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Esposizione al sole per i più piccoli: rischi e prevenzione

di Niccolò De Rosa - 18.07.2016 - Scrivici

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Gli esperti affermano che esporre un bambino ad eccessive radiazioni solari  rappresenta il pericolo numero uno per lo sviluppo di melanomi in età adulta. Ecco il decalogo per prevenire insolazioni o peggio.

In questo articolo

Dal Master Course "Management del paziente con melanoma dalla ricerca alla terapia", apertosi il 15 luglio all'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (Idi) di Roma e organizzato dall'Intergruppo Melanoma Italiano (Imi), gli esperti hanno messo in guardia dai pericoli che un'eccessiva esposizione al cocente sole estivo potrebbero causare, specialmente per i più piccoli.

Il nostro corpo inatti, nei primi 20 anni di vita può assorbire fino all'80% di radiazioni solari dell'intera esistenza; ciò espone dunque i bambini ad una maggior necessità di attenzione per evitare che in futuro insorgano complicanze o melanomi (i tumori della pelle).

Proprio per questa capacità della pelle di memorizzare il danno ricevuto dalle scottature solari accumulate durante l'infanzia, l'IMI ha diffuso sul portale del "Sole per Amico", in collaborazione con il Ministero della Salute, un decalogo per la prevenzione. Sia per grandi che per piccini.

DECALOGO PER LA PREVENZIONE

1. Evitare l’esposizione eccessiva e le conseguenti scottature se si ha un fototipo I o II (chi ha la pelle più chiara)

Chi si scotta frequentemente al sole ha maggiori possibilità di sviluppare il melanoma.

2. Esporsi gradualmente per consentire alla pelle di sviluppare una naturale abbronzatura

L’abbronzatura graduale riduce il rischio di scottature solari; partendo da un’esposizione di 45/60 minuti il primo giorno, per poi aumentare ogni giorno il tempo di esposizione fino a ottenere in 15-20 giorni di esposizione solare, potrebbe essere un modo sano per ottenere un’abbronzatura uniforme e duratura.

L’utilizzo di creme solari facilita questo obiettivo.

3. Evitare di esporsi durante le ore centrali della giornata (in Italia tra le 11.00 e le 15.00 ora legale)

In tali ore vi è un maggiore irraggiamento del sole e il grado di intensità delle radiazioni ultraviolette è massimo, poiché la quantità di radiazioni UV infatti è collegata all’angolo di elevazione del sole.

4. Proteggere i bambini dalle scottature ed evitare l’esposizione solare diretta dei neonati fino a 1 anno

Le scottature solari in età pediatrica aumentano il rischio di sviluppare melanoma in età adulta. I neonati infatti, pur avendo un numero di melanociti pari agli adulti, hanno la pelle molto più sottile, pertanto più sensibile al danno da UV.

I neonati fino a un anno di età non andrebbero mai esposti direttamente ai raggi solari, mentre ai bambini si consigliano creme solari a protezione molto alta, dai 50 in su.

5. Proteggere in modo particolare alcune sedi corporee come naso, labbra, orecchie, collo, scollato, spalle, cuoio capelluto

Tali zone corporee sono fotoesposte per maggior tempo a causa della loro posizione e sono più frequentemente interessate da scottature solari.

Le pelli più sottili, come quella del viso e del collo, hanno una difesa inferiore dai raggi UV, mentre quelle più spesse sono più difese, ma solo dai raggi UVB. È opportuno porre cautela anche per le cicatrici recenti, molto sensibili agli UV.

6. Utilizzare indumenti e accessori per proteggersi dai danni del sole come cappello con visiera, camicia e occhiali da sole con filtro UV 100%

La barriera fisica creata dagli indumenti è efficace nel bloccare gli UV e la loro capacità non varia nel tempo anche se non bisogna dimenticare che essa dipende da diversi fattori (umidità, colore e fibre). Un tessuto bagnato, chiaro e di cotone è meno efficace nel proteggere dagli ultravioletti rispetto ad un tessuto asciutto, scuro in fibre “fitte”.

ATTENZIONE AGLI OCCHI: La prolungata esposizione degli occhi alla luce del sole, particolarmente alla luce ultravioletta intensa, può favorire la formazione di cataratte, mentre alti livelli di luce visibile ad alta energia possono essere legati alla degenerazione maculare dell’età avanzata. È quindi molto importante proteggere gli occhi con un cappello con visiera ampia e occhiali adeguati con lenti certificate.

7. Approfittare dell’ombra naturale di alberi, tettoie, ombrelloni

L’esposizione al sole è il risultato della congiunzione dell’irradiazione diretta, dell’irradiazione solare diffusa nell’atmosfera e dell’irradiazione riflessa dal suolo: la neve riflette i raggi UV all’80%, la sabbia al 20%, l’acqua al 30%. L’ombra impedisce l’incidenza diretta dei raggi UV sulla nostra pelle anche se non può impedire l’incidenza riflessa dell’UV, che comunque è meno intensa e quindi meno dannosa.

8. Usare creme solari adeguate al proprio fototipo con filtri per i raggi UVA e UVB; (in caso di allergie ad un componente della crema, consultare il dermatologo che consiglierà un prodotto adatto)

Le creme solari riducono il danno perché hanno dei filtri antisolari, che sono sia fisici, cioè sostanze in grado di riflettere i raggi solari come uno specchio, sia chimici cioè capaci di assorbire e bloccare l’energia solare.

La protezione UVB serve fondamentalmente a evitare scottature, ma le creme solari devono proteggere anche contro gli UVA, responsabili dei danni più profondi per la pelle. Per scegliere la crema solare con fattore di protezione adeguato è opportuno conoscere il proprio fototipo e conoscere il tempo di esposizione solare in cui la nostra pelle si arrossa. Tanto più il nostro fototipo è chiaro tanto più il fattore di protezione dovrà essere alto.

9. Applicare le creme fotoprotettive in dosi adeguate e per più volte durante l’esposizione

L’efficacia delle creme solari contro i danni dei raggi dipende dalla quantità di crema che si applica sulla cute e dal numero di applicazioni. La quantità raccomandata a livello europeo è di 36 g/applicazione per un intero corpo adulto che corrisponde circa a 6 cucchiai colmi, ma nelle condizioni reali dell’uso quotidiano la quantità di prodotto applicato è nettamente più bassa.

Non bisogna dimenticare che ogni crema, a causa del sudore o dell’acqua, si diluisce fino a scomparire.

Pertanto è importante riapplicarla ogni 2-3 ore per evitare che perda la sua azione protettiva soprattutto in caso di sport all’aperto o dopo avere fatto un bagno in mare o in piscina. Attenzione alla data di scadenza.

10. Evitare l’utilizzo delle lampade artificiali per abbronzarsi

Dal 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera anche le radiazioni ultraviolette artificiali come carcinogeni completi in quanto sono coinvolte nella formazione dei tumori maligni della pelle come il melanoma, il carcinoma spinocellulare e il carcinoma basocellulare. Dal 2011 in Italia l’uso delle lampade abbronzanti è vietato alle persone più vulnerabili come i ragazzi sotto i 18 anni, le donne in stato di gravidanza, i soggetti che in precedenza hanno sviluppato un tumore maligno della pelle e le persone con pelle chiara che non si abbronzano o che si scottano facilmente con l’esposizione al sole. Le radiazioni UV artificiali hanno un effetto additivo alle radiazioni solari: infatti 20 minuti di esposizione artificiale corrispondono ad una giornata di sole in pieno agosto. L’uso di lettini solari aumenta in maniera significativa il rischio di melanoma e dei carcinomi. Tale rischio aumenta con l’aumentare del numero di sedute e se l’uso comincia in età giovanile, sotto i 35 anni. L’utilizzo è fortemente sconsigliato anche se non vietato a tutti gli adulti perché altrettanto dannoso per la salute come il fumo.

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