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Freddo e bambini: sfatiamo alcuni miti

di Rosy Maderloni - 24.11.2022 - Scrivici

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Freddo e bambini: sfatiamo alcuni falsi miti duri a morire sui malanni stagionali correlati alle basse temperature con la pediatra Claudia Sciarrotta.

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Freddo e bambini: sfatiamo i falsi miti

Un proverbio scandinavo poco noto alle nostre latitudini recita che "Non esiste il brutto tempo, esistono soltanto i vestiti inadatti". A questa espressione che rappresenta un approccio consueto di incoraggiamento alla vita all'aria aperta in qualunque stagione dell'anno fanno da contraltare i consigli dei nostri nonni che al temuto "colpo d'aria" o "colpo di freddo" dei bambini attribuivano spesso l'origine dei più comuni malanni invernali.

Ma possibile che esistano alcuni miti legati al freddo e alla salute dei bambini che forse è bene sfatare? Sì, secondo la pediatra ospedaliera Claudia Sciarrotta, attiva sui social con una pagina di divulgazione per genitori sui temi della salute dei più piccoli.

"Le infezioni comuni del bambino non fanno male – premette il medico - Le 6-8 infezioni in media acquisite dal bambino ogni anno costituiscono la fondamentale palestra del suo sistema immunitario, modulano il suo benessere futuro in quanto orientano la sua difesa nei confronti degli agenti infettanti e riducono il rischio di patologie autoimmuni e allergie (un sistema immunitario che non sa che fare, si confonde attaccando ciò che non costituisce un pericolo)".

"Ciò dovrebbe rinforzare l'idea che limitare troppo la libertà dei nostri figli di esplorare l'ambiente in tutte le stagioni e conoscere altri bambini per paura di affezioni comuni sia controproducente sia dal punto di vista della salute fisica che mentale". Prendiamo spunto dalle mamme del nord Europa, insomma.

"Non uscire che fa freddo": vero o falso?

"Non uscire che fa freddo": perché non è vero? Come vestire il neonato, i bambini sotto l'anno e i bambini più grandicelli?

"Bisogna uscire ed esplorare il mondo insieme ai nostri bambini, a tutte le temperature. L'importante è vestire sia noi stessi che loro con cura – premette la pediatra -. Si, vale sia per adulti che per neonati e bambini: ci vestiamo tutti "a cipolla" per affrontare gli sbalzi climatici.

Per evitare le temperature più rigide, nelle stagioni fredde è possibile uscire fuori nelle ore centrali della giornata in modo da avere un clima, per quanto possibile, più mite. I bimbi abituati a uscire anche in inverno, in generale, sono quelli che si ammalano meno. Il freddo non costituisce un particolare problema per un bambino, anche piccolissimo, se coperto ed equipaggiato nel modo adeguato".

Freddo e neonati.

"Particolare cura va osservata per il neonato – precisa Sciarrotta -: preferire i tessuti di materiali naturali. Il cotone e lana trattengono il calore e permettono alla pelle di traspirare mentre i gli indumenti sintetici tendono a far sudare. Inoltre, è bene non coprire eccessivamente".

Come capiamo se abbiamo esagerato nel coprirli?

  1. Osserviamo il volto: deve essere roseo e non rosso;

  2. tocchiamo il pancino e la schiena: devono risultare caldi ma non umidi;

  3. Non basiamoci sulla "temperatura" delle manine: nel neonato queste tendono a essere naturalmente più fredde senza indicare che stia "sentendo freddo".

"Attenzione, infine, al coprire troppo il bimbo di notte: le raccomandazioni sulla prevenzione della morte in culla (SIDS) indicano di non superare la temperatura ambientale di 18-19°C, non devono sentire troppo caldo!".

Freddo e bambini da un anno in su.

"I bimbi devono poter giocare e accrescere la propria autonomia – prosegue Sciarrotta -, dunque, abbigliamento comodo. Optiamo per felpe con zip, senza bottoni o lacci finché non siano abbastanza grandi da saperli usare con agilità; pantaloni con elastico per permettere loro di sfilarli senza problemi per fare i bisogni; scarpette semplici da mettere e togliere per il momento del cambio o del pisolino".

“Non camminare scalzo che ti raffreddi”: vero o falso?

Non camminare scalzo che ti raffreddi": vero o falso? In inverno con riscaldamenti bassi per bollette alte davvero va bene mandarli a piedi nudi?


"Falso. Per imparare a fare il suo mestiere, il piede deve interagire con l'ambiente attraverso l'esperienza e gli stimoli che riceve – risponde la pediatra -.

Camminare a piedi scalzi, per i bambini, è molto importante per entrare in contatto con l'ambiente che li circonda".

Cosa bisogna valutare?

"Che si tratti di superfici prive di pericoli e che la temperatura ambientale sia adeguata. Nelle condizioni in cui non sia possibile climatizzare l'ambiente e ci si renda conto che il pavimento sia freddo si può optare per un compromesso come la calza antiscivolo. Se il timore nel mettere il piccolo "a piedi scalzi" riguarda la possibilità che contragga infezioni, ricordiamo il presupposto della sicurezza (lo facciamo in casa, non sull'asfalto per strada) e che l'ambiente umido della scarpa è forse più pericoloso del nostro pavimento pulito su questo fronte".

“Non assumere latte o latticini se sei raffreddato, aumentano le secrezioni” Vero o falso?

"Non assumere latte o latticini se sei raffreddato, aumentano le secrezioni" Vero o falso? 

"Falso. Nessuna evidenza supporta questa informazione – afferma Sciarrotta -. L'alimentazione sana e varia, ricca di vitamine e micronutrienti, di cibi dal potere antiossidante, aiuta il benessere dell'organismo e fortifica il sistema immunitario prevenendo la possibilità di contrarre infezioni. Nessun alimento specifico è invece incriminato di predisporre ad acquisirle".

Il raffreddore è causato dal freddo: vero o falso?

Il raffreddore è causato dal freddo: vero o falso? Perché quando usciamo e fa freddo ci cola il naso? Che correlazione c'è tra freddo e raffreddore?

"Falso. C'è una correlazione tra raffreddore e freddo, ma non è diretta – spiega la dottoressa -. Il raffreddore è un'affezione delle vie aeree superiori che più comunemente è causata dai virus. I virus sono termolabili, ossia muoiono più rapidamente nell'ambiente e sulle superfici se c'è caldo, avendo già una breve vita in assenza di un ospite da abitare. Ne consegue che i contagi aumentino se c'è freddo perché si allunga la sopravvivenza dei virus e la loro circolazione. Inoltre, se "fa freddo" teniamo le finestre chiuse e in presenza di un soggetto raffreddato in stanza siamo esposti a maggiore rischio di inalare le secrezioni da lui emesse in quanto manca il "ricambio di aria".

In sostanza, quando c'è freddo prendiamo più spesso il raffreddore perché è la stagione in cui è più facile entrare a contatto con i virus influenzali
Alcuni studi stimano anche che la temperatura più bassa diminuisca l'azione di difesa delle cellule dell'immunità innata e la motilità delle ciglia delle vie respiratorie, quelle strutture che permettono di espellere le goccioline virali". 

Quando cola il naso.

Quando fa freddo, il naso gocciola a prescindere dalle infezioni – chiarisce Claudia Sciarrotta -. E' una reazione fisica. Il passaggio dell'aria fredda inspirata attraverso le mucose nasali fa sì che queste, per riscaldare l'aria, si raffreddino e liberino vapore con una reazione di condensa che forma le goccioline il liquido che vediamo colare dal naso".

Se il muco diventa giallo o verde, serve l’antibiotico. Vero o falso?

Se il muco diventa giallo o verde, serve l'antibiotico: vero o falso?


La risposta non si esaurisce in un vero o falso. "La scelta dell'antibiotico da dare ai bambini non dipende dal colore del muco, ma da tanti fattori – commenta la dottoressa -. In prima istanza dipende dalle condizioni cliniche del bambino e in seconda istanza dalla durata del suo malessere. Si valuta nell'insieme il corteo di sintomi che presenta, l'età ed eventuali malattie o condizioni predisponenti specifiche dell'individuo e si sceglie con molta cura se somministrare l'antibiotico. Infatti, nella maggior parte dei casi non serve. Le affezioni delle vie respiratorie sono per lo più virali e un antibiotico in parte uccide anche la nostra flora batterica "buona", quella che collabora o è alla base di tantissime funzioni biologiche. Quindi possiamo affermare che non è vero che l'antibiotico "male non fa": proposto senza i giusti criteri rischia di indebolire ulteriormente le difese e creare delle resistenze per quando servirà davvero".

Se compare la tosse nel raffreddore, serve l'aerosol?

Se compare la tosse nel raffreddore, serve l'aerosol? Vero o falso? Cosa si può fare per il raffreddore?


"L'aerosol per i bambini è un presidio molto utile perché umidifica e riscalda le vie aeree, aiutando il piccolo a sciogliere le secrezioni spesso viscose che impegnano l'albero respiratorio a rendere più semplice l'espettorazione – chiarisce Sciarrotta -. A seconda del caso, il pediatra potrà scegliere se proporre farmaci oltre alla comune soluzione fisiologica per aggiungere un trattamento ad azione specifica alla terapia aerosolica. Il raffreddore che non altera la qualità di vita del bambino in quanto il piccolo mangia, gioca, riposa e sorride, per questo non deve spaventare. Qualche giorno per una guarigione spontanea sarà generalmente sufficiente e basterà aiutarlo con i comuni gesti di "care" per liberarsi delle secrezioni come i lavaggi nasali e il bagno in ambiente di vapore".

"Si dovrà fare più attenzione nelle fasce di età più fragili, ad esempio ai lattanti, che possono rapidamente evolvere da un raffreddore a una bronchiolite. In quel caso, insieme al curante bisognerà attuare un monitoraggio telefonico e clinico per stabilire quando possano sussistere i criteri per intraprendere un'eventuale terapia, che comunque viene studiata caso per caso e mira sempre al supporto dell'alimentazione e della respirazione".

L'intervistata

L'intervistata è Claudia Sciarrotta, pediatra ospedaliera presente su Instagram con una pagina dedicata alla divulgazione sulla salute e benessere del bambino.

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