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Fluoro nell'acqua e bambini: le nostre acque sono sicure?

di Francesca Capriati - 06.09.2024 - Scrivici

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Fluoro nell'acqua e bambini: i dati rivelano che troppo fluoro nelll'acqua da bere abbassa il quoziente intellettivo. Quanto sono sicure le acque in Italia?

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Fluoro nell'acqua e bambini: quali sono gli effetti?

Il National Toxicology Program (NTP) degli Stati Uniti ha recentemente pubblicato un rapporto che ha analizzato più di 50 studi relativi all'esposizione al fluoro, con un focus specifico sugli effetti neurologici nei bambini. I risultati di questo studio indicano che un'eccessiva esposizione al fluoro durante la gravidanza e l'infanzia può essere associata a una riduzione del quoziente intellettivo (QI) nei bambini.

In particolare, il rapporto suggerisce che l'esposizione prolungata a livelli elevati di fluoro può influenzare lo sviluppo cerebrale e compromettere alcune funzioni cognitive, come la memoria, la concentrazione e la capacità di problem solving.

I risultati sono interessanti perché per decenni il fluoro è stato considerato sicuro, soprattutto per i suoi benefici nella prevenzione della carie, ma il rapporto del NTP evidenzia che esiste una "zona grigia" quando si tratta di bilanciare i benefici dentali e i rischi per il sistema nervoso centrale.

Secondo gli autori dello studio, l'acqua potabile con livelli di fluoro superiori a 0,7 mg/L, un limite consigliato in molti paesi, potrebbe comportare un rischio per lo sviluppo neurologico, specialmente nei bambini più piccoli.

Inoltre, altro dato interessante che spingerebbe ad una riflessione (anche sulle politiche di fluorizzazione delle acque pubbliche): dall'analisi non sono emersi effetti negativi con l'esposizione a livelli molto bassi di fluoro, il che suggerirebbe che è l'eccesso ad essere dannoso.

Quanto fluoro c'è nelle acque in Italia?

A differenza degli Stati Uniti, dove l'aggiunta di fluoro all'acqua pubblica è pratica comune, in Italia la fluorizzazione dell'acqua non viene praticata sistematicamente, quindi il fluoro presente nell'acqua proviene quasi esclusivamente da fonti naturali e non viene aggiunto artificialmente.

Secondo la Direttiva Europea 98/83/CE, il limite massimo consentito di fluoro nell'acqua potabile è di 1,5 mg/L. Questa soglia è stata stabilita per prevenire effetti collaterali come la fluorosi dentale, una condizione che può causare macchie o danni allo smalto dei denti se i livelli di fluoro sono troppo elevati.

Per quanto riguarda le acque minerali in bottiglia, il Regolamento (UE) 2017/672 prevede che le acque con un contenuto di fluoro superiore a 1,5 mg/L devono riportare un'etichetta che avverta i consumatori, in particolare i genitori, del rischio di fluorosi dentale nei bambini sotto i sette anni. Questi prodotti devono includere la dicitura "Contiene più di 1,5 mg/L di fluoro: non indicata per il consumo regolare da parte dei lattanti e dei bambini sotto i sette anni".

A cosa serve il fluoro?

L'aggiunta di fluoro all'acqua è stata considerata per lungo tempo una delle principali misure di salute pubblica per combattere la carie dentale, soprattutto nelle popolazioni che non hanno accesso a cure dentistiche di qualità.

Il fluoro agisce rafforzando lo smalto dei denti, rendendoli più resistenti agli acidi prodotti dai batteri nella bocca e per questo motivo alcuni Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, hanno praticato per decenni la fluorizzazione dell'acqua.

Il rovescio della medaglia è che un assunzione eccessiva di fluoro può portare a condizioni come la fluorosi dentale, che si manifesta con macchie bianche sui denti nei casi lievi, o con la comparsa di veri e propri danni allo smalto nei casi più gravi. E questo nuovo rapporto americano getta nuova luce anche sui rischi neurologici legati ad eccessive quantità di fluoro.

Fonti

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