I sintomi sono quelli di tutti gli anni, niente di più, niente di meno, così come le cure: paracetamolo se serve, riposo e un po’ di pazienza.
Sono tanti i bambini a letto con l’influenza: le scuole sono decimate e spesso i più piccoli fanno da ‘untori’ per tutta la famiglia. “Ma non c’è niente di nuovo rispetto a tutti gli anni né abbiamo riscontrato forme influenzali complicate che abbiano avuto bisogno di ricovero” rassicura Gian Vincenzo Zuccotti, Direttore Cattedra Clinica Pediatrica e Direttore Dipartimento Materno-infantile Università degli Studi di Milano - AO Luigi Sacco.
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I sintomi dell’influenza
“Anche il decorso è quello di sempre” prosegue l’esperto: “dopo un esordio con febbre elevata per uno-due giorni, la febbre cala e sembra che tutto stia passando, salvo poi ripresentarsi con un colpo di coda per un altro paio di giorni.
Alla febbre si aggiungono i sintomi collaterali, che possono essere prevalentemente di tipo respiratorio - con raffreddore, tosse inizialmente stizzosa poi più grassa, mal di gola, dolori muscolari – o di tipo gastrointestinale, con vomito e scariche diarroiche.
Il tutto dura complessivamente 5-6 giorni, giorno più, giorno meno, poi passa. È l’andamento tipico che si osserva tutti gli anni e il ritorno di febbre non deve essere visto come il segnale che l’influenza si sia complicata o che si tratti di una forma più severa”.
Come si cura l’influenza
“L’influenza si cura come tutti gli anni, tenendo sotto controllo la febbre semplicemente con il paracetamolo, ma senza esagerare e senza associare fra loro più tipi di antipiretico, perché possono dare effetti collaterali” sottolinea il prof. Zuccotti.
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“Si tenga presente che più che il valore febbrile bisogna osservare come sta il bambino in generale: se anche con 39° è bello vispo e reattivo, non importa se anche con l’antipiretico la febbre non cala più di tanto.
Di norma i bambini hanno una capacità di sopportazione delle forme influenzali molto più elevata rispetto all’adulto, per cui è normale che giochino tranquillamente anche con la febbre alta.
Né bisogna preoccuparsi del rischio convulsioni: i virus influenzali non si associano ad episodi convulsivi perciò anche in presenza di temperature elevate non bisogna allarmarsi. Dopotutto non ci si stancherà mai di ripetere che la febbre è un meccanismo difensivo e come tale va accettato.
Ovviamente niente antibiotici a meno che non li prescriva il pediatra dopo aver visitato il bambino; assolutamente sconsigliato anche somministrare cortisonici per via orale senza precisa indicazione medica: il cortisone è un antinfiammatorio broncodilatatore che può essere necessario in caso di broncospasmo, ma deve esser il pediatra a valutarne la necessità”.
Non preoccupatevi se…
Se la febbre ricompare dopo 1-2 giorni di pausa: è l’andamento normale, non segnala la presenza di complicanze e non è il caso di accorrere dal pediatra.
L’influenza nella stragrande maggioranza dei casi è una patologia che si gestisce a casa.
Rivolgetevi al pediatra se…
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