnali tipici dell'influenza o di altre sindromi parainfluenzali, ma oggi sappiamo essere anche i sintomi del Covid-19. Vediamo se, e come, è possibile riconoscere i sintomi del coronavirus.
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È possibile riconoscere i sintomi?
Il primo starnuto o il primo colpo di tosse della stagione stanno mettendo in crisi tantissimi genitori che quest'anno devono fare i conti, oltre che con i soliti malanni di stagione, anche con il Covid-19. Ma è possibile riconoscere i sintomi del Covid? Ci risponde il pediatra Antonio Di Mauro.
"Purtroppo non possiamo distinguere i sintomi del coronavirus da quelli di qualsiasi altra sindrome influenzale se non con il tampone nasofaringeo molecolare, l'unico strumento che ci permette di fare una diagnosi".
I sintomi del Covid-19
Il dott. Di Mauro ci ricorda che i sintomi principali del Covid-19 nella popolazione pediatrica sono:
- Febbre
- Tosse secca
- Mal di testa
- Mal di gola
- Nausea/vomito
- Diarrea
- Dolori muscolari
- Congestione nasale/naso che cola
- Difficoltà respiratorie
Purtroppo, com'è facile intuire, si tratta degli stessi sintomi causati dall'influenza o da altre infezioni virali, motivo per cui distinguere il coronavirus da queste malattie è assai difficile. L'unico sintomo diverso che può manifestarsi nel caso del coronavirus rispetto alle altre sindromi influenzali è la perdita di gusto e olfatto, ma ricordiamo che il Covid può essere anche totalmente asintomatico.
La perdita di gusto e olfatto
La perdita di gusto è olfatto è tra i sintomi più caratteristici del Covid-19. Questo è forse l'unico segnale con cui possiamo essere abbastanza sicuri che si tratti di coronavirus. Se il bambino ha meno di 5/6 anni però può essere più difficile farsi spiegare questi sintomi da lui.
Se il bambino presenta un solo sintomo
Se il bambino ha un solo sintomo come la tosse oppure il mal di gola, possiamo escludere il coronavirus? "I sintomi del Covid-19 – spiega Di Mauro – possono presentarsi singolarmente o associati in vario modo, per questo l'unico modo per capire se si tratta di coronavirus o di influenza è eseguire un test molecolare". Anche in caso di un singolo sintomo quindi è utile chiamare il pediatra. "Bisogna seguire le indicazioni del Dpcm del 7 settembre secondo cui anche un solo sintomo tra febbre, rinite, mal di testa, ma di gola, tosse e disturbi gastrointestinali individua un caso sospetto di Covid."
Cosa fare in caso di sintomi sospetti
"In presenza di sintomi sospetti, anche fosse solo un singolo sintomo, è necessario che i genitori avvertano il pediatra, mentre se il bambino si trova a scuola, dovranno essere avvertiti in primis i genitori. Il pediatra si occuperà quindi di farà un triage telefonico, escludendo eventuali contatti con soggetti positivi, e organizzerà una valutazione clinica. In seguito alla valutazione clinica il pediatra richiederà l'esecuzione del tampone". Ricordiamo che oggi pediatri e medici di famiglia possono eseguire presso il proprio ambulatorio il test antigenico rapido per la ricerca di Sars-CoV-2.
Se il tampone è positivo
Sempre il Dpcm del 7 settembre prevede, in caso di sintomi sospetti nella popolazione pediatrica, l'esecuzione del tampone. Qualora il test risultasse positivo, il bambino dovrà restare in isolamento fino alla guarigione della malattia, attestata da un tampone negativo. Senza l'esito negativo del tampone il bambino non può tornare tra i banchi di scuola.
Se il tampone è negativo
Sappiamo che i bambini, soprattutto quelli più piccoli, trascorrono buona parte dell'autunno e dell'inverno con qualche sintomo simil-influenzale. Se il tampone risulta negativo, ma il bambino presenta comunque qualche sintomo, può andare a scuola? "No, è buona norma tenere il bambino lontano dalla scuola e dalla comunità". Se il bambino non sta bene, è meglio tenerlo a casa un paio di giorni finché i sintomi non si saranno alleviati e poi potrà rientrare a scuola, proteggendo così anche tutti quei bambini con difese immunitarie basse o compromesse.
L'esperienza del pediatra
Ad oggi non ci sono moltissimi dati disponibili, ma sappiamo che in generale i bambini hanno meno possibilità di contrarre il virus e che nel caso in cui lo contraessero manifestano sintomi più lievi, nonostante si siano comunque registrati alcuni casi (molto rari) di ospedalizzazione. Il Center for Disease Control degli Stati Uniti afferma che la carica virale nei bambini può essere uguale o superiore a quella degli adulti, motivo per cui i bimbi possono contagiare altre persone tra cui gli stessi genitori o i nonni.
"Nella mia esperienza – dice Di Mauro – molti bambini sono risultati positivi perché testati all'interno del contesto familiare, non perché presentassero sintomi. Nei bambini, infatti, spesso il coronavirus è asintomatico o paucisintomatico, cioè con sintomi lievi. Quando invece il sospetto del contagio è partito dal bambino, i sintomi più comuni sono stati: febbre associata a sintomi respiratori, nausea, vomito e diarrea".
Il ruolo del vaccino antinfluenzale
Il vaccino antinfluenzale non protegge dal Covid-19, ma può rivelarsi utile in altri modi. "Il vaccino antinfluenzale durante l'emergenza Covid porta con sé un grande vantaggio: farà diminuire gli episodi febbrili dovuti all'influenza e aiuterà i medici nella diagnosi di coronavirus. Oggi il vaccino antinfluenzale non rappresenta solo una protezione per le fasce più deboli, ma anche un aiuto concreto per il nostro sistema sanitario già molto provato dalla seconda ondata della pandemia".
In attesa che il vaccino anti-Covid venga somministrato anche ai bambini, ovviamente.
Fonti utilizzate:
Consulenza del dott. Antonio Di Mauro, pediatra
Centers for Disease Control and Prevention, Infections among children
International Journal of General Medicine, Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) in Children: Prevalence, Diagnosis, Clinical Symptoms and Treatment