Home Bambino Salute

Esoftalmia nei bambini, cos’è e come si cura

di Simona Bianchi - 10.01.2024 - Scrivici

esoftalmia-nei-bambini-cos-e-e-come-si-cura
Fonte: Shutterstock
L’esoftalmia è una condizione in cui il bulbo oculare sporge dall’orbita. I trattamenti, quali sono le cause e come si manifesta

In questo articolo

Cos’è l’esoftalmia nei bambini

L'esoftalmia è una condizione in cui il bulbo oculare sporge dall'orbita. Alla sua base possono esserci diverse condizioni che portano all'aumento del volume del contenuto dell'orbita stessa. Questa problematica può manifestarsi anche nei bambini. In pratica, l'occhio tende a sporgere rispetto alla sua normale posizione. È diversa dalla proptosi perché quest'ultima riguarda solitamente un solo occhio ed è la conseguenza di processi degenerativi che avvengono all'interno dell'orbita e che sono determinati, ad esempio, dai tumori. Si parla di pseudoesoftalmo quando ad aumentare è la lunghezza del bulbo oculare, condizione che si verifica nei casi di miopia elevata, di glaucoma di tipo congenito o a seguito di numerosi interventi finalizzati a correggere lo strabismo.

Le cause dell’esoftalmia

Molti fattori possono provocare l'aumento della massa tra cui la presenza di tumori, la conseguenza di uno stato infiammatorio, che può portare alla formazione di un edema, il quale comporta un aumento del volume dei tessuti. A sua volta l'infiammazione, poi, può avere origine infettiva, traumatica o fisica. La condizione può inoltre essere conseguente ad alterazioni vascolari dovute, per esempio, a fistole carotido-cavernosa. Tra le cause più comuni di esoftalmo bisogna includere anche il morbo Basedow, una patologia autoimmune che colpisce la tiroide. Come spiega il Centro Sant'Agostino, i muscoli oculari aumentano di volume a causa del grasso retrorbitario e dell'edema. Generalmente questa condizione colpisce entrambi gli occhi. Altre manifestazioni tipiche della malattia sono la cinesi delle palpebre al movimento oculare.

Come riconoscere l’esoftalmia

Le manifestazioni dell'esoftalmo possono essere lievi o più acute. In alcuni casi non si accusa alcun sintomo, quando la sporgenza del bulbo disallinea gli assi visivi, può manifestarsi la diplopia, ossia la visione doppia. Se le palpebre non sono sufficientemente lunghe da coprire l'intero occhio si può avere una cheratite, un'infiammazione della cornea.

La diagnosi di esoftalmo viene effettuata tramite uno strumento chiamato esoftalmometro, grazie al quale è possibile misurare il grado di sporgenza dell'occhio dallo zigomo. Possono risultare utili anche TAC e risonanza magnetica.

I sintomi dell’esoftalmia

L'esoftalmo, oltre allo spostamento in avanti del bulbo oculare, può essere accompagnato da altri sintomi quali:

  • Gonfiore palpebrale che può essere associato a chemosi congiuntivale e a blefaroptosi.
  • Difficolta nel chiudere completamente le palpebre durante l'ammiccamento o il riposo notturno.
  • Visione doppia, causata dalla limitazione del movimento dei muscoli estrinseci del bulbo oculare.
  • Arrossamento e dolore che tendono a verificarsi in presenza di una infiammazione, un'infezione o di un tumore in rapida progressione. Nei casi più gravi, ci può essere una cheratopatia secondaria da esposizione, come risultato dell'incompleta chiusura della palpebra sulla cornea.
  • Diminuzione della vista, il diretto coinvolgimento del nervo ottico nella fisiopatologia dell'esoftalmo o se la macula è distorta da una lesione che spinge dietro al globo, può provocare una riduzione della capacità visiva.

Altri sintomi legati all'esoftalmia possono essere: infiammazione, arrossamento e dolore dell'occhio, secchezza oculare, eccessiva lacrimazione e sensibilità alla luce.

Come correggere l’esoftalmia

Il rimedio migliore per correggere l'esoftalmia dipende dalla causa alla base dell'esoftalmo. A volte il problema può essere ridotto con una terapia contro l'ipertiroidismo, se la condizione è causata da questa malattia, altre volte può essere necessario un intervento chirurgico. In alcuni casi il medico può prescrivere l'assunzione di corticosteroidi. Efficace è anche adottare comportamenti di prevenzione per proteggere la superficie dell'occhio allo scopo di evitare che la cornea rimanga esposta. Si possono usare per esempio lacrime artificiali o avviare una terapia antibiotica. In ogni caso sarà l'oculista a consigliare la terapia più adeguata al caso specifico.

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli