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Il bambino respira con la bocca aperta: cosa fare?

di Rosy Maderloni - 12.01.2024 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Apnee notturne e ipertrofia adenotonsillare: sono diverse le cause per cui il bambino respira con la bocca aperta. L'otorinolaringoiatra ci spiega cosa fare.

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Il bambino respira con la bocca aperta: cosa fare?

Osservarli mentre dormono: non solo per contemplarli in una parentesi di relativa quiete ma, e soprattutto, per curarci del loro stato di salute. In particolare durante il sonno possiamo accorgerci, ad esempio, se il bambino respira con la bocca aperta o se fa alcune pause del respiro prolungate. Valutare questi comportamenti può essere molto importante per scoprire se il nostro bambino soffre di un disturbo come l'ipertrofia adenotonsillare o se si tratta di un sintomo legato a un'allergia, ad esempio. Ne parliamo con l'otorinolaringoiatra Giovanni Cammaroto, attivo sui social con un profilo di divulgazione otorinolaringoiatra 2.0.

Perché il bambino respira con la bocca aperta?

"Innanzitutto, già la posizione sdraiata che si assume durante la notte favorisce la respirazione orale. Questo avviene in quanto aumenta la circolazione sanguigna a livello nasale determinando il rigonfiamento dei turbinati. Inoltre, una condizione che si manifesta soprattutto tra i 3 e i 10 anni è l'ipertrofia adenotonsillare, ossia l'ingrossamento delle tonsille o delle adenoidi che può ostruire le vie aeree nasali. Anche forme di riniti allergiche possono essere portare a ostruzioni che ostacolano il corretto passaggio dell'aria dal naso. Altre problematiche possono essere di natura scheletrica come nel caso del del deficit del mascellare superiore: un palato stretto può essere associato a una respirazione a bocca aperta, un problema di malocclusione dentale è anch'esso associato alla respirazione buccale e bambini che hanno un difetto tonico dei muscoli del cavo orale, della lingua, delle labbra o delle
guance tendono a tenere la bocca aperta con conseguente crescita scorretta del viso in direzione verticale".

Il sonno dei bambini che respirano con la bocca aperta

"Dal punto di vista clinico esistono sintomi che portano pensare alla presenza di apnee notturne - aggiunge Cammaroto -: osserviamo se mentre dorme:

  • il bambino russa o se fa pause prolungate del respiro, pause di Più DI 10 secondi;
  • osserviamo se nostro figlio è sovrappeso o, al contrario sottopeso;
  • se sono presenti difetti di accrescimento;
  • se manifesta alterazioni dell'attenzione: se sia un bambino poco attento oppure ipercinetico, irritabile;
  • se fa spesso la pipì a letto.

Questi ultimi segnali sono giustificabili da una alterazione della respirazione che porta a un deficit dell'ossigenazione: un bambino che va in pausa respiratoria, infatti, va in desaturazione di ossigeno.

Tutto c'ò ha un impatto significativo sul metabolismo e sul sistema nervoso. Questi segnali vanno indagati con il proprio pediatra in prima istanza che osservando la bocca potrà subito rilevare un palato stretto o l'ingrossamento delle tonsille. Lo specialista che può approfondire è l'otorinolaringoiatra che può eseguire una endoscopia nasale per confermare la presenza di una ipertrofia adenoidea oppure prescrivere studi sul sonno al fine di registrare la saturazione d'ossigeno nel sangue o la polisonnografia per valutare parametri indicatori di apnee notturne. Il dentista pediatrico è, infine, uno specialista che può fare da intercettatore delle apnee notturne perché in grado di individuare una malocclusione collegata a una ipertrofia adenotonsillare severa".

Come si interviene?

"Le cure variano a seconda delle cause - chiarisce lo specialista -: la chirurgia, attraverso la rimozione delle adenoidi e o delle tonsille ed eventualmente la correzione di un frenulo linguale corto, è indicata per liberare l'ostruzione che comporta problemi respiratori soprattutto durante il sonno, ossia le apnee notturne. Le apnee ostruttive residue che non sono controllate chirurgicamente vanno valutate accuratamente anche da altri specialisti: un trattamento ortodontico per l'espansione del mascellare superiore può essere necessario. In alcuni casi, quando le apnee persistenti sono severe può essere necessario integrare con la terapia ventilatoria notturna. Si tratta, fortunatamente, di situazioni non frequenti, tipiche di bambini affetti da obesità o sindromi anche piuttosto gravi. Quando, contestualmente, si evidenzia un disturbo di natura allergica, si può optare per una terapia desensibilizzante o antinfiammatoria topica per mantenere il livello infiammatorio delle vie aeree superiori sotto controllo previo consulto col pediatra e con l'allergologo".

L'intervistato

L'intervistato è Giovanni Cammaroto, otorinolaringoiatra che esercita tra Marche ed Emilia Romagna, attivo sui social con un profilo di divulgazione otorinolaringoiatra 2.0.

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