Febbre e bambini: un connubio che non piace a nessun genitore. Per placare le normali ansie di mamma e papà e individuare i migliori comportamenti ecco un vademecum stilato con l'aiuto di Maurizio de Martino, Direttore del Dipartimento di Pediatria Internistica del Meyer di Firenze. Il professore ha coordinato il team di esperti che si è occupato della stesura delle Linee guida per la gestione della febbre nei bambini volute dalla Società italiana di Pediatria.
Che cos'è la febbre?
La febbre è un segno eloquente e, allo stesso tempo, un meccanismo di difesa benefico. Non è infatti la semplice spia di un'infezione da virus o da batteri in atto, ma anche il mezzo di cui l'organismo si serve per trasformarsi in un habitat inospitale per i microbi. Da un lato, dunque, ostacola la moltiplicazione degli agenti infettivi penetrati nell'organismo dall'altro stimola il sistema immunitario a sgominarli con particolare rapidità ed efficacia.
Da qui l'indicazione che non sia opportuno ricorrere ai farmaci sempre e comunque, fin dal primo accenno di febbre perché se trascurarla sarebbe sbagliato, lo sarebbe altrettanto agire subito per farla abbassare il prima possibile.
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Dove/come si misura la febbre?
La sede preferibile è sotto l'ascella ed è da preferire il termometro digitale (anche detto elettronico), di facilissima lettura: messo sotto l'ascella, fornisce il risultato in 1-3 minuti ed è dotato di un allarme acustico che segnala l'avvenuta rilevazione. Meglio evitare i termometri auricolari e quelli frontali.
Oggi c'è un grande utilizzo di termometri frontali infrarossi a distanza per lo screening della temperatura tra le procedure di prevenzione anti-Covid19. Non deve stupire: per questo utilizzo, che deve essere diffuso e veloce, i termometri frontali vanno benissimo.
In casa, invece, per avere informazioni più precise meglio ricorrere al termometro digitale o a liquido, per esempio al galinstano.
Che cosa bisogna fare se il bambino ha la febbre?
I comportamenti da adottare variano in base all’età del bambino. Se il bambino ha meno di quattro settimane di vita, le linee guida raccomandano che il neonato febbrile venga portato subito in ospedale.
Se invece si tratta di lattante, cioè bambino dalle quattro settimane compiute fino al compimento del dodicesimo mese di età, è necessario far visitare il bambino in giornata dal pediatra, poiché è una fascia d’età in cui il rischio di infezione batterica grave – come setticemia, polmonite, pielonefrite, meningite – non è modesto (10%).
In ogni caso bisogna rivolgersi rapidamente al pediatra se il lattante piange in maniera inconsolabile, rifiuta completamente il cibo o assume un comportamento che induce la mamma a pensare ‘non è lui’. Nelle età successive, è sempre opportuno informare il pediatra della condizione del bambino e seguire le sue istruzioni.
Le convulsioni: che cosa sono e come comportarsi?
"Le convulsioni non vengono per la febbre, ma 'con' la febbre, e proprio per questo le medicine per abbassare la febbre non prevengono le convulsioni" sottolinea l'esperto. "in ogni caso, al primo episodio di convulsioni è bene che il bambino sia valutato in maniera approfondita, anche perché esistono malattie con convulsioni (come la meningite) che devono essere subito escluse. Dopodiché, per bloccare sul nascere eventuali altri episodi convulsivi, vengono consigliati dei farmaci da somministrare per via rettale."
Che cosa bisogna fare se il bambino ha la febbre oltre 38,5° C?
La febbre è uno strumento di difesa dell’organismo, dunque non va combattuta in quanto tale. Se però causa disturbo o malessere al piccolo val la pena di abbassarla, specie se supera i 38,5°.
Quali sono i farmaci indicati per la febbre?
Per quanto riguarda i bambini, gli unici farmaci indicati sono il paracetamolo o l'ibuprofene. L'ibuprofene è indicato per bimbi sopra i tre mesi di vita.
Non dimentichiamo tuttavia che anche tali principi attivi, sebbene considerati di prima scelta per i bambini, possono dare effetti collaterali anche importanti, pertanto vanno usati nei tempi e nei dosaggi giusti, impiegando sempre il misurino della confezione e non cucchiai o cucchiaini, molto meno precisi.
Infine, è sbagliato e pericoloso somministrare insieme o alternare paracetamolo ed ibuprofene: o si dà l'uno o si dà l'altro!
E' giusto fare spugnature fredde per abbassare la febbre?
No, è un rimedio inutile se non pericoloso, e proprio per questo è decisamente sconsigliato da tutte le linee guida. La febbre è un innalzamento della temperatura corporea comandato a livello centrale dal cervello, pertanto non si può modificare raffreddando la periferia.
Il raffreddamento periferico porta solo a un inutile dispendio di energia del bambino, in un momento in cui è meglio che la risparmi. Pezze fredde bagnate o borse del ghiaccio servono solo per gli innalzamenti periferici della temperatura, ad esempio in caso di colpo di calore del bambino lasciato in macchina al sole.
Il bambino deve stare a letto?
Dipende dal bambino: se ha voglia di riposarsi, si mette a letto, se ha voglia di giocare, perché impedirglielo?
Come bisogna comportarsi se il bambino non mangia?
Bisogna assecondarlo: le infezioni riducono le capacità digestive e il bambino segue giustamente il suo istinto. Forzarlo a mangiare potrebbe avere l’unico risultato di farlo vomitare. L’importante è che beva durante la giornata, in modo da evitare il rischio che si disidrati.
Ci sono dei casi in cui bisogna dare l'antibiotico?
Mai di propria iniziativa e solo dietro prescrizione del pediatra, quando sospetta un'infezione batterica. Gli antibiotici invece sono del tutto inutili nelle infezioni virali (rinite, rinofaringite, bronchite, bronchiolite), per di più usarli in modo errato può portare allo sviluppo di resistenze.
In ogni caso, se si deve usare l'antibiotico va bene quello per bocca: è efficace come le punture ed è decisamente più gradito al bambino! Non c'è mai un buon motivo per fare le punture a casa: se il bambino ha una cosa tanto grave da non poter essere trattato per bocca vuol dire che deve andare in ospedale.