Dai primissimi giorni di vita in poi, è importante prendersi cura in modo corretto dell'igiene delle zone intime dei bambini. Ecco come fare, con i consigli della pediatra Viviana Barberis del Policentro pediatrico di Milano.
Quando i bimbi hanno il pannolino
“La prima cosa da sapere è che la pipì è priva di grassi e le feci ne contengono pochissimo”, afferma Barberis. “Per questo motivo, soprattutto con i più piccoli, non è necessario esagerare con il sapone, che può alterare la flora batterica genitale”.
Dunque, se il bimbo ha fatto solo pipì al cambio del pannolino si può risciacquare semplicemente con acqua. “Se invece si è anche scaricato, e soprattutto in caso di diarrea o in presenza di eritema, si può usare un detergente neutro, delicato, specifico per l'infanzia”. Secondo Barberis l'uso del detergente in presenza di feci è particolarmente importante nel caso delle bambine, per evitare il passaggio nella zona vaginale di germi provenienti dall'apparato gastrointestinale, che potrebbero alterare la flora batterica vaginale.
Pannolino addio: come lavarsi bene dopo lo spannolinamento
"L'ideale sarebbe lavare il bambino – e a poco a poco insegnargli a lavarsi il sederino – dopo ogni evacuazione (in pratica dopo ogni volta che ha fatto la cacca)" afferma Barberis. Va usato, senza esagerare, un detergente intimo delicato, ipoallergenico, a pH neutro, e per asciugarsi un asciugamano dedicato (non quello di mamma o papà).
Ai maschietti va insegnato a pulirsi bene, tirando indietro la pelle del pisellino, mentre alle femminucce va insegnato che devono lavarsi sempre con un movimento dalla zona anteriore a quella posteriore. "Ovviamente, è importante che continuino a farlo anche quando crescono, e magari – soprattutto i maschi – diventano un po' più refrattari all'igiene" avverte Barberis, che ricorda come l'igiene intima sia importante anche durante le mestruazioni: "Non c'è nessun motivo per non lavarsi in questo periodo!"
A tutti, infine, va insegnato che dopo aver fatto pipì o pupù bisogna sempre lavarsi bene le mani!
L'ultimo consiglio di Barberis riguarda la biancheria intima, che dovrebbe sempre essere di cotone e va cambiata una volta al giorno (o anche più spesso, se si sporca).
Nei maschietti, per i primi due-tre anni di vita il prepuzio può apparire chiuso: “È la cosiddetta fimosi, una condizione del tutto fisiologica e normale” rassicura Barberis, invitando a non fare sostanzialmente nulla. “La pelle non va aperta 'a forza', perché questo può essere controproducente. Al massimo, durante il bagnetto – quando la pelle è più morbida - la si può spingere leggermente e con estrema delicatezza verso il basso, per prepararla all'apertura successiva”.
La fimosi è considerata fisiologica almeno fino ai tre anni (ma c'è anche chi dice fino ai quattro-cinque anni). Se a questo punto non si è ancora aperta, si interviene con uno o due cicli di applicazione di una pomata cortisonica (efficace il quasi il 90% dei casi) e se non funziona neppure questo trattamento con un intervento correttivo (circoncisione) in sede ambulatoriale.
Se la fimosi è una condizione molto comune nei maschietti, nelle femmine si possono invece trovare le cosiddette sinechie, attaccamento totale o parziale delle piccole labbra. “Dipendono – spiega Barberis – da un'interruzione netta, dopo la nascita, del flusso di estrogeni che arrivava al feto dalla mamma, in mancanza di una produzione autonoma degli estrogeni stessi, che comincia con la pubertà”.
In genere le sinechie non danno problemi e si risolvono da sole (al più tardi con la pubertà, quando appunto inizia la produzione di estrogeni). In alcuni casi però possono provocare difficoltà a urinare o ristagno di urina, con conseguente rischio di sviluppare infezioni. “In queste circostanze è utile l'applicazione di una pomata cortisonica (ricordiamo che gli estrogeni sono derivati del cortisone), che aiuta l'apertura"conclude Barberis. "La pomata deve essere applicata con un movimento che vada da davanti verso indietro, sempre per evitare contaminazioni con microbi di origine fecale. Importante evitare detergenti aggressivi”.