Immunostimolanti per bambini, i consigli del pediatra
La paura che si possano ammalare per l'ennesima volta, il desiderio di vederli più in forze, in forma e in pronto recupero quando restano a casa dal nido o da scuola è generalmente la molla che porta molti genitori a interessarsi all'idea di utilizzare gli immunostimolanti per bambini al fine di ridurre le assenze scolastiche e, aspetto non secondario, avere meno preoccupazioni anche rispetto ai permessi che a lavoro è sempre difficile chiedere per stare accanto a un figlio convalescente dai più svariati malanni di stagione. Ma come funzionano questi prodotti che promettono di rafforzare il sistema immunitario dei più piccoli? Ne parliamo con il pediatra Marco Nuara, perfezionato in Immunologia e Allergologia pediatrica. Svolge attività ambulatoriale a Milano ed è molto seguito sui social con il profilo IG personale.
Immunostimolanti per bambini e fasi dello sviluppo
"Gli immunostimolanti per bambini hanno raramente una indicazione medica - premette il pediatra - molto spesso sono prescritti per andare incontro a una richiesta del genitore con l'auspicio che i bambini possano affrontare meglio e con più difese la scuola dell'infanzia.
Sono davvero un numero esiguo i bambini che necessitano di specifici immunostimolanti, e per situazioni particolari.
L'inserimeno al nido dei lattanti a partire dai 6 mesi di età è spesso associato alla necessità di rientrare al avoro dei genitori. Questi bambini sono ancora molto piccoli e immaturi da un punto di vista immunitario e i cicli vaccinali cui sono stati sottoposti per prassi non sono a questa età ancora completati. I lattanti, inoltre presentano una minor capacità di gestire ed eliminare il muco, il che rende questi bambini più soggetti a contrarre patologie nei contesti di interazione tra pari le infezioni più comuni. Le esigenze famigliari tra lavoro e difficoltà a reperire qualcuno che possa occuparsi del bambino malato e convalescente, contribuiscono a far sì che i bambini si ammalino più spesso".
Ammalarsi spesso, cosa significa? "Per un genitore può essere difficile accettare che un bambino possa avere bisogno di più cicli di antibiotici in una stagione invernale e che al primo di anno di nido il bambino frequenti il 50% del tempo mentre il resto del tempo stia a casa ammalato. Eppure questa è spesso la normalità. A favorire frequenti infezioni contribuisce il fatto che il bambino, nei primi anni di vita è nella sua fase orale dello sviluppo, il che significa che porta tutto alla bocca e la condivisione di saliva con i coetanei aumenta il rischio di contrarre infezioni" aggiunge Nuara.
Immunostimolanti per bambini, come funzionano?
"Chiariamo che non esiste un prodotto che vada bene per tutti e che dia solievo a tutti allo stesso modo per suscettibilità ed età del bambino - chiarisce il medico -: esistono strumenti che possono risultare efficaci per alcuni bambini e non per altri. La prescrizione deve essere personalizzata e in questo il ruolo del pediatra curante è fondamentale. Egli conosce il bambino, il suo stile di vita, la sua alimentazione, le peculiarità fisiche, le fragilità".
Nuara definisce che i primi immunostimolanti per bambini da considerare sono:
- una corretta alimentazione;
- un sonno ristoratore;
- un ambiente salubre con qualità dell'aria, che sottintende no al fumo passivo, ad ambienti troppo caldi e secchi che irritano le vie respiratorie;
- la somministrazione di vitamina D, che migliora la risposta immunitaria, ed è prodotta grazie all'esposizione al sole. Per produrne una quantità adeguata dovremmo esporci al sole almeno un quarto d'ora al giorno per 6-8 mesi all'anno a maniche corte e pantaloni corti. Purtroppo l'alimentazione non può contribuire a fornire una quantità significativa di vitamina D.
- Una adeguata convalescenza dopo un episodio infettivo.
Immunostimolanti per bambini: le alternative naturali
"In risposta all'esigenza di voler aiutare il proprio figlio a rafforzare le sue difese, esistono prodotti naturali per cui la letteratura scientifica ha accolto evidenze ancora esigue, non paragonabili ai criteri di valutazione dei prodotti farmacologici rivolti al pubblico - spiega Nuara -: questi possono essere integratori alimentari o rimedi fitoterapici dall'azione antibatterica in profilassi o in corso di acuzie".
Il medico ne propone alcuni come:
- vitamine ove ci fosse necessità. L'integrazione vitaminica, in chi non ha carenze, non è efficace e non apporta alcun vantaggio.
- propoli;
- echinacea;
- mirtillo rosso;
- la lattoferrina normalmente contenuta nel latte materno sembra possa contribuire insieme ad altri fattori, ma sono ancora pochi i lavori scientifici a sostegno;
- fermenti lattici e probiotici ci rendono meno suscettibili ad alcune infezioni: anche qui la flora intestinale può essere mantenuta in equilibrio con una dieta adeguata ricca di fibre, frutta e verdura benefiche al microbiota intestinale.
Seguendo lo stesso principio sono stati formulati spray e gel che colonizzano con batteri buoni le prime vie aeree ostacolando la proliferazione di batteri patogeni nel naso e nella gola.
Lavare mani e naso. "I bambini che frequentano la comunità infantile vengono in contatto con circa 12 mila germi al giorno che si ritrovano principalmente sulle mani e nelle prime vie aeree - precisa Nuara -: lavare mani e naso con regolarità quando si torna a casa da nido e scuola materna riduce il numero di germi portati a casa e trasmessi a genitori e fratelli".
Immunostimolanti per bambini e acquisti consapevoli
"Sono dell'idea che il farmacista non dovrebbe prestarsi a soddisfare la generica richiesta del cliente di comprare un qualsiasi immunostimolante, ma piuttosto dovrebbe consigliare di confrontarsi con il proprio medico curante. Gli integratori non necessitano di ricetta medica e per questo è facile essere tentati di acquistare per impulso o per desiderio di vedere il proprio bambino stare meglio al più presto ma non è detto che un prodotto sia adatto nel nostro caso specifico - commenta il pediatra -. Prendiamo ad esempio un polivitaminico: dentro si trova un poco di tutto e se il soggetto ha davvero un deficit non lo correggerà mai con un prodotto simile. Se si ha una carenza specifica come può accadere con il ferro o alcune vitamine, allora sarà necessario assumere un integratore mirato, altrimenti non avremo risolto nulla".
L'intervistato
L'intervistato è il pediatra Marco Nuara, perfezionato in Immunologia e Allergologia pediatrica. Svolge attività ambulatoriale a Milano e d è molto seguito sui social con il profilo IG personale.