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Influenza 2022/2023 e bambini: sintomi, cura, come sarà

di Luisa Perego - 28.11.2022 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Come sarà l'influenza 2022/2023? E i vaccini disponibili? Come prevenirla? Come alleviare i sintomi? E se la prende un neonato o una donna incinta?

In questo articolo

Una guida sull'influenza 2022-2023. Come sarà (anche rispetto alla pandemia di Covid-19), come rinforzare le difese immunitarie, quali sono i vaccini disponibili, come prevenirla, come alleviare i sintomi, quanto stare a casa quando si prende l'influenza.

Come sarà questa stagione influenzale? E' già possibile prevederlo?  Quello che era stato previsto per la stagione influenzale 2021-2022, è ora atteso per la stagione influenzale 2022-2023.  Con l'attenuante che sarà la prima stagione influenzale senza mascherine a scuola (ormai l'obbligo è stato tolto sia a scuola che sui mezzi pubblici): ci si aspetta dunque una circolazione totalmente non limitata dei virus. Inoltre, come spiega Susanna Esposito, professoressa ordinaria di pediatria dell'Università di Parma, responsabile Tavolo tecnico SIP Malattie infettive e vaccinazioni, sull'influenza 2022/2023 sul sito della Sip, Società italiana di Pediatria, "La numerosità delle persone suscettibili all'infezione da virus influenzali è ancora più elevata che nell'anno precedente. Dopo 2 anni di scarsa circolazione virale gli adulti non vaccinati hanno avuto ben poche possibilità di mantenere una sufficiente misura immunologica di protezione essendo ulteriormente ridotta l'immunità dovuta a precedenti infezioni e non essendovi stato nessun richiamo naturale da avvenuta infezione. Inoltre, è aumentata la platea dei piccoli suscettibili, essendosi aggiunti tutti i nati del 2021. Infine, a rendere più probabile la possibilità di un numero molto elevato di casi di influenza sta il fatto che quest'anno è prevista la circolazione di virus influenzale diversi da quelli che erano presenti negli anni precedenti". 

Influenza e bambini

In genere i bambini sono i più colpiti dall'influenza stagionale e in effetti è quello che si sta verificando in questi giorni.

L'ultimo bollettino della rete di medici sentinella InfluNet dice che dal 14 al 20 novembre c'è stato un "sensibile aumento" del numero di casi di sindromi simil-influenzali "con incidenza pari a 9,5 casi per mille assistiti rispetto ai 6,9 della settimana precedente".

I più colpiti sono i bambini sotto i cinque anni: l'incidenza è pari a 29,6 casi per mille assistiti (22,7 nella settimana precedente).

Tra i sintomi più comuni: febbre alta e difficoltà respiratorie.

Ma che virus stanno girando maggiormente? Secondo il report Influnet, nell'ambito dei campioni analizzati (durante la settimana 46/2022 sono stati segnalati 562 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori afferenti alla rete InfluNet e, tra i 494 analizzati, 182 sono risultati positivi per influenza, tutti di tipo A  - 154 di sottotipo H3N2, 10 H1N1pdm09 e 18 non ancora sottotipizzati):

  • 24 (4,8%) sono risultati positivi per SARS-CoV-2,
  • 91 sono risultati positivi per altri virus respiratori, in particolare: 35 Rhinovirus, 32 RSV, 10 virus Parainfluenzali, 8 Adenovirus, 4 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2 e 2 Bocavirus.

Virus di tipo similinfluenzale e virus influenzali: le differenze

I virus di tipo similinfluenzale lavorano molto bene quando sono ci sono degli sbalzi termici, mentre i virus influenzali veri e propri funzionano meglio con temperature che rimangono basse per un periodo prolungato.

Ci sono bambini particolarmente fragili, che si ammalano spesso. Ecco come aiutarli a far fronte al susseguirsi di infezioni ricorrenti, tra indicazioni sullo stile di vita e proposte di integratori immunostimolanti.

  • Ritardare l'ingresso a nido o scuola, se possibile. Alcuni bambini, anche molto piccoli, reagiscono comunque bene al nido e si ammalano poco, mentre altri si ammalano di più. Per questi ultimi, se possibile, si può provare a tenerli a casa un po' più a lungo.
  • Non forzare i tempi di convalescenza, se il bimbo non si è ristabilito, meglio stare tranquilli a casa. 
  • Aprire le finestre
  • Dormire e mangiare bene: una sana alimentazione, ricca di frutta e verdura, garantisce un buon apporto di vitamina C, importante per la prevenzione delle infezioni. 
  • Lavare spesso le mani. Per farlo: bagnarle, distribuire bene il sapone su dorso, palmo e spazi tra le dita, strofinare e sciacquare.
  • Stare all'aria aperta il più possibile
  • Sì alle vitamine (senza il fai da te). Vitamina C e vitamina D sono importanti per la prevenzione delle infezioni, e spesso i bambini ne sono carenti.
  • Valutare probiotici o immunostimolanti
  • Attenzione ai prodotti alle erbe. Le erbe funzionano e non sono tossiche se assunte a dosaggi particolari, ma deve essere un medico esperto in fitoterapia a prescriverli ed è a lui che bisogna rivolgersi per utilizzarle.

Se il bimbo è risultato positivo al Covid, quando può tornare a scuola?

Per il rientro a scuola, comne comunica il Miur.

Per la scuola dell'infanzia

  • Se asintomatico: nessuna azione necessaria.
  • In caso di sintomi (sia alla comparsa che in caso di persistenza al 5° giorno successivo alla data dell'ultimo contatto) occorre effettuare un test molecolare o antigenico, anche autosomministrato. In caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato, l'esito negativo è attestato tramite autocertificazione.
  • Riammissione mediante esibizione dell'esito negativo del test antigenico o molecolare (senza certificazione medica)

Per la scuola primaria

  • Se asintomatico: nessuna azione necessaria. In caso di sintomi (sia alla comparsa che in caso di persistenza al 5° giorno successivo alla data dell'ultimo contatto) occorre effettuare un test molecolare o antigenico, anche autosomministrato. In caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato, l'esito negativo è attestato tramite autocertificazione.
  • Riammissione mediante esibizione dell'esito negativo del test antigenico o molecolare (senza certificazione medica).

Per la scuola secondaria

  • Riammissione mediante esibizione dell'esito negativo del test antigenico o molecolare (senza certificazione medica).

 

Esiste la campagna di vaccinazione antinfluenzale gratuita, ma a chi si rivolge esattamente? E cosa bisogna fare se si desidera vaccinarsi ma non si appartiene a una categoria a rischio? 

Ad alcune categorie di persone che sono particolarmente a rischio di contrarre l'influenza o di sviluppare delle complicazioni se si ammalano la vaccinazione viene offerta in forma attiva e gratuita da parte del Servizio sanitario nazionale.

Le categorie sono:

  • donne in gravidanza;
  • bambini (sopra i sei mesi), ragazzi e adulti affetti da malattie che aumentano il rischio di complicazioni da influenza (malattie respiratorie, cardiache, renali, epatiche, del sangue, del sistema immunitario, tumori ecc.);
  • soggetti con 65 anni o più;
  • bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico;
  • persone ricoverate in reparti di lungodegenza;
  • medici e personale sanitario;
  • familiari di soggetti ad alto rischio;
  • persone che svolgano lavori di interesse collettivo o potenzialmente a contatto con virus influenzali non umani (allevatori, veterinari ecc.);
  • donatori di sangue.

Chi non fa parte di queste categorie può fare comunque la vaccinazione, provvedendo al costo del vaccino.

Secondo quanto comunicato nell'ultima circolare del Ministero della salute su prevenzione e controllo dell'influenza, i principali vaccini disponibili sono quelli inattivati, costituiti solo da frammenti virali e non dal virus intero.

Sono distinti in

  • vaccini a subunità, contenenti solo le proteine virali necessarie per innescare la risposta immunitaria,
  • vaccini split, costituiti da frammenti virali più grandi.

Ci sono sia vaccini inattivati trivalenti, che contengono due virus di tipo A e uno virus di tipo B, sia vaccini inattivati quadrivalenti, che contengono due virus di tipo A e due di tipo B.

Uno dei prodotti trivalenti contiene anche una sostanza adiuvante, cioè una sostanza che aiuta a stimolare il sistema immunitario.

Questo vaccino è autorizzato in Italia per persone con più di 64 anni.

Oltre ai vaccini inattivati, esiste nel mondo anche un vaccino antinfluenzale vivo attenuato (in cui è presente tutto il virus, trattato però in modo da renderlo innocuo) quadrivalente. Questo vaccino viene somministrato con spray nasale.

Il vaccino contro l'influenza e il Covid-19

Il Ministero della Salute raccomanda il vaccino antinfluenzale non solo per prevenire casi di influenza e ridurre le complicazione da influenza in persone a rischio, ma anche per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra Covid-19 e influenza. Si dovrebbero così ridurre anche gli accessi ai pronto soccorso. In altre parole: il vaccino antinfluenzale non protegge contro il Sars-Cov-2, ma potrebbe aiutare a identificare più facilmente i casi di Covid-19 (in presenza di sintomi influenzali anche dopo vaccinazione). 

Termometro per bambini: quale usare

Termometro a infrarossi, auricolare, digitale, a mercurio, a cristalli liquidi o al galinstano Qual è il termometro migliore per misurare la febbre nei bambini? E come si misura? E cosa sarebbe meglio evitare?

Via libera all'uso del termometro digitale in sede ascellare perché oltre che rapido dà un margine di errore poco significativo dal punto di vista strettamente clinico. Sconsigliata la misurazione rettale o orale.

Perché in sede ascellare?

Misurare la febbre in altre sedi (auricolare, frontale, inguinale) non offre la stessa attendibilità.

L'influenza non è solo un brutto raffreddore, e per prenderla non basta stare un po' al freddo. L'antibiotico non va preso di default dopo tre giorni di febbre e il vaccino non fa ammalare: sono solo alcuni dei falsi miti sull'influenza di stagione secondo l'Oms.

I cinque modi di proteggersi dall'influenza secondo l'OMS:

  1. fare il vaccino antinfluenzale,
  2. evitare di stare vicino a persone malate,
  3. non toccarsi spesso occhi, naso o bocca perché in questo modo i germi hanno più probabilità di entrare nel corpo,
  4. disinfettare le superfici se condivide casa con chi è malato,
  5. lavarsi spesso le mani.

Quando si aspetta un bambino cambia qualcosa? Le raccomandazione degli esperti è di vaccinarsi: l'influenza non fa male al feto, ma potrebbe dare un rischio leggermente più alto di complicanze alla mamma. Vale lo stesso per la vaccinazione quando si sta cercando un bimbo.

E se l'influenza arriva lo stesso? Meglio restare a casa fino alla remissione completa dei sintomi senza pretendere di accelerare la guarigione e usare paracetamolo per abbassare la febbre ed alleviare eventuali dolori.

Come distinguere il Covid-19 dall'influenza?

Putroppo è impossibile distinguerli in base ai sintomi. L'unico strumento che permette di distinguere i due casi possibili è il tampone naso-faringeo.

Alcune semplici regole - lavarsi spesso le mani, evitare contatti troppo ravvicinati, evitare luoghi chiusi e affollati - possono ridurre il rischio di trasmettere a un bebè appena arrivato il virus dell'influenza. E ce si sono fratellini o sorelline più grandi, può valere la pena considerare di tenerli a casa per qualche giorno da scuola nel momento della massima diffusione dell'epidemia.

Leggi l'approfondimento sulle regole di prevenzione (anche in gravidanza) e sull'importanza di lavarsi sempre bene le mani.  

Il neonato ha l'influenza, che cosa fare?

Se il neonato ha l'influenza avvisare il pediatra, che molto probabilmente chiederà di poterlo visitare, per valutarne le condizioni. Se ci sono solo un pochino di tosse e raffreddore, non occorre fare niente di particolare, salvo aiutare il bambino a respirare meglio, con un aspiratore nasale o, se li tollera bene, con lavaggi nasali (delicati e con poche gocce di soluzione fisiologica).

È sicuramente necessario andare dal pediatra se si osservano difficoltà respiratorie (affanno o respiro frequente) che possono peggiorare rapidamente, mentre se il bambino ha meno di un mese e c'è febbre sopra i 38 °C l'indicazione è di andare subito al pronto soccorso.

Il virus dell'influenza si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline di saliva emesse da una persona infetta quando tossisce o starnutisce, oppure toccandosi occhi, naso o bocca dopo aver toccato con le mani superfici contaminate da secrezioni respiratorie.
Per questo, alcune misure igieniche possono aiutare a limitare la diffusione dell'influenza. Sono le stesse misure previste per il contenimento della diffusione del virus Sars-Cov-2.

  •  Lavare spesso le mani
  • Coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce
    Lo si può fare con fazzoletti di carta, oppure rivolgendosi verso l'incavo del gomito. La classica "mano davanti alla bocca" serve a poco se non ci si lava subito dopo.
  • Se l'influenza colpisce, rimanere a casa
    Serve a rimettersi meglio in forze, e a evitare di diffondere l'infezione.
  •  Evitare il contatto stretto con persone ammalate
  • Evitare di toccarsi occhi, naso o bocca
    I virus possono diffondersi quando una persona tocca qualsiasi superficie contaminata e poi si tocca occhi, naso o bocca.

L'influenza sta per tornare. Tra raffreddore, tosse, mal di gola e affaticamento, il disagio può essere grande.

Se ci si ammala, meglio usare i farmaci sintomatici – per esempio gli antipiretici – in modo responsabile, per attenuare i sintomi senza abbatterli del tutto, di seguire l'andamento della malattia evitando, per quanto possibile, di tornare a scuola o al lavoro troppo presto (cosa per altro molto difficile da fare quest'anno, per le misure anti-Covid), e di non usare antibiotici (a meno che il medico non indichi diversamente, per la presenza di sovrainfezioni batteriche).

Bevi molto, riposati, prova con la zuppa di pollo o con una bevanda calda. Rilassati e fai una doccia calda. Ti senti un po' meglio? Ecco qualche consiglio per chi è raffreddato in questo momento

Per approfondire:

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